Il circuito cittadino di Monte Carlo, per la F1 contemporanea, è quanto di più anti moderno possa esistere, splendido e unico esempio di pista senz’appello, in cui sono i centimetri a misurare il discrimine tra una traiettoria pennellata perfettamente e le barriere.
Le prove libere
Le libere del giovedì (a Monaco le prime libere si corrono al giovedì e non al venerdì) segnano il ritorno dei motori sulle stradine del Principato dopo la cancellazione dell’edizione del 2020: le FP1 vanno a Perez, in 1’12”487, le FP2 all’idolo di casa Leclerc (che aveva perso praticamente l’intera sessione della mattina per un problema alla trasmissione) in 1’11”684.
Le FP3 di sabato mattina sono invece primeggiate dalla Red Bull di Max Verstappen, col tempo di 1’11”294.
Le qualifiche
Le qualifiche a Monaco sono la prima parte, essenziale, della gara, con i piloti che restano continuamente sul tracciato per migliorarsi: la Q1 se la prende Bottas, segnando 1’10”938, mentre in Q2 primeggia Leclerc con 1’10”597 ma i distacchi restano davvero ravvicinati; in Q3 il monegasco fa addirittura il colpo grosso e si prende addirittura la pole position (la prima per la Ferrari e per lo stesso Leclerc da Messico 2019), una pole col “botto” , visto che dopo il primo (e decisivo) tentativo concluso in 1’10”346, nel tentativo di migliorarsi il Ferrarista sbatte alle Piscine e deve tornare ai box a piedi, imponendo la bandiera rossa e costringendo i commissari a concludere la qualifica in anticipo: la Ferrari comunque sembrerebbe confermare la mancanza di danni particolari.
Alle sue spalle, Verstappen, Bottas, Sainz e Norris; soltanto settimo Hamilton, davanti a Vettel, Perez e Giovinazzi (che non si qualificava tra i primi dieci dalla Turchia della passata stagione).
Molto male Ricciardo e Alonso, rispettivamente 12° e 17°.
La gara
Nonostante le iniziali rassicurazioni, i peggiori incubi per la Ferrari si materializzano durante il giro d’istallazione: risolti alcuni iniziali problemi di cambio, Leclerc deve però arrendersi per il semiasse sinistro danneggiato, (ancora da chiarire le cause ma non è peregrino che ci fossero delle conseguenze dirette per la picchiata di sabato), impossibile da riparare in tempo per la partenza, ritrovandosi dunque escluso ancora prima dell’inizio, mentre la Ferrari numero 16 resterà malinconicamente nel garage.
Al via Verstappen comunque tiene la testa, davanti a Bottas, Sainz e Norris, conducendo sicuro davanti al finlandese in una prima parte di gara lineare e senza stravolgimento alcuno, almeno fino alle prime soste ai box per i cambi gomme: il primo a fermarsi è Hamilton, al ventinovesimo giro, per le dure.
La tattica del rientro anticipato però non paga affatto, giacché dopo le fermate dei diritti avversari, Hamilton non solo si trova nuovamente alle spalle di Gasly ma anche di Vettel, col tedesco che in uscita dai box si prende la posizione sull’alfiere dell’AlphaTauri, e dunque su Hamilton, tenendo giù il piede lungo la salita di Massenet; sfortunatamente per il pilota della Mercedes, quando Perez si fermerà, allungando ancora lo stint, alla tornata 34, il messicano si ritroverà quarto, costretto il 44 addirittura settimo.
Intanto però era arrivato (giro 30) l’incredibile ritiro di Bottas, al quale si era bloccata la pistola anteriore destra durante la sosta.
Senza più il suo più diretto concorrente, a Verstappen non resta che cambiare le gomme al giro 33 (per le dure), tornare in pista e occuparsi di Carlos Sainz, limitandone ogni velleità di rimonta, con lo spagnolo attestatosi in seconda posizione e Lando Norris in terza.
Se davanti Verstappen non si scompone, l’ultima sezione di gara viene animata dal recupero di Perez, che sfrutta un calo della resa delle gomme di Norris per arrivare fin sotto il secondo ma a Monaco, come è risaputo, un conto è avvinarsi, un conto è anche solo pensare di passare; e infatti, la progressione di Perez si dimostrerà essere un fuoco di paglia, senza neanche mai farsi notare negli specchietti.
Con Hamilton ancora alle spalle di Gasly, all’inglese non resta che andare a caccia del giro più veloce, impresa che puntualmente gli riesce al giro 69 in 1’12”909, dopo aver montato la mescola più morbida un paio di tornate prima.
È l’ultimo sussulto prima della bandiera a scacchi che saluta una grande vittoria di Max Verstappen, in testa per tutti e 78 giri della competizione sul toboga monegasco: sul podio, a fargli compagnia, ci sono un solido Carlos Sainz, al primo podio in “Rosso” e Norris, che bissa il terzo gradino del podio di Imola.
Punti iridati vanno a Perez, al magistrale Vettel (lui che ancora di punti non ne aveva conquistati alla guida dell’Aston Martin), a Gasly, Hamilton (grande sconfitto di giornata), Stroll, Ocon e al buon Antonio Giovinazzi, che smuove anche lui la casellina zero dalla classifica iridata.
Prossimo appuntamento a Baku, in Azerbaijan, tra due settimane.