L’Italia del rugby tenta il tutto per tutto nella sfida con la Scozia in programma sabato al Murrafield Stadium di Edimburgo, nella terza giornata del Sei Nazioni. Il Ct della Nazionale italiana, Jacques Brunel, ha ufficializzato la formazione, annunciando l’inserimento di due esordienti dal primo minuto nella linea dei trequarti.
Si tratta di Enrico Bacchin e Michele Visentin. La Scozia, come l’Italia, arriva alla terza giornata con alle spalle due sconfitte. Ma il tecnico azzurro assicura battaglia: “E’ una delle squadre più difficili perchè abbiamo perso da tre anni. Ogni volta siamo vicini alla vittoria, ma non arriviamo mai a vincere”.
L’esordiente Michele Visentini: “E’ un ostacolo duro. Noi andiamo pronti per fare una gran partita, ci siamo allenati bene. Sappiamo quanto possa essere dura con la Scozia. Però non abbiamo nessun timore, di andare e giocare al meglio e fare una gran partita”.
In campo anche un altro esordiente, Enrico Bacchin: “C’è fiducia da parte di tutto il gruppo. Sappiamo che è una partita difficile, ma vogliamo fare risultato positivo”
Al di là dei risultati, la partecipazione dell’Italia al Sei Nazioni ha finito per portare benefici a tutto il movimento rugbistico nazionale. Da quando infatti gli Azzurri sono entrati a far parte, quindici anni fa, della più importante competizione continentale, tutto il movimento della palla ovale ha conosciuto un incremento senza precedenti.
A partire dal numero dei tesserati: dai circa 30mila del 2000 si è passati agli oltre 100mila attuali. È chiaro che la maggiore presenza mediatica del quindici italiano ha invogliato il pubblico, soprattutto giovanile, a praticare questo nobile e antico sport. Anche le presenze sugli spalti del campionato di Eccellenza sono aumentate costantemente negli ultimi anni. Si è passati dai 73mila del 2011-‘12 agli oltre 100mila del 2013-‘14, record che dovrebbe essere superato nella stagione in corso.
Il merito non si può non attribuire anche al presidente federale Alfredo Gavazzi che ha sfruttato la leva del marketing come mezzo di promozione del rugby. Pure in questo caso i numeri parlano chiaro: il fatturato della Federugby è passato da 4 milioni di euro circa, valori sui quali si galleggiava vent’anni fa, ai 44 milioni di ricavi del 2013, ultimo bilancio pubblicato ufficialmente.
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Ormai l’Italia “vede proprio la Scozia, formazione con un passato più glorioso ma con entrate di poco inferiori ai 50 milioni. Sicuramente sul trend ha influito la scelta di promuovere in competizioni prestigiose come la Celtic League il brand Italia, grazie al coinvolgimento di un team prestigioso come la Benetton Treviso e alla franchigia delle Zebre su cui Gavazzi ha investito 8 milioni complessivamente, 4 milioni a testa.
Una delle sfide che si presenta a tutto il rugby italiano è anche quello di superare i suoi tradizionali confini nel nostro Paese allargando. In Lombardia, Veneto e Lazio, infatti, risiede circa il 50% dei tesserati che praticano il rugby.
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@MarioBocchio