Riportare a casa i Leoni del San Marco. Subito. Questo dovrebbe essere il tema prioritario sul tavolo del governo italiano alle prese con la querelle (interminabile) della liberazione dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
La cronaca quotidiana, invece, è segnata da incredibili cadute di stile, come nel caso della richiesta di risarcimento danni nella residenza diplomatica in India per le conseguenze sulla recinzione di “un filo per asciugare i panni”. La nostra controparte ci “pesa” anche per queste estemporaneità. Poi c’è anche l’ennesimo – e non si sa quanto utile – viaggio di un ministro italiano a Nuova Delhi: che novità avrà comunicato ai soldati? Non è più tempo di pacche sulle spalle, né di rinvii di udienze per malori di magistrati indiani…
Ha fatto bene l’ex ministro Frattini, sdegnato, a chiedere uno scatto d’orgoglio a Federica Mogherini, titolare della Farnesina, per mettere fine a questo stillicidio di informazioni che arrivano dall’India. I fucilieri, del resto, non hanno nessuna voglia di essere coinvolti in vicende così misere quando in ballo c’è la loro esistenza di reclusi – illegalmente – da oltre ottocento giorni in un paese straniere.
Per questo è indispensabile calendarizzare, indicare tempi regionevolmente brevi, per le prossime tappe della contesa diplomatica: lo meritano i due Leoni del San Marco, che brillano per dignità e onore, e soprattutto la nostra patria, la cui credibilità dopo queste ricorrenti dimostrazioni di impotenza dell’esecutivo, è davvero ai minimi storici nel mondo.
Riportiamoli in patria.