Signor Ambasciatore, quali modifiche hanno subito le relazioni commerciali e diplomatiche tra Italia e Russia dopo la crisi ucraina?
L’Italia è sempre stata tra i nostri maggiori partner strategici nello spazio europeo e questo fatto si riflette non solo nelle dichiarazioni politiche, ma anche nella collaborazione economica. L’ interscambio commerciale tra la Russia e l’Italia ha raggiunto nello scorso anno una quota pari a 54 miliardi di dollari e continua a crescere anche nei primi mesi del 2014. Ciò evidenzia che la cooperazione reciprocamente proficua, la compatibilità e l’interdipendenza delle nostre economie rappresentano in se stesse una specie di «filo assicurativo» che speriamo ci consenta di mantenere l’equilibrio nelle relazioni bilaterali anche nei periodi sfavorevoli della congiuntura politica internazionale.
Uno dei primi atti del nuovo presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi è stato un incontro con il segretario di stato degli Usa Kerry. Vi sono stati contatti tra il nuovo governo italiano e il governo della Federazione Russa? Quali esiti hanno avuto?
Partiamo dal fatto che i nostri Paesi sono tradizionalmente collegati da stretti rapporti di amicizia e di partenariato e ciò è stato confermato dal Presidente della Vladimir Putin durante il recente incontro in “linea diretta” con i cittadini russi. Apprezziamo il livello raggiunto nei rapporti bilaterali, intendiamo intensificarli ulteriormente. Contiamo in particolare che durante il periodo di presidenza italiana della Unione Europea si riuscirà a conseguire ulteriori progressi nelle questioni di collaborazione Italia-Russia. A testimoniare l’implementazione delle dinamiche di collaborazione esistenti al livello più alto è stato il colloquio telefonico su ampia scala di questioni tra i presidenti Renzi e Putin dello scorso 30 aprile.
L’impressione generale è che i grandi paesi europei, come la Germania, siano stati piuttosto riluttanti a seguire la «linea dura» di sanzioni che il presidente Obama ha suggerito. E’ anche la sua impressione?
Bisogna realisticamente considerare che i paesi occidentali nella loro maggior parte siano sottoposti alla disciplina all’interno del loro blocco e di conseguenza devono seguire la linea comune e consolidata della politica internazionale. Tuttavia anche nei paesi dell’Unione Europea ci sono indubbiamente delle persone ragionevoli che capiscono che l’ulteriore rafforzamento delle sanzioni è destinata a produrre effetti reciprocamente negativi.
Questo è l’anno del turismo “incrociato” tra Italia e Russia. Come si sta svolgendo? Quali iniziative sono state intraprese per incrementare l’interscambio turistico? E quali traguardi si possono ancora raggiungere?
L’Anno del Turismo “Incrociato” italo-russo è un evento di particolare rilevanza perché entrambi i Paesi ospitano il più importante patrimonio culturale e naturale a livello mondiale. È il primo anno che l’Italia intreccia con la Russia una iniziativa di questo formato (aveva fatto da battistrada nel 2012 l’anno del turismo incrociato russo-cinese). Nell’ambito del programma federale finalizzato per far crescere i flussi turistici russi verso l’Italia (giunti già oggi ad un livello davvero sorprendente) vengono programmate facilitazioni nel rilascio dei visti, la creazione di nuovi cluster turistici in diverse regioni della Russia, il miglioramento delle infrastrutture per renderle più omogenee agli standard mondiali nonché l’estensione geografica delle destinazioni turistiche russe: a tali fini, attualmente in Russia funziona l’ “Associazione delle piccole città turistiche” il cui quartier generale si trova nella città di Uglich (la più antica nell’oblast della Jaroslavskaya), la creazione di nuove aree turistiche, l’agevolazione dei contatti tra i giovani dei due Paesi, l’aumento della mobilità nel mondo accademico e scientifico sul modello del “Progetto Erasmus” nell’Europa. Speriamo che l’Anno del Turismo dia il proprio contributo alla creazione di un clima di fiducia e rispetto reciproco nel continente europeo.
La russofobia in questi ultimi tempi ha caratterizzato molti media occidentali, come pensa la Russia di rispondere a questa rappresentazione pregiudizialmente negativa della propria realtà nazionale?
Con mio grande dispiacere devo constatare l’esistenza nella politica redazionale di alcuni giornali di un atteggiamento politicizzato purtroppo diffuso riguardo ad alcune questioni della realtà russa: questo atteggiamento alimenta fobie infondate e fomentata artificialmente l’irritazione. Gli articolisti spesso si limitano a presentare un quadro dell’argomento con metodi descrittivi e narrativi preconcetti, senza una analisi profonda della situazione. Da parte nostra teniamo d’occhio questo fenomeno. Il nostro Dicastero degli Affari Esteri periodicamente pubblica al suo sito i commenti ufficiali riguardo diverse dichiarazioni antirusse. Comunque nella stampa italiana affidabile il buon senso prevale, in essa vengono pubblicati parecchi materiali analitici e sufficientemente equilibrati.