“Siamo lieti che la Corte Costituzionale abbia respinto l’ennesimo tentativo di legittimare pratiche che offendo la dignità della donna e i diritti del bambino come l’utero in affitto e l’eterologa per coppie dello stesso sesso. In attesa del deposito della sentenza, l’ufficio stampa della Consulta fa sapere che sono dichiarati inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate sulla normativa che non riconosce, perché in contrasto con l’ordine pubblico, un provvedimento straniero che stabilisce la genitorialità di due uomini o due donne che sono ricorsi all’estero alla maternità surrogata o alla fecondazione eterologa”, così Massimo Gandolfini leader del Family Day.
“Siamo allo stesso tempo perplessi di fronte al richiamo che la Consulta fa al legislatore affinché intervenga per la tutela degli interessi del bambino che, secondo i giudici, non sarebbero tutelati dall’attuale quadro normativo. Ricordiamo infatti che la barbara pratica dell’utero in affitto è già normata dalla legge 40 che la sanziona penalmente in Italia e che, nel dicembre 2017, la stessa Consulta affermò in una sentenza che la surrogazione di maternità offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, ricordando poi come il nostro ordinamento le attribuisca un ‘elevato grado di disvalore’. Per questo motivo il Family Day lancia un appello a tutti i parlamentari a discutere il prima possibile i disegni di legge Meloni – Carfagna – Pillon che rendono perseguibile questa pratica anche se usufruita all’estero e con divieto di trascrizione di atti di nascita di genitori non biologici. L’approvazione di questi ddl aiuterebbe l’azione globale contro questo mercimonio di corpi e di bambini, sostenuta da molti ambienti culturali e da diversi governi, come testimonia il recente divieto adottato dall’India”, prosegue Gandolfini.
“Le recenti immagini dei neonati lasciati in un albergo di Kiev, in attesa degli ricchi acquirenti bloccati dalla pandemia, devono scuotere la coscienza di tutti e in primis del legislatore. La questione della sorte dei bambini ormai giunti in Italia (sollevata dalla Corte) non può in alcun modo portare a soluzioni che legittimino pratiche di vera e propria eugenetica, con gameti scelti in base alle caratteristiche somatiche del venditore, donne povere gestanti minacciate da contratti capestro che in alcuni casi obbligano persino all’aborto e bambini strappati dal seno delle madri un minuto dopo il parto. Tutto questo non ha niente a che fare con l’interesse dei minori ma solo con i desideri degli adulti”, conclude Gandolfini.