Mary de Rachewiltz è nota soprattutto per essere l’unica figlia di Ezra Pound e la sua più devota custode: dopo aver riordinato l’archivio depositato a Yale, ne ha tradotto in italiano l’opera somma, I Cantos, e continua a difenderne la memoria contro chiunque tenti di sminuirne la grandezza di poeta o, peggio, cerchi di liquidarlo come pazzo. In realtà, Mary de Rachewiltz non è semplicemente la “figlia di”, ma è un’elegante traduttrice, una delicata poetessa e soprattutto una raffinata scrittrice, come dimostra in Discrezioni. Storia di un’educazione (Lindau pp.310 €24). Il libro è finalmente riproposto, dopo quasi mezzo secolo dalla prima edizione italiana, dalla quale differisce per un paragrafo in meno nella “Premessa” e un intero capitolo in più, quello conclusivo dell’edizione originale inglese del 1971.
Opera originale, Discrezioni non è un diario né un’autobiografia ma, come spiega l’autrice, “è un dialogo con i miei natali e col mio paese. È il risultato di una tradizione americana che va da Song of Myself di Walt Whitman a The Education of Henry Adams”, non a caso molto apprezzati da Pound. Il titolo fa il verso all’autobiografia giovanile del padre, Indiscretions, ed è il tentativo, riuscito, di dimostrare come la storia della propria famiglia incida profondamente sul carattere e sulle scelte di un individuo. La vita di Mary comincia subito in salita: nata dalla relazione di Olga Rudge con Ezra Pound, sposato con Dorothy Shakespear, viene affidata a una famiglia di contadini altoatesiniquando è ancora in fasce. Inizialmente tanto gracile da far dubitare della propria sopravvivenza, Mary reagisce e cresce come una piccola tirolese. Ogni tanto vengono a trovarla i genitori veri, conosciuti come “il Signore e la Signora”, una coppia elegante che bada alla sua educazione: vogliono che impari le lingue e la portano in vacanza a Venezia, dove comincia a conoscere, e poco alla volta apprezzare, le bellezze delle città d’arte, non meno pregevoli delle meraviglie della natura. Ai prati e alle montagne alpine seguono altre esperienze: la scuola dalle suore a Firenze, le gite col padre a Roma, la casa sulle colline di Rapallo e il regno musicale della madre, l’Accademia Chigiana di Siena.
Oltre ad Ezra e Olga, fanno capolino tra le pagine di Discrezioni i protagonisti del mondo letterario e musicale di quegli anni: tra gli altri, troviamo T.S.Eliot, W.B.Yeats, F.T. Marinetti e G. Santayana. Ma la letteratura non è tutto, esi parla anche di politica, che allora era un’altra cosa, almeno per Pound: riforme monetarie, giustizia sociale e lotta agli speculatori. Viene ricordata anche l’udienza concessa a Pound dal Duce nel 1933, durante la quale il Poeta tenta di convincere il Capo del governo a serbare la pace ispirandosi agli esempi virtuosi dei condottieri del passato. Arriveranno, invece, gli anni amari della guerra, le trasmissioni da Radio Roma e le conseguenti accuse, mai provate, di tradimento. Agli occhi della bimba, diventata intanto ragazza, si svelano i complicati rapporti della sua intricata situazione famigliare, che lesarà spiegata completamente solo dopo il crollo dell’8 settembre, quando Pound, con un viaggio avventuroso, riesce a salire al Nord “per sognare la Repubblica”. Le pagine più avvincenti sono quelle dedicate alla fine della guerra, seguite da quelle più dolorose: dal periodo della gabbia di Pisa, dove Pound è rinchiuso nell’estate del 1945, alla lunga, drammatica detenzione nel manicomio criminale, da cui uscirà privato della personalità giuridica e affidato alla tutela della moglie Dorothy. Solo negli ultimi annitornerà tra le braccia di Olga, con la ora quale riposa per l’eternità a Venezia, sull’isola di San Michele.
Oltre a essere un avvincente “storia di un’educazione”, Discrezioni è anche una miniera ricca di notizie preziose per gli appassionati poundiani. Inframmezzata di citazioni e riferimenti ai Cantos, ne svela molti riferimenti personali che sarebbero altrimenti rimasti oscuri. Non è, però, un’opera né pedantemente erudita, né boriosamente accademica: “intingi la penna nel tuo cuore e scrivi!” è l’ammonimento che ha spinto Mary a redigere queste pagine “senza dipendere da documenti, archivi e corrispondenza privata”, dato che “ciò che conta è la qualità dell’affetto”. E di affetto, oltre che di intelligenza, senso dell’ironia, e magnifico stile, traboccano le pagine di questo memoir.