“Quando cammino su queste dannate nuvole, vedo le cose che sfuggono dalla mia mente, niente dura niente. Quando cammino in questa valle di lacrime, vedo che tutto si deve abbandonare, niente dura niente, dura e questo lo sai, però non ti ci abitui mai”.
Inizia così Dannate Nuvole, il nuovo singolo di Vasco Rossi che lo ricongiunge al rock. No, niente a che vedere con ‘Colpa d’Alfredo’, ‘Fegato, Fegato Spappolato’ o ‘Gli Spari Sopra’, ma almeno il rocker di Zocca ci ha riprovato ad abbandonare un ‘Eh già’ di troppo per tornare alle origini. Dopo una degenza molto lunga, dopo 3 anni di assenza, un lungo periodo inchiodato a letto tra malattia e depressione, il Blasco aveva bisogno di riscattarsi: con se stesso, e con il suo pubblico. E allora ecco una melodia che in certi punti richiama ‘Siamo solo noi’ – la canzone di una “generazione di sconvolti che non ha più santi né eroi” – mentre in altri, e soprattutto per le parole, ricorda ‘Ogni volta’.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=giUYp00qoIc[/youtube]
Ma, note a parte, Vasco Rossi, per scrivere ‘Dannate Nuvole’ si è ispirato al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e al suo ‘Così parlò Zarathustra’. Una sorta di viaggio, quindi, e forse l’insegnamento che Vasco-Zarathustra vuole dare agli uomini, tornando tra essi, è contenuto tutto nei versi del brano, inciso e registrato tra lo Speak Easy studio di Los Angeles e l’Open Digital di Bologna, con la collaborazione di Guido Elmi.
Ma ‘Dannate Nuvole’ è anche il singolo di Stef Burns, erede di Maurizio Solieri al reparto chitarristico. La chitarra, infatti, torna ad avere un ruolo da protagonista nella canzone, con i suoi riff e i suoi assoli, inseriti con maestria nel pentagramma dopo un inizio affidato alla (quasi onnipresente) tastiera e ai sintetizzatori.
‘Dannate Nuvole’, quindi, diventerà il nuovo cavallo di battaglia del Blasco, e sarà introdotto nella scaletta dei concerti romani (25, 26 e 30 giugno) e meneghini (5, 9 e 10 luglio).