• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
domenica 5 Febbraio 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Cultura

Der Arbeiter 4.0. Per un intervento pubblico mirato e partecipativo

Secondo un recente studio dell’Osservatorio sui Conti pubblici dell’Università Cattolica, in Italia 13 tra le 50 società italiane non bancarie più grandi sono partecipate direttamente o indirettamente dallo Stato ed impiegato circa 556mila dipendenti

by Mario Bozzi Sentieri
4 Febbraio 2021
in Cultura
0
Tornio e telaio di Depero

Secondo un recente studio dell’Osservatorio sui Conti pubblici dell’Università Cattolica, in Italia 13 tra le 50 società italiane non bancarie più grandi sono partecipate direttamente o indirettamente dallo Stato ed impiegato circa 556mila dipendenti. Da questo punto di vista si può dire che c’è un “riallineamento” del nostro Paese rispetto agli altri partner europei, una volta archiviati gli anni delle “liberalizzazioni” ad oltranza, che tanti danni hanno fatto per la tenuta generale del nostro sistema produttivo.  

D’altro canto l’interventismo pubblico è una necessità, visti i numeri della crisi sanitaria ed il suo “decorso” devastante sul corpo vivo della Nazione, laddove si è stati costretti a scoprire che il mitico Mercato, di fronte a certe emergenze, non ha né prodotti, né soluzioni da offrire, e che è lo Stato a provvedere: ordinando quarantene, chiudendo le frontiere, limitando le attività economiche, privando i cittadini di alcune libertà costituzionali, intervenendo nei rimpatri, attivando le Forze Armate per gestire le emergenze. Ora tocca, e non certo per una preconcetta battaglia ideologica,   alla “mano pubblica”, in realtà mai completamente scomparsa dall’orizzonte economico del Paese. Importante è ridefinire compiti e responsabilità sulla base di una corretta valutazione del ruolo dello Stato  e ritrovando un’ormai dimenticata vocazione d’indirizzo, in grado di programmare le grandi scelte strategiche nazionali in campo economico e sociale, attraverso un’attenta politica previsionale, unita alla partecipazione, sulla base delle competenze,  delle categorie produttive. 

La prima necessità è ripensare un progetto aggiornato d’intervento pubblico, un  vero e proprio Istituto nazionale capace di costruire una nuova stagione di crescita, ricapitalizzando le imprese e favorendo investimenti in innovazione. Lavorando – in definitiva – ad un   futuro, che – ci dicono gli istituti di ricerca – deve puntare sulla logistica, sui trasporti, sui porti, 5G, robotica, energia, sanità, cultura, turismo, costruzioni, sistema creditizio. Non dunque un ruolo di mero “salvagente” per le aziende in crisi. 

Oggi, visti gli standard correnti,  un  “salto di qualità” andrebbe contemporaneamente compiuto sulle modalità di gestione dell’intervento pubblico. Quando Mussolini, nel  1933, chiamò Alberto Beneduce a presiedere l’IRI,  non gli chiese atti di adesione al fascismo (Beneduce non era iscritto al Partito) ma solo di fare bene il proprio mestiere, ovviamente in vista dei superiori interessi nazionali. E Beneduce ci riuscì, circondandosi di manager giovani e di valore, che, nel dopoguerra, continuarono a svolgere egregiamente il loro compito. Quella non era – in definitiva –  una classe dirigente a scadenza, né strettamente legata al potere politico, ma aveva nel dna un senso dello Stato  e del dovere che oggi sembrano  essere attributi rari nei ceti dirigenti. Ciò per la mancanza di una cultura dell’appartenenza, retaggio di decenni di sradicamento spirituale, che ora, proprio di fronte alle emergenze del momento, va recuperata, sviluppata, posta nuovamente alla base del nostro agire collettivo.

Ulteriore fattore essenziale è quello del lavoro. Costruire modelli partecipativi all’interno delle aziende statalizzate e favorire la partecipazione agli utili può essere l’ulteriore “scommessa” per fare del nuovo interventismo pubblico un esempio d’integrazione sociale, una reale alternativa tra i vecchi modelli l’impronta liberista e lo statalismo d’annata. 

In sintesi:  non bastano nuovi Istituti, pur necessari,  a fare nuove e buone politiche, ma occorrono idee, motivazioni, competenze, chiarezza di obiettivi per sostenerne la nascita e corroborarne lo sviluppo. E dunque: programmazione, management di livello (ma ben consapevole del proprio ruolo sociale), partecipazione del lavoratori. E’  questa la grande sfida che sta di fronte all’Italia. Una sfida da cui passa il vero rinnovamento nazionale ed una risposta organica e duratura al dopo Covid19. 

Mario Bozzi Sentieri

Mario Bozzi Sentieri

Mario Bozzi Sentieri

Mario Bozzi Sentieri su Barbadillo.it

Tags: Barbadilloder arbeiter 4.0intervento pubblicomario bozzi sentieripartecipazione

Related Posts

La rivista “Fuoco” in convegno su “Se questo è l’uomo” tra pensiero unico e metaverso

La rivista “Fuoco” in convegno su “Se questo è l’uomo” tra pensiero unico e metaverso

1 Febbraio 2023
Perché rileggere le riflessioni sulla spiritualità  di Nikolaj Berdjaev

Perché rileggere le riflessioni sulla spiritualità di Nikolaj Berdjaev

1 Febbraio 2023

La fenomenologia dei 56 anni nelle morti mitiche: da Romolo a Dante Alighieri e Pascoli

La Chiesa, la fede e i falsi moralisti-moralizzatori

Segnalibro. L’occulto e l’insolito quotidiano della nostra coscienza

I nuovi romanzieri? A Torino arriveranno dalle case popolari

Riviste. Il nuovo numero di “Partecipazione” tra sindacato, corpi intermedi e Mare nostrum

“La società senza dolore” e l’uomo che rifugge dalla realtà (e dalla vita)

Musei. Perché visitare l’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Il caso. L’errore di restituire i marmi dei Musei Vaticani alla Grecia

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Fenomeno Cognetti, le otto montagne in ciascuno di noi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

“Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

“Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

4 Febbraio 2023
Respirare l’Appennino dei patres

Respirare l’Appennino dei patres

3 Febbraio 2023
Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni

Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni

2 Febbraio 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Giornale di Bordo. Sì, è vero, la vita al Nord costa di più, ma non creiamo guerre fra poveri
  • Tullio Zolia su Giornale di Bordo. Sì, è vero, la vita al Nord costa di più, ma non creiamo guerre fra poveri
  • Guidobono su La geopolitica del Mediterraneo priorità patriottica
  • Francesco su Il controverso Memorial bomber command e le tecniche spietate della Raf
  • Francesco su Bloody Sunday, il dolore che non passa
  • Francesco su Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni
  • Guidobono su La geopolitica del Mediterraneo priorità patriottica

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più