Marion Le Pen svela all’Agi le ragioni del suo impegno politico al fianco di Eric Zemmour, il grande rivale (a destra) della zia Marine alle presidenziali in Francia. Marion Maréchal ha confermato la sua scelta di sostenere il progetto di Riconquista zemmouriana, una scelta che per la “nipote” d’arte è di tipo squisitamente politico e programmatico. Idee, dunque. Né risentimento né altro.
Marion Le Pen ha rivendicato con una frase la sua libertà di scegliere al fianco di chi “militare” in politica.
“Sostenere Zemmour per me è una scelta di idee. Essere membro della famiglia Le Pen non costituisce un obbligo genetico a sostenere il Rassemblement National. Ritengo che la politica sia un modo per servire il proprio paese, non un affare di famiglia e i partiti uno strumento, non un fine”
Dal punto di vista politico, Marion ha spiegato perché si rivede più in Zemmour che nel Rassemblement e ha affermato
“Mi ritrovo nella sua linea conservatrice, identitaria, a difesa del nostro tessuto imprenditoriale e lavoratore e per una Ue profondamente da riformare senza però essere antieuropei. E come lui considero che il tema identitario, cioè migratorio, demografico e culturale, sia per noi oggi la priorità. Sono sempre state le mie convinzioni e sono le stesse che già difendevo quando facevo parte del Front National di Marine Le Pen ma che ai tempi mi costarono molti problemi interni, motivo per cui decisi di non aderire più a quel partito”
Per la Le Pen, Zemmour è la vera novità (per altro futuribile) della politica francese
“Al di là del risultato elettorale, Zemmour ha già compiuto un risultato politico inedito nel nostro Paese. Per la prima volta in Francia esiste una terza forza a metà strada tra il RN e il LR, riempiendo un enorme vuoto politico che gli elettori denunciavano ma di cui i leader e i dirigenti negavano l’esistenza. E’ riuscito a far convergere nel suo progetto l’elettorato frontista e l’elettorato repubblicano, finora tenuti separati. E’ riuscito ad attirare le classi medie e alte, cosa mai riuscita al RN, ricomponendo la frattura sociale tra popolo ed élite. E’ riuscito a mobilitare una parte di elettorato che si era rifugiato nell’astensionismo. E’ riuscito a rompere il cordone sanitario imposto dalla sinistra
Sulla divisione a destra che tiene banco in Francia, spera in una ricomposizione
“Personalmente spero che la grande famiglia della destra possa riunirsi in occasione delle elezioni legislative dove dobbiamo avere come obiettivo la costruzione di una maggioranza parlamentare insieme agli eletti del Rassemblement National e dei Republicains . Zemmour ha dichiarato che in caso di vittoria proporrà a Marine Le Pen di entrare nel suo governo. Coerentemente con l’obiettivo dell’Unione delle destre, nonostante la competizione elettorale non smette di tendere la mano alle altre forze presenti a destra”.
Infine, Le Pen si è lanciata in un “paragone” tra quella di Francia e la destra italiana, in particolare Salvini e Meloni
“Sono entrambi leader sul panorama politico già da molto tempo, mentre Zemmour è appena arrivato. Direi piuttosto quindi che oggi Zemmour sta rappresentando ciò che Meloni rappresenta in Italia: la volontà di costruire un fronte conservatore capace di attirare le diverse anime della destra, di non rinunciare ai propri valori, alla propria identità e alle proprie battaglie ma al contempo di non limitarsi alla contestazione bensì di costruire un’offerta politica concreta e credibile per essere alternativa di governo”.
Ineccepibile. Magari avessimo politici di una lucidità simile.
Peccato che la Meloni, ad oggi, non abbia una classe dirigente spendibile. Qualcuno saprebbe individuare in FDI la compagine di di un ipotetico governo monocolore Meloni ?
Non esiste, lo sappiamo tutti.
Un governo monocolore FDI esisterà solo nella fantasia di alcuni,dilettandosi nel fantasticare.In realtà se Draghi si sfilerà,Mattarella metterà sicuramente qualche altro per esempio la Malpezzi oppure Padellato dopo averlo nominato senatore.Non c è nulla da meravigliarsi.
Padellaro..pardon