Steno: «Bene o male Piedone lo sbirro era un film poliziesco e credo che, se non avessi fatto prima La polizia ringrazia, non me lo avrebbero fatto fare. Nel primo Piedone, lo stesso Spencer e noi non avevamo la convinzione che sarebbe stato quel grande successo che poi è stato, perché era la prima volta che lui faceva un film non in veste western. Aveva fatto Torino nera, in veste moderna, e non era andato molto bene. Era un po’ un esperimento, e a me quello che mi stimola sono sempre gli esperimenti. Lo scrivemmo io e De Caro, con dentro anche lì un’ideologia, solo che era più avventuroso. La chiave del film era un poliziotto che non sparava, ed era osteggiato dalla polizia, per paura che creasse problemi per questo. Questa cosa contava molto, nel primo, ma negli altri si è un po’ persa, e la chiave è diventata quella del poliziotto napoletano amico dei ladruncoli che rubano per sopravvivere e nemico di quelli che spacciano la droga. Tema che peraltro condivido in pieno. Il primo, ambientato a Napoli, mi ha interessato anche come spaccato di una certa società, di una certa malavita napoletana che ha pure il suo fascino, perché è fatta di gente che cerca di sopravvivere. Ma dopo, negli altri, mi sono divertito anche a fare un tipo di film alla 007, che per un regista è molto piacevole: giri il mondo, fai cose avventurose in un genere completamente diverso dalla commedia.
Sono film che prendono dalle sette alle nove settimane, perché c’è molta azione. Ma gli americani ci metterebbero cinque mesi, costerebbero milioni e milioni di dollari!»
(Il cinema italiano d’oggi 1970-1984, curato da Franca Faldini e Goffredo Fofi (Mondadori, 1984))