Il Comune di L’Aquila mette a disposizione degli studenti meritevoli il patrimonio recuperato dopo il sisma 2009. Prima esistevano solo le grandi città. Oltre Roma e Milano, le imponenti realtà del nord di Torino, Genova e Bologna, passando per i centri di elevato spessore accademico come Pavia, Padova, Modena, Parma e Verona. A sud, Catania a parte, spiccavano solo le aree metropolitane di Napoli, Bari e Palermo.
Ora anche L’Aquila, capoluogo della Regione Abruzzo, 70mila abitanti, potrà diventare sede di un Collegio universitario di merito, struttura contemplata da varie normative di Stato (legge 240/2010, decreto legislativo 68/2016, successivi decreti del Miur), per ospitare studenti che si sono distinti per particolari risultati di eccellenza ottenuti. La prima città del centro Italia di queste dimensioni (il paragone con Roma, ovviamente, è impossibile) pronta a raggiungere questo traguardo.
Un vero e proprio campus universitario con residenzialità diffusa sul territorio comunale dell’Aquila – il più grande d’Italia con il suo potenziale di 600 studenti -, a cominciare dal centro storico, che ha, come obiettivo, la promozione e la diffusione della cultura della formazione specialistica e interdisciplinare, l’internazionalizzazione del sistema universitario e l’alta formazione. Il collegio, come detto, ospiterà studenti selezionati in base al merito, iscritti ai corsi dell’Università degli studi dell’Aquila, del Gssi, dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di musica “Casella”.
La fondazione
Si tratta di un progetto che ha portato alla costituzione di una fondazione – il cui statuto e il cui atto costitutivo sono stati approvati qualche giorno fa dal Consiglio comunale e stamane sono stati sottoscritti davanti ad un notaio dai soci fondatori, ovvero da Comune, Università degli Studi dell’Aquila e Gran Sasso Science Institute, nelle persone del sindaco Pierluigi Biondi e dei rettori Edoardo Alesse ed Eugenio Coccia – – che gestirà il Collegio, intitolato a Ferrante d’Aragona, Ferdinando I, il monarca di Napoli che promosse l’atto istitutivo di uno “studium” aquilano sul finire del quindicesimo secolo. La fondazione è composta da tre istituzioni: i due atenei cittadini, ovverosia l’Università e il Gran Sasso Science Institute (Gssi), e il Comune dell’Aquila. I due centri accademici metteranno a disposizione le risorse finanziarie – oltre a fondi propri, c’è un contributo di 4 milioni e 300mila euro del Cipe nell’ambito dei sostegni Restart, istituiti per rilanciare l’attività culturale del cratere sismico aquilano del 2009 – mentre la Municipalità metterà a disposizione parte del suo ingente patrimonio immobiliare in comodato d’uso gratuito.
Il progetto in concreto
“L’amministrazione comunale – spiega il sindaco, Pierluigi Biondi – si è ritrovata proprietaria di un quantitativo di alloggi esorbitante. Quelli realizzati, e poi ceduti all’ente, dalla Protezione civile nazionale per ospitare le decine di migliaia di famiglie rimaste senza casa dopo il terremoto del 6 aprile 2009 (parliamo di 4.449 alloggi dei complessi denominati Progetto Case e dei 1.414 appartamenti dei Moduli abitativi provvisori), e quelli frutto delle cosiddette permute. Una delle possibilità offerte dalle normative per la ricostruzione post sisma, infatti, prevedeva di ottenere il contributo per riacquistare un immobile equivalente, cedendo contestualmente al Comune quello danneggiato dal terremoto. La ricostruzione, per fortuna, è andata e sta andando avanti con una certa solerzia e, oggi, il nostro ente si ritrova proprietaria di case perfettamente ricostruite e per di più antisismiche”.
Un patrimonio immobiliare enorme, uno dei più imponenti d’Italia che l’amministrazione comunale, nel corso degli ultimi anni, ha messo a frutto mano mano che i cittadini rientravano nelle proprie abitazioni ricostruite. In tempo di covid-19, ne ha assegnati una parte a beneficio degli operatori sanitari che lavorano con orari estenuanti nell’ospedale della città; ha sottoscritto convenzioni con esercito, forze dell’ordine e di pubblica sicurezza per consentire a militari, agenti e addetti a funzioni di vigilanza e controllo di avere un alloggio all’Aquila nel caso provengano fuori sede; ha favorito l’allestimento di sedi di associazioni, in particolare per quelle di carattere sociale e dedicate all’assistenza, soprattutto per disabili e per affetti da autismo.
“La partecipazione alla fondazione del Collegio si incardina in questa ampia operazione – osserva il sindaco Biondi – il Comune metterà a disposizione 150 appartamenti, tra quelli ottenuti in base alla permuta nel centro storico della città e quelli disponibili nel progetto Case della frazione di Roio, in quanto vicini alla facoltà di ingegneria. In tutto, parliamo di 18.000 metri quadrati a uso degli studenti che gli atenei individueranno tra i più bravi. 600 posti letto, 400 dei quali saranno destinati ai ragazzi beneficiari di borse di studio e 200 assegnati a studenti che pagheranno il canone di locazione, ovviamente a condizioni vantaggiose”.
In sostanza, l’amministrazione comunale ha fatto sì che, dalle conseguenze di una tragedia – quella del terremoto del 6 aprile 2009, di cui tra pochi giorni ricorreranno i 12 anni – sia stata colta una significativa opportunità, consistente nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio immobiliare costruito o ricostruito, per dare significato e concretezza al rilancio complessivo della città e del suo territorio e per accrescerne l’immagine. “Senza trascurare – ha concluso il sindaco Pierluigi Biondi – la circostanza che questa iniziativa, per il cui successo vanno ringraziati Università e Gssi, e l’assessore comunale alla valorizzazione del Patrimonio, Fausta Bergamotto, consolida la vocazione dell’Aquila come centro di alta formazione, scienza e ricerca. Oltre ai due atenei, non dimentichiamo la presenza dei Laboratori di fisica del Gran Sasso e, notizia recente, la scelta del Mise di insediare qui la Casa delle tecnologie emergenti, prevista solo in altre cinque città italiane”.