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Dojo. L’ultimo imperatore del karate si racconta in un libro

Stefano Maniscalco si racconta ad Alex Pietrogiacomi ripercorrendo la strada che lo ha portato a divenire un campione

by Cristina Di Giorgi
12 Gennaio 2022
in Dojo, Libri, Sport/identità/passioni
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Il percorso di un praticante di arti marziali è composto, oltre che da costante dedizione alla pratica, anche da formazione e cultura, ovvero da approfondimento di quanto connesso alla disciplina praticata e non solo. Ecco perché la lettura di libri e storie di argomento significativamente correlato diventa parte importante dei suoi passi sulla Via. Vi proporremo dunque, in questa puntata di Dojo e in quelle immediatamente successive, alcuni suggerimenti che riteniamo interessanti, per i marzialisti e per gli appassionati in generale.

Il primo volume che vi segnaliamo è L’ultimo imperatore del karate (Ed. Agenzia Alcatraz 2021, pag.256, € 18), un libro in cui Stefano Maniscalco, protagonista indiscusso del mondo del karate, racconta ad Alex Pietrogiacomi (giornalista e scrittore, anche lui karateka) la sua paradigmatica e significativa storia.

“Punto di riferimento per tutti gli atleti che si dedicano a questa disciplina e per tutti gli appassionati di sport da combattimento” si legge nella scheda editoriale del volume, Maniscalco è “un campione che ha saputo rivoluzionare il concetto stesso di peso massimo nella specialità del kumite, dimostrando a tutti che potenza, eleganza, agilità e forza possono coesistere armoniosamente”.

Il percorso di Stefano nello sport inizia in tenera età, quando suo padre lo indirizza verso le arti marziali, trasmettendogli “la dedizione e la disciplina necessarie per la formazione del corpo e della mente”. Quasi subito, sempre seguito dal genitore, Stefano si appassiona al karate, “distinguendosi per la sua fisicità imponente ma al tempo stesso duttile ed elastica”. Poi l’incontro con il maestro giapponese Toyozo Fujioka, “che gli ha trasmesso i valori, i concetti, l’anima degli antichi samurai, cambiando completamente la sua visione del karate e permettendogli un’evoluzione spirituale e mentale fuori dal comune”. Una evoluzione che lo rende, anche ora che ha lasciato l’agonismo (il suo addio risale all’ottobre 2021), un esempio ed un mito per un’intera generazione di nuovi combattenti.

Bellissima e intensa la descrizione che Alex Pietrogiacomi fa nel suo blog (Il bicchiere di_verso) della prima volta che ha visto combattere Maniscalco: “Non stavo guardando più un karateka, un artista marziale nel suo terreno abituale ma un combattente, qualcuno che avrebbe potuto trovarsi anche dentro un’arena a mani nude e che non avrebbe mai abbassato lo sguardo, non si sarebbe tirato indietro e avrebbe lottato fino alla fine, con tutto quello che aveva in corpo. Mi si parava davanti una ‘ferocia’ atavica, uno spirito indomito, qualcosa di antico e che racchiudeva l’essenza stessa dell’arte del combattimento”.

Oltre a questo, l’Autore mette in luce molti altri aspetti non solo dell’atleta ma anche dell’uomo Maniscalco: parla, infatti, di “occhi che diventano grandi quando racconta della famiglia, del suo amore per essa” e del “ghigno soddisfatto che gli si stampa in faccia mentre ricorda alcune vittorie o alcune imprese”. Aggiunge poi Pietrogiacomi che “la sua anima è così cristallina, per quanto tenuta al sicuro da una corazza impenetrabile, che è bastata la sua voce a mostrarmi i colori del suo spirito, la cangiante espressività delle emozioni che serba in cuore”.

Durante la sua ventennale carriera Maniscalco si è confrontato con i migliori atleti del mondo e ha vinto di tutto, portando in alto i colori dell’Italia ed in particolare del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle (del quale diverrà tecnico). Ma non solo, perché ha anche dato vita e concretezza a progetti cinematografici ed artistici sul tema che ovviamente gli è più caro: il karate. Tra questi c’è appunto il libro di cui vi stiamo parlando, che nelle sue pagine ripercorre la storia “di un campione, di un’atleta, di un ribelle, ma anche di un uomo che si racconta senza nascondersi mai”, pure per quanto riguarda cadute e capacità di riprendersi nonostante le difficoltà. Quella di Stefano Maniscalco, insomma, è “la storia di uno spirito indomito, di una vita dedicata a una disciplina marziale, di sogni divenuti realtà”.

Cristina Di Giorgi

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