La terza edizione del Gran Premio di Miami, valida come sesta gara del Campionato di Formula 1 2024 è anche la seconda consecutiva stagionale con il formato “Sprint”.
Il veloce cittadino della Florida, situato in località Miami Gardens, conta 19 curve ed è lungo 5,412 chilometri, con tre Zone DRS; si caratterizza per essere mediamente impegnativo per gomme e freni.
La Pirelli porta negli Stati Uniti d’America le mescole mediane della gamma, scegliendo le C4 (Soft), le C3 (Medium) e le C2 (Hard).
Il venerdì
Il venerdì, nell’unico turno di prove libere, le FP1, il più rapido è Max Verstappen su Red Bull, in 1’28”595 (Soft).
Al pomeriggio è già tempo di Sprint Qualifying, per la griglia della gara del sabato; nella SQ1 (medie obbligatorie), il miglior tempo è di Lando Norris, in 1’27”939, ripetendosi il pilota della McLaren anche nella successiva SQ2 (di nuovo con la mescola media obbligatoria), col riferimento di 1’27”597.
Nella conclusiva SQ3 (Soft obbligatoria), tutti scelgono di eseguire un solo giro veloce, con Verstappen che ottiene la partenza al palo, fermando il cronometro sull’1’27”641, poi Charles Leclerc (1’27”749) e il compagno Sergio Perez (1’27”876).
Il sabato
A Miami, la Sprint di Miami si tiene sulla distanza di 19 giri: la scelta maggiormente condivisa è quella della gomma media, tranne che per Yuki Tsunoda e Logan Sargeant, sulle Soft; Alexander Albon scatta dai box.
Allo spegnimento dei semafori, Verstappen deve difendersi da Leclerc e chiude bruscamente la traiettoria, scartando verso destra; l’olandese conserva la posizione, sennonché la competizione è presto neutralizzata.
A centro gruppo, infatti, Fernando Alonso sbaglia il punto di frenata in curva 1 e si aggancia con il compagno Lance Stroll, contestualmente alla staccata troppo ottimista di Lewis Hamilton che aumenta lo scompiglio: ne fa le spese l’incolpevole Lando Norris che, toccato a sua volta da Stroll, deve ritirarsi, così come il canadese, la cui Aston Martin risulta irreparabilmente danneggiata.
Alonso se la cava con una foratura, ma finirà nelle retrovie.
Entra la Safety Car che resta in pista fino al termine della terza tornata: alla ripartenza, dal giro 4, non ci sono scambi di posizione.
A ridisegnare la classifica ci pensa Sergio Perez, che – dopo un largo in curva 1 alla partenza – riprende e passa Daniel Ricciardo per la terza piazza, all’interno della curva 11 (giro 5).
L’australiano della Racing Bulls, però, si esalta nel mantenere la posizione su Carlos Sainz, forte di una notevole velocità di punta; lo spagnolo ci prova in curva 1, al giro 12, ma Ricciardo chiude la porta, lasciando l’iberico a vedersela con Oscar Piastri.
In ottava e nona posizione, intanto, si era infiammato da diversi passaggi il confronto tra Kevin Magnussen (ottavo) e Hamilton: il danese sfrutta al massimo la pista e anche di più, prendendosi una penalità di 10” per avere, due volte, oltrepassato i limiti della careggiata.
Al giro 14, l’alfiere della Haas tira una staccata oltre ogni immaginazione, in curva 11, costringendo sé stesso e il suo avversario ad andare dritti; ne approfitta Tsunoda, che si infila davanti a entrambi.
Scalato temporaneamente Magnussen decimo (sarà oltretutto penalizzato di ulteriori 25” complessivi, per comportamento scorretto), la sfida diventa tra Hamilton e il nipponico della Racing Bulls.
Davanti, Verstappen, Leclerc e Perez hanno cristallizzato le posizioni, mentre Ricciardo ha tenuto a bada Sainz.
