I ciliegi in fiore di Suzuka, 150 chilometri a Est di Osaka, accolgono la Formula 1 per il Gran Premio del Giappone (da quest’anno spostato da ottobre ad aprile), quarta gara del Campionato 2024.
Il circuito, di proprietà della Honda, con la sua conformazione “a 8”, è una delle più belle e probanti del Mondo: 18 curve – alcune, come la Dunlop, la Degner e la Spoon sono tra le più iconiche del Mondiale – lungo i 5,807 chilometri di un tracciato che regala la sensazione di una sfida continua, sia per i piloti, che per le vetture.
La Pirelli sceglie perciò le mescole più dure del lotto, portando in Giappone le C3 (Soft), le C2 (Medium) e le C1 (Hard).
Le prove libere
La tre giorni nipponica comincia dalle FP1 del venerdì mattina, primeggiate da Max Verstappen, in 1’30”056 (Soft).
Per contro, nelle FP2 del venerdì pomeriggio, arriva la pioggia e dunque girano pochi piloti, in pista solo nel finale: i riferimenti cronometrici non sono molto indicativi, per quanto il miglior tempo sia appannaggio di Oscar Piastri, in 1’34”725 (Soft).
Il sabato torna l’asciutto e le FP3 si caratterizzato per il primato nuovamente di Verstappen, con il riferimento di 1’29”563 (Soft).
Le qualifiche
Le qualifiche si svolgono sotto un cielo coperto, che tuttavia non sarà foriero di rovesci.
Nella Q1, Verstappen è primo, in 1’28”866 (Soft), un risultato replicato nella Q2, miglioratosi fino all’1’28”740 (Soft).
Successivamente, l’olandese è il grande protagonista della Q3: il pilota della Red Bull ottiene dapprima il primato provvisorio, in 1’28”240, poi, si prende la pole position fermando il cronometro sull’1’28”197 (Soft).
Secondo è Sergio Perez (1’28”263), terzo Lando Norris, quarto Carlos Sainz, quinto Fernando Alonso, sesto Oscar Piastri, settimo Lewis Hamilton; chiudono la Top 10, Leclerc (un solo run, per lui, nella Q3), George Russell e Yuki Tsunoda.
La gara
Splende il sole a Suzuka, la domenica del Gran Premio e le condizioni generali portano diversi piloti, tra cui Fernando Alonso, a scegliere le Soft per partire, sebbene la scelta più condivisa sia quella delle Medium.
Allo spegnimento dei semafori, Verstappen e Perez mantengono le rispettive posizioni, ma la gara deve subito fermarsi a causa di un incidente.
A centro gruppo, infatti, Daniel Ricciardo si tocca con Alexander Albon nelle Esses (più precisamente in curva 3).
Entrambi finiscono contro le barriere che, divelte, costringono la Direzione Gara a esporre la bandiera rossa: corsa sospesa.
Riparate le protezioni, si riforma lo schieramento, non senza alcuni cambiamenti degli pneumatici (Lewis Hamilton, George Russell e Logan Sargeant per esempio, passano alle Hard).
Al secondo spegnimento dei semafori di giornata, i primi sei non mutano, mentre le medie aiutano Leclerc a scavalcare Hamilton.
Una volta assestatesi le posizioni – almeno al vertice della classifica – la variabile fondamentale diventa quella della gestione delle gomme medie, a maggior ragione con 40 C° di temperatura dell’asfalto.
Norris rientra per il primo pit stop alla fine del giro 11, cambiando dalle medie alle dure, come per altro farà il compagno Piastri il giro dopo.
Intanto, Hamilton cede – su indicazione del muretto – la sesta piazza a Russell, più rapido di lui e Alonso sceglie le medie (dalle morbide, a fine passaggio 13); il pilota dell’Aston Martin esce dai box ottavo, dietro alla McLaren di Norris.
Dopo Alonso, proseguono le soste: a conclusione del passaggio 15, Perez e Sainz si fermano, ancora per le medie, rientrando sesto e settimo; stessa opzione di Verstappen (fine giro 16).
Norris scavalca Hamilton – superato anche da Perez, alla 130R – e non si ferma, sopravanzando Russell (giro 18) in curva 1, a sua volta passato anche da Perez.
