Uno dei leit motiv tipici delle campagne elettorali comunali del centrosinistra è l’utilizzo dei mezzi pubblici al posto delle vetture personali, che inquinano e ingombrano. Anche Giuliano Pisapia puntò molto sulla promozione del trasporto comunale, ma in questi giorni la sua Giunta sta varando un provvedimento piuttosto impopolare: l’aumento generalizzato degli abbonamenti ATM, mensili ed annuali, del 25%, che sarà accompagnato dalla limitazione delle esenzioni e delle tariffe agevolate per gli over 65.
Sulla pagina facebook del sindaco molti utenti arrabbiatissimi fanno notare che ormai muoversi a Milano sta diventando una faccenda costosa, soprattutto per le famiglie, gli studenti e i pendolari, questi ultimi simbolo della classe media che ormai non è più media, costretta a fare i calcoli delle spese familiari fino all’ultimo centesimo. La questione “spostamenti” nel capoluogo lombardo esplose per la prima volta con il varo dell’Area C. Entrare in centro con la macchina da quel momento costa 5 euro a passaggio e ai residenti sono concesse pochissime agevolazioni. Il comune assicurava che il provvedimento avrebbe evitato l’aumento degli abbonamenti ATM e avrebbe migliorato le condizioni del trasporto pubblico.
I milanesi abbozzarono, d’altronde il problema li riguardava marginalmente, essendo colpiti principalmente i lavoratori provenienti da fuori città. Successivamente vennero aumentati del 50% i biglietti singoli unitamente ai posteggi . I motivi addotti erano gli stessi: miglioramento del trasporto pubblico ed evitare l’aumento degli abbonamenti. I milanesi abbozzarono ancora, d’altronde “mors tua vita mea”, dimostrando una mentalità tipica di un villaggio rurale, che vede Milano come appannaggio di chi ci abita e non di chi ci studia e lavora per 12 ore al giorno. Adesso arriva la stangata sugli abbonamenti ed esplode la rabbia di chi aveva creduto alle parole di Pisapia.
I messaggi di sfiducia sono molti e vanno dal “vergognatevi” al “dall’anno prossimo sgaserò il più possibile con la macchina” fino ai laconici “non vi voterò più”. Messaggi che ricevono tutti la stessa risposta, sotto forma di comunicato del comune, in cui viene attribuita parte della colpa allo Stato e alla Regione che avrebbero diminuito i fondi e che, ad esempio, a Londra il servizio costa molto di più.
Si dimenticano di dire che esistono studi commissionati dalla stessa ATM da cui si evince come il servizio milanese sia molto meno efficiente di quello londinese. In definitiva, il provvedimento non verrà rivisto e chi è obbligato ad andare a Milano, come si suol dire, si attaccherà al tram.
@cescofilip