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Berto Sour. La destra e il nodo della declinazione libertaria

Contro quale Stato si scagliava Nietzsche? Contro il Reich bismarkiano, l’apogeo del nazionalismo liberale, del cittadino-funzionario, cittadino-gabelliere, del cittadino-burocrate incapace di innalzarsi sopra il funzionalismo quotidiano

by Giacomo Petrella
4 Maggio 2021
in Corsivi
2
Libertarismo

Dallo Zarathustra, una citazione: “Solo quando lo Stato finisce, là inizia l’essere umano che non è superfluo: lì inizia la canzone della necessità, la sua melodia unica e inimitabile”. Ma contro quale Stato si scagliava Nietzsche? Contro il Reich bismarkiano, l’apogeo del nazionalismo liberale, del cittadino-funzionario, cittadino-gabelliere, del cittadino-burocrate incapace di innalzarsi sopra il funzionalismo quotidiano.

L’inghippo liberale

La consapevolezza estetica ed epica della Destra, ha sempre colto questo antistatalismo dell’anima. Lo Stato, in senso classico, è a Destra strumento di istanze superiori, o cornice di agonismo organico, di selezione. Non è fine a sé stesso. Il cittadino è cittadino armato, miliziano, non mero ingranaggio burocratico. Per questo anche la Destra, dopo l’epoca delle rivoluzioni e delle dittature, ha sempre finito per schierarsi a destra, nei lidi liberali, dando retta alle narrazioni antiburocratiche di quelle oligarchie eternamente girondine.

Democrazia liberale vuol dire loggia

E tuttavia anche in questi giorni non ci si dovrebbe stupire di un fatto compiuto: democrazia significa tirannide oligarchica, e lo Stato liberale, come il Reich bismarkiano abbonda di Logge e loggette dentro alle quali si determinano le reali dinamiche di potere. Lasciamo stare gli spazi metapolitici, le finte narrazioni, le distrazioni di massa, concerti e concertini. L’ideologia liberale si riduce a questo: impedire la selezione dal basso, mantenerla all’interno dei gangli occulti o palesi dello Stato, il nietzscheano “gelido mostro”. impedire che altri abbozzino un Quantum di Potenza.

L’opzione libertaria

Per la Destra, dunque, l’opzione libertaria, radicale, è un’opzione valida. A patto che risulti essere strumento e non fine. Un nuovo Cesare probabilmente scaturirà quale guida di un grande sciopero fiscale capace di svelare alle masse il grande inganno della moneta debito, della moneta senza valore. Da quello sciopero, trasmutazione di tutti i valori, forse, si potranno imporre altri valori e un nuovo Stato. Ma senza riportare la massa a categorie, a organi di un sistema, tutto questo sarà impossibile. Un grande no alla burocrazia e alla falsa moneta è necessario per svegliare le folle. Se esiste dunque, e ancora, una sana opzione populista sta nascosta fra le pieghe di quelle categorie di produttori e piccoli imprenditori e loro lavoratori, vagamente arrabbiati col sistema, poiché coscienti, per pratica fiscale, dei meccanismi schiavistici dello Stato liberale.

La sensazione tuttavia è che molti dei sedicenti libertari che si aggirano per l’Italia non siano diversi dal resto degli Italiani: uomini di concetto e non di azione, uomini di prebenda e non di comando. Uomini di cricca più che di popolo. In fondo, resta sempre una questione di selezione, di stirpe, di indole.

 

Giacomo Petrella

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Tags: Barbadilloberto sourDestragiacomo petrellasfida libertaria

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Comments 2

  1. Valter Ameglio says:
    2 anni ago

    Bisognerebbe, però, iniziare ad uscire da quella pigrizia intellettuale di definire una comunità come destra in antitesi ad una non meglio identificata o identificabile sinistra . Le elites devono avere il coraggio di costruire ed indicare nuovi percorsi ad incominciare dal linguaggio . Altrimenti la palude rimane tale senza cambi di paradigma

  2. Guidobono says:
    2 anni ago

    A destra di Bismarck non vedo chi ci potesse stare, forse qualche nostalgico della Santa Alleanza… Nietzsche era tutto fuorché un politico… E fu cacciato (giustamente), dal nuovo Kaiser in quanto voleva emanare una legge antisocialista liberticida.

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