E’ la prova a cronometro maschile élite, l’unico evento nella prima giornata, ad inaugurare il calendario iridato e la punta di diamante italiana non delude, confermandosi Campione Mondiale delle prove contro il tempo: da Imola 2020 a Bruges 2021, passando per Tokyo, si chiude così il cerchio di un anno sportivamente eccezionale.
Comincia dunque nel migliore dei modi la settimana iridata degli azzurri.
Il percorso
Il percorso si snoda lungo 43.3 km pianeggianti, praticamente senza asperità e con soli 78 metri di dislivello da affrontare, con partenza dalla cittadina balneare di Knokke-Heist (lungo le spiagge del Mare del Nord) e arrivo al centro di Bruges.
La gara
Il primo a partire è il panamense Jurado Lopez, anche se per l’Italia, in qualità di primo riferimento, gli occhi vengono subito puntati sul campione italiano Matteo Sobrero, sebbene questi non disponga della gamba migliore; e così, il primo crono importante viene siglato dal teutonico Max Walscheid, in 49’41”30.
Il livello comunque si alza presto, con le prove di Stefan Bissegger, Remco Evenepoel ed Edoardo Affini, tutti nella parte centrale della lista dei partecipanti.
Su tutti, spicca ancora una volta Remco Evenepoel: in effetti, quello del giovane belga, vice-campione europeo in linea, è un vero e proprio show, recitato tra due ali di folla che lo acclamano con entusiasmo.
Evenepoel costruisce la propria prestazione sin dalla prima porzione del percorso, supera impassibile la borraccia che, cadutagli, per poco non gli finisce sotto i tubolari, segnando alla fine 48’31”17, tempo che resiste alle prove dei vari Pogacar, Remi Cavagna, Kasper Asgreen, Stephen Kung (fresco campione europeo contro il tempo a Trento).
Nello specifico, il danese e lo svizzero fanno la gara sul giovane belga, alla ricerca della medaglia di bronzo, mentre l’asticella si alza inesorabilmente quando arriva il turno degli ultimi due partenti di giornata, Wout Van Aert e Filippo “Pippo” Ganna che si scatenano in un duello parallelo sul filo dei secondi.
Intanto, il cronometro di Evenepoel non viene scalfito né da Asgreen, né da Kung ma solo dal compagno di nazionale Van Aert, il quale fa segnare 47’53”20.
Ganna, scattato per ultimo in quanto Campione del Mondo in carica, si gestisce nella prima parte del percorso (al primo intermedio era staccato da Van Aert di circa 7”), per poi crescere e involarsi in progressione verso il traguardo, potendosi addirittura permettere di varcarlo con un braccio alzato in segno di trionfo.
Alla fine Ganna ferma il cronometro su 47’47”83, all’incredibile media di 53.37 km/h (in assoluto la velocità media più alta registrata in una cronometro individuale mondiale), chiudendo davanti a Van Aert ed Evenepoel.
Completano la Top 10 Asgreen (Danimarca; a 46” da Ganna ma fermatosi a soli 2” dal bronzo), lo svizzero Kueng, la leggenda tedesca Tony Martin (alla penultima corsa di una favolosa carriera che terminerà alla fine di questa kermesse), Bissegger (ancora per la Svizzera), Hayter (Gran Bretagna), Edoardo Affini (ancora Italia) e lo sloveno Tadej Pogacar.
Intervistato poco dopo il traguardo il corridore in forza all’Ineos Grenadiers, trova per di più ancora il modo di definire un quadro generale, dichiarando: “Avevo buone sensazioni ma non sapevo come sarebbe finita, per me è molto importante aver mantenuto questa maglia”.
Fregiatosi dell’iride, Filippo Ganna vestirà ancora per un anno la maglia a cronometro in tutte le prove a cronometro cui prenderà parte; per altro, con questo grande risultato, il verbanese è entrato nel club esclusivo dei plurivincitori, assieme a Cancellara, Tony Martin (quattro ori ciascuno), Michael Rogers (con tre) e Jan Ullrich(con due).
Un motivo in più per celebrare una giornata storica, in attesa di nuovi obiettivi e nuove avventure.