Alla fine dei 19 giri, la bandiera a scacchi saluta il primo posto di Verstappen, con Leclerc secondo e Perez terzo.
Quarto, un coriaceo Ricciardo, poi Sainz, Piastri, Nico Hulkenberg con la Haas e Tsunoda, che eredita il piazzamento di Hamilton.
In realtà, nella frenata della curva 11 – e proprio all’ultimo giro – il britannico avrebbe strappato a Tsunoda l’ottava posizione e l’ultimo punto, ma un eccesso di velocità in pit lane – durante la neutralizzazione – gli costa una penalizzazione di 20” (equivalenti a un Drive Through) e lo fa scivolare sedicesimo.
Il giapponese prende così l’ottavo posto, legittimando il doppio piazzamento tra i primi otto delle Racing Bulls.
Dopo la gara del sabato, si disputano le qualifiche: la Q1 vede in testa Verstappen, in 1’27”689 (Soft), con la Q2 che è invece appannaggio di Charles Leclerc, in 1’27”533 (Soft).
La Q3 delle prove ufficiali, decisiva per completare la griglia del Gran Premio, si risolve in sostanza nel primo run: Verstappen segna un tempo di 1’27”241, poco meglio di Leclerc, in 1’27”382 e di Carlos Sainz, in 1’27”455.
Nel secondo tentativo, nessuno dei tre si migliora, fermandosi, rispettivamente, all’1’27”430 (Verstappen), 1’27”799 (Leclerc) e 1’27”786 (Sainz); Perez, al contrario, ritocca l’iniziale 1’27”754, fino all’1’27”460 che lo porta quarto.
Verstappen, dunque, conquista la pole position, davanti alle Ferrari di Leclerc e Sainz, con Perez quarto, Lando Norris quinto, Oscar Piastri sesto; a completamento delle prime dieci posizioni, George Russell, Lewis Hamilton, Nico Hulkenberg e Yuki Tsunoda.
Tra le sorprese negative delle qualifiche, Fernando Alonso, che è stato eliminato nella Q2, quindicesimo; male anche Ricciardo, diciottesimo.
Domenica, in realtà, l’australiano avrebbe iniziato il Gran Premio ventesimo, giacché c’era una penalità di tre posizioni da scontare, per un sorpasso sotto Safety Car compiuto durante il Gran Premio della Cina.
La gara
Gli pneumatici per affrontare la prima parte del Gran Premio sono soprattutto quelli di medi, eccezion fatta per Hamilton, Alonso, Magnussen e Ricciardo, sulle Hard e di Valtteri Bottas sulle Soft.
Allo spegnimento dei semafori, Verstappen tiene la testa, mentre Leclerc non ha un buono spunto e Sainz lo scavalca; buon per il monegasco che in curva 1 Perez arrivi lungo, creando un leggero scompiglio che consente al numero 16 di riportarsi secondo.
Oscar Piastri – sesto al via – comincia in crescendo e, approfittando della situazione, al giro 3 è terzo, avendo sopravanzato Norris, lo stesso Perez e Sainz nelle primissime fasi di gara; al giro 4, in curva 17, l’australiano della McLaren sorpassa anche Leclerc.
Anche Norris mette sotto pressione Perez, limitandosi comunque a farsi vedere negli specchietti.
Il messicano, tuttavia, rientra per cambiare le gomme alla fine del giro 18: montate le dure, scende decimo.
Leclerc cambia per le dure al termine del passaggio 19, riprendendo la pista sesto, ma si deve impegnare per passare Hamilton – al giro 21 – con una decisa frenata all’esterno della curva 11.
La gara è brevemente neutralizzata virtualmente alla tornata 23, complice un grande rischio corso dal capofila Verstappen: l’olandese, infatti, aveva colpito il conetto di demarcazione, interno alla chicane (curve 13/14/15); per rimuoverlo, c’è bisogno della Virtual Safety Car.
