Come sempre accade in tali contesti (e tenendo ben presente il caldo soffocante e le improvvise tempeste di sabbia) non è tanto, o perlomeno non è soltanto il cronometro a farla da padrone, quanto più quelle valutazioni di natura tecnica, sul passo gara e sulle risposte offerte dalla nuova mescola sulle vetture 2021, naturale quanto forzata evoluzione dei progetti 2020.
Prendendo con le pinze i pochi dati alla mano disponibili, è innegabile ad essere emersa come protagonista indiscussa è stata la Red Bull, solidissima sul giro secco, quanto sulla distanza: le RB16B di Verstappen e del neocompagno Sergio Perez (chiamato ad una stagione importante, di fianco ad un compagno così scomodo e “accentratore”) hanno dimostrato di essere gran forma, col messicano particolarmente in palla già nella prima simulazione di gara, nella sessione di sabato (tre serie di giri, la prima su hard per diciassette tornate, la seconda medium in sedici giri, la terza ancora sulle dure, con sei), mentre proprio Verstappen è risultato il pilota più veloce nel complesso, mettendosi alle spalle il giovane e agguerritissimo rookie, Yuki Tsunoda, classe 2000, pienamente a suo agio su quell’Alpha-Tauri, il quale garage condivide col confermatissimo Pierre Gasly e che sarà una delle osservate speciali.
Verstappen (davanti a tutti anche nella prima giornata; 1’30”674) e Tsunoda, rispettivamente su pneumatici di specifica C4 e C5, hanno segnato questi tempi da primato (l’olandese in 1’28”960; il giapponese, in 1’29”053) nell’ultimissima fase della giornata conclusiva di domenica 14 marzo, favoriti anche da una pista nelle sue migliori condizioni e con il miglior grip possibile.
La rossa
Capitolo Ferrari (Sainz terzo alla fine; Leclerc tredicesimo): la Rossa è sicuramente migliorata rispetto al 2020, vedasi le risposte dal retrotreno e sulla velocità in rettilineo; sul giro di qualifica il monegasco è sembrato in crescita, visto che l’1’30”486 è stato siglato in mattinata e col serbatoio non del tutto scarico, mentre con il buio (nelle medesime condizioni di qualifica), Sainz si è fermato a 681 millesimi da Verstappen, confermando un miglioramento, almeno virtuale, rispetto al secondo che mediamente prendeva l’anno scorso; buoni dati sono emersi anche dalla resa del motore (il nuovissimo 065/6) e da Sainz sulla regolarità di gara (gomme dure e serbatoio pieno, mentre Leclerc non ha mai trovato le condizioni ottimali in tal senso), e anche se di stravolgimento non si può parlare, resta quantomeno l’auspicio che la Ferrari torni a battagliare, almeno per posizioni immediatamente dopo il podio.
Hanno invece deluso la Mercedes e l’Aston Martin, alle prese con le esasperate miniaturizzazioni: nonostante Bottas si sia piazzato in testa nella seconda giornata (1’30”289), Hamilton e lo stesso Bottas hanno denunciato numerosi problemi di bilanciamento (soprattutto con il retrotreno), mentre i problemi di cambio hanno falcidiato Sebastian Vettel (solo dieci tornate per lui al secondo giorno), che non ha mai percorso più di 56 tornate; bene invece la McLaren che conferma i propri progressi e Alpine, che con Alonso e Ocon si propone come concorrente per i punti “pesanti”, centrato pure l’obiettivo di percorrere almeno 130 tornate al giorno e già individuate le aree da migliorare.
Al di là dei numeri, è ovvio che, se non altro nelle intenzioni, più di qualcuno si sia nascosto (molti dettagli non sono stati rivelati), intenzionato a portare direttamente in pista nelle libere di venerdì le nuove specifiche tecniche; non resta dunque che aspettare il responso del cronometro in pista, aspettando che cali la prima bandiera a scacchi per poter avere un quadro d’analisi più chiaro.