El Maracanazo si consumò il 16 luglio 1950 a Rio de Janeiro, davanti a 199854 spettatori. Un’autentica folla da record testimone di quello che forse è il più grande disastro sportivo di sempre. Erano quasi duecentomila, ma ne risultavano paganti 173850. Erano lì per una festa annunciata, alla fine si ritrovarono a piangere una sconfitta epocale: 2-1 per l’Uruguay, Celeste campione del mondo, Seleçao (e un paese intero) in lacrime.
I Mondiali brasiliani del prossimo giugno saranno la grande occasione per il riscatto. Il 13 luglio, al Maracanà, sessantaquattro anni dopo, dovrà esserci la nazionale di Felipe Scolari. E, se ci sarà, sarà costretta a vincere. Più di qualcuno, anche nella CBF, avrebbe invece volentieri fatto a meno dell’Uruguay di Oscar Washington Tabarez, che si è qualificato alla fase finale passeggiando sulla sorpresa Giordania dopo un girone piuttosto deludente. D’accordo, non ci sono Schiaffino e Ghiggia, i “carnefici” del ’50, però la coppia Suarez – Cavani non è poi troppo da meno. La Celeste non è tra le favorite del torneo, ma l’exploit di quattro anni fa in Sudafrica (quarto posto), confermato da una buona Confederations Cup, la rende ugualmente una delle outsider più accreditate e temibili. La classifica FIFA, sebbene da prendere con le pinze, la pone al sesto posto, quattro gradini sopra il Brasile (e uno sopra l’Italia): tradotto in termini concreti, sarà testa di serie nel sorteggio per i gironi eliminatori, dove ovviamente non potrà quindi trovare i verdeoro. E, a proposito di colori, i padroni di casa del 2014 scelsero di cambiare divisa proprio dopo la Waterloo del ’50. Allora, infatti, indossavano una tenuta bianca con dettagli azzurri, che, dopo la finale, sarebbe finita nell’armadio per lasciare spazio dal 1954 alle tonalità che avrebbero scritto la storia del calcio mondiale.
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Come se non bastassero i corsi e ricorsi storici, ci si è messo anche lo sponsor tecnico dell’Uruguay. Dopo l’ufficialità della qualificazione, il marchio tedesco che firma le maglie di Cavani e compagni ha pensato bene di festeggiare mettendo paura al Brasile. Come? Con un video virale in cui un fantasma di celeste vestito, con il numero cinquanta sulla schiena, si aggira per le strade di Rio de Janeiro spaventando i passanti. E’ “el fantasma del 50” che, recita il titolo, “ya està en Brasil”, è gia in Brasile. Nel filmato, l’ultima tappa è, neanche a dirlo, proprio sul luogo del delitto, quel Maracanà che il prossimo 13 luglio ospiterà la finalissima. Dove, se dovessero esserci davvero i ragazzi di Tabarez contro quelli di Scolari, i brasiliani potrebbero rivedere più di un vecchio fantasma.