Le due Mercedes d’altronde, in crisi di gomme, scivolano rapidamente in classifica: al giro 19, Sainz strappa a Hamilton la sesta posizione, all’interno della Curva del Cucchiaio.
Al giro 21, grazie alla scia e al DRS, Verstappen si riprende la testa della gara da Leclerc, ancora sulle gomme del via, in funzione dell’allungamento massimo dello stint; il pilota della Ferrari, infatti, è costretto ad una strategia diversa dagli altri, l’unico modo per risalire e limitari i danni dopo le qualifiche.
Poche curve dopo, Sainz replica su Russell la manovra che aveva compiuto su Hamilton (il numero 44, al giro 22, perde anche la posizione Alonso).
Davanti allo spagnolo, Perez va a riprendere Norris – che gli aveva preso la posizione anticipando la prima sosta – e si riporta terzo.
Nella girandola dei sorpassi, chi continua a soffrire sono le Mercedes: Russell conferma le Hard alla fine del giro 22, Hamilton fa lo stesso (fine giro 23).
Il passo si assesta sull’1’34”alto, 1’35” basso, sebbene Leclerc si ponga in controtendenza, al netto di un ottimo ritmo che legittima il suo lunghissimo primo stint.
Il monegasco non può però difendersi da Perez (complice anche un errore nella Curva Degner, al giro 26).
A quel punto, l’atleta classe 1997 effettua il primo (e definitivo) cambio-gomme al termine della tornata numero 26, in contemporanea con la seconda sosta di Norris, alle sue spalle: entrambi vanno sulle dure, ma la rapidità dei meccanici della Ferrari, aiuta il numero 16 a prendersi la posizione sul britannico della McLaren.
Ripreso il circuito, Leclerc si pone davanti anche a Russell, che – nonostante le mescole ancora piuttosto fresche – non può nulla neanche nei confronti di Norris (giro 28).
Seconde soste anche per Perez e Alonso – fine giro 33 – che cambiano dalle medie alle dure, mentre Verstappen va sulle Hard a conclusione della tornata successiva.
Il messicano della Red Bull non perde tempo, scavalca subito Norris e Leclerc (quest’ultimo al giro 36).
In testa, il capofila temporaneo resta Sainz – con medie usate da oltre venti passaggi – almeno fino alla fine della tornata numero 36: l’iberico cambia per le dure e riprende la carreggiata in settima posizione.
La sua rincorsa comincia con la sesta piazza presa a Hamilton, grazie ad un affondo sul rettilineo (giro 38), quasi contemporaneamente divenuta quinta, poiché aveva appena “pittato” ai box Russell (scenderà da quinto a nono).
Lo spagnolo si mette allora sulle tracce di Norris, ne recupera lo svantaggio e al giro 44 lo scavalca sul rettilineo principale, risalendo quarto.
Con pneumatici montati dieci giri prima del compagno Leclerc, Sainz chiude in un paio di tornate la differenza sulla Ferrari numero 16: le due Rosse – viste le differenti strategie – non sarebbero realmente in lotta.
Eppure, al giro 46, Sainz s’impegna comunque per passare all’esterno, tornando virtualmente tra i primi tre.
C’è ancora il tempo per le schermaglie tra Piastri e Russell – con Alonso poco più avanti, sesto – che si concludono in favore del britannico della Mercedes; proprio all’inizio dell’ultimo giro, infatti, Russell strappa all’australiano della McLaren la settima posizione.
Al termine dei 53 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la vittoria di Max Verstappen, con Sergio Perez secondo a completare la doppietta della Red Bull.
L’olandese è autore anche del giro più veloce, con annesso punto bonus, siglato in 1’33”706 al termine della tornata numero 50.
Terzo Carlos Sainz, davanti ad un grande Leclerc, nominato “Pilota del Giorno”: il monegasco è stato autore di una gara solida, dal notevole ritmo, supportato da un’ottima strategia (un solo pit stop) che gli ha consentito di recuperare.
Nelle altre posizioni a punti Norris, Alonso, Russell, Piastri, Hamilton e l’applauditissimo Tsunoda, pilota di casa che regala un punto alla Racing Bulls.
La Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, ancora in Asia e più precisamente a Shanghai, per il Gran Premio della Cina.