Dopo la breve “pausa” – e alcuni pit stop – si riprende normalmente, con la sosta di Vertappen per le dure, alla fine dello stesso giro 23.
In testa si porta Piastri e Hamilton monta le medie (a fine giro 26); fermate pure per Sainz e Piastri (fine giro 27), entrambi per le dure; l’australiano perde la posizione rispetto a Leclerc.
In prima posizione virtuale sale Norris che ha deciso di allungare lo stint, salvo poco dopo la gara venire di nuovo neutralizzata, questa volta con la Safety Car “reale”: è il giro 28, il fulcro del Gran Premio.
Logan Sargent e Magnussen, erano arrivati al contatto in curva 3, finendo l’alfiere della Williams contro le barriere (il danese riparte ma, riconosciuto responsabile dell’incidente, prende una penalità di 10”); ne approfitta Perez, che a conclusione dello stesso passaggio 28 compie la seconda sosta, rimontando delle medie.
Soprattutto, però, a conclusione del giro 29 c’è Norris che, allungata la prima sezione di gara, può fermarsi per le Hard (dalle medie), con relativa calma: tornato in pista – sempre in regime di Safety Car – il britannico ha mantenuto il vertice.
Si riparte dal giro 33 e sul rettilineo principale il pilota della McLaren si limita a controllare Verstappen, costretto poi l’olandese a guardarsi da Leclerc.
C’è anche Sainz, che in curva 11 (il giro in corso è il numero 34) prova all’esterno di Piastri, il quale, tuttavia, si difende in modo aggressivo; non manca un leggero contatto tra la posteriore destra della McLaren e l’anteriore sinistra della Ferrari, costretto Sainz ad andare oltre il cordolo.
Norris, davanti, è in solitaria e valorizza le gomme più fresche per costruirsi un piccolo margine, che al giro 37 è di due secondi.
Sainz, invece, al giro 39 s’infila alla staccata della curva 17 su Piastri, ma arriva leggermente lungo, lasciando a Piastri la possibilità di contrattaccare sul successivo allungo, sbagliando anche lui nella successiva curva 1 e lasciando al Ferrarista la quarta piazza (passaggio numero 40).
Il giovane australiano perde terreno, avendo un danno sull’ala anteriore (rotta durante la battaglia con Sainz), tant’è che al giro 40, ancora prima della curva 11, lo scavalcano sia Perez, che Hamilton.
Dunque, se Norris continua a rafforzare il primato, alla fine della stessa tornata 40 Piastri deve tornare ai box per la sostituzione del muso, ritrovandosi ultimo.
Per il britannico della McLaren, le difficoltà in termini di guidabilità di cui si lamenta Verstappen, si trasformano in una grande opportunità, che giro dopo giro cerca di massimizzare, impostando l’andatura su un passo costantemente più rapido degli avversari diretti.
Si fa notare pure Alonso, lungamente in lotta con Esteban Ocon per la nona piazza, fino al sorpasso – all’esterno dopo una finta – del giro 48, in curva 11.
In testa, Norris ha ormai fatto il vuoto, dimostrandosi particolarmente abile anche nella gestione delle gomme.
Al termine dei 57 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la prima, sospirata vittoria di Lando Norris in Formula 1, che riporta la McLaren sul gradino più alto del podio a tre anni dall’ultima volta.
Secondo si è piazzato un meno brillante del solito Verstappen, con Leclerc terzo e Sainz quarto.
Quinto posto per Sergio Perez, poi Hamilton, Tsunoda, George Russell, Alonso ed Esteban Ocon, che regala all’Alpine il primo punto del 2024.
Il giro più veloce è appannaggio di Oscar Piatri, siglato alla tornata numero 43, in 1’30”634 ma l’australiano si è classificato tredicesimo, dunque fuori dai primi dieci e per questo il punto bonus non è stato assegnato.
La Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, a Imola, per la prima gara europea della stagione.