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Segnalibro. Jean Thiriart e l’Impero della Grande Europa da Dublino a Vladivostok

Un'altra visione dell'europeismo emerge nella recensione di Manlio Triggiani

by Manlio Triggiani
6 Dicembre 2020
in Scritti
3
Eurasia

Il movimento Jeune Europe fu fondato nel 1963 in Belgio da Jean Thiriart (1922-1992) e propugnava il nazionalismo europeo. Non un nazionalismo maggiore rispetto alle “piccole patrie” ma un macronazionalismo che ricomprendeva tutta l’Europa come unica realtà politica con un’anima sola. La nascita del movimento, che si diffuse presto in tutta Europa, sebbene non in maniera capillare, fu determinata dall’indipendenza del Congo belga e dalla nascita dell’Oas (Organisation armée sécrète) per contrastare l’espulsione degli Europei dall’Africa. Non si trattava di una scelta imperialista espressa da Jeune Europe e dal Mouvement d’action civique ma la riaffermazione della difesa dell’Europa e della sua presenza, dal punto di vista geopolitico, nello scacchiere africano, come anche in quello degli altri continenti. L’analisi di Thiriart era aggiornata ogni volta in base all’evoluzione dello scenario politico internazionale.

Thiriart nacque in una famiglia liberale di sinistra di Bruxelles e, giovanissimo, militò nelle fila di gruppi socialisti. Dopo alcuni anni, deluso dalla sinistra, si avvicinò alla destra e, nel 1939, come varii politici e militanti socialisti, passò fra i collaborazionisti, nel nome di una scelta anticapitalista e anticomunista.

Dopo la guerra si dedicò alla professione di optometrista. Nel 1960 fondò il Comitato di difesa dei Belgi in Africa e nel 1963 Jeune Europe, uno dei primi movimenti a propagandare il concetto di Nazione-Europa nel nome di una Europa “da Brest a Bucarest” e poi da “Dublino a Vladivostok” e reclamava lo scioglimento del Patto Atlantico e del Patto di Varsavia. Con il passar del tempo l’antiamericanismo e l’anticomunismo sfociarono in solidarietà verso i movimenti di liberazione nazionale e nelle riviste del movimento furono ospitati esponenti politici dell’Olp, delle Black Panthers, dei Vietcong, dei cinesi. Il passo successivo, dettato da una visione più ampia dell’Europa riguardò il tentativo – non riuscito – di una riconciliazione con l’Unione sovietica per concentrare le forze contro gli Usa.

Un libro, ora, ricostruisce la biografia politica e intellettuale di Jean Thiriart: L’Europa come rivoluzione. Pensiero e azione di Jean Thiriart, di Lorenzo Disogra, ricercatore indipendente in Relazioni internazionali. Il volume è prefato da Franco Cardini, docente universitario ed ex militante del movimento Giovane Europa e ha una postfazione di Claudio Mutti, anch’egli ex militante del movimento, scrittore, editore e direttore della rivista di geopolitica “Eurasia”, che tanti inediti di Thiriart ha pubblicato. Disogra ha suddiviso il volume in tre parti: nella prima affronta l’inizio dell’attività politica di Thiriart, fino al suo ritiro negli anni Settanta; nella seconda la ripresa dell’impegno politico come teorico; nella terza il suo pensiero politico e filosofico compiuto.

La stessa casa editrice ha pubblicato anche un inedito del pensatore belga, L’Impero euro-sovietico da Vladivostok a Dublino. Scritto nel 1984-1985 non è stato mai pubblicato. Nella prefazione, Yannick Saveur, militante di Jeune Europe ed esegeta del pensiero del fondatore del movimento, sottolinea come il libro, a 35 anni di distanza, mantenga una fresca attualità se si eccettuano alcuni aspetti prettamente contingenti. E’ il motivo per il quale le edizioni all’Insegna del Veltro hanno ritenuto necessario offrire ai proprii lettori questo documento di riflessione su temi ancora all’ordine del giorno. Del resto Thiriart, pensatore, militante, europeista ante litteram, è letto, studiato, commentato e i suoi libri vengono ristampati in tutta Europa, le sue tesi discusse e analizzate, riviste come “Eurasia”, diretta da Claudio Mutti, pubblicano saggi di e su Thiriart in ogni numero. E’ tradotto e citato favorevolmente in tutta Europa, nell’America latina, in Australia. Il concetto di Eurasia era presente già negli anni Ottanta nelle opere del pensatore belga così come l’importanza della geopolitica era stata compresa da Thiriart prima di tanti altri e già accennata ai tempi degli anni Sessanta quando il pensatore belga fondò il movimento Jeune Europe. Proposte e analisi davvero innovative per la politica del tempo nelle quali emergeva senza difficoltà il nemico principale dell’Europa: gli Usa e la loro egemonia. Così propose la nascita di una dottrina Monroe per l’Europa ma, soprattutto, emergeva l’impossibilità per gli Stati europei di rivendicarla e di unirsi date le pressioni politiche del governo di Washington, la presenza di basi militari Nato e la presenza costante dell’egemonia a stelle e strisce. Del resto tutt’oggi l’asservimento alle lobby di potere statunitensi è un dato reale e l’inconsistenza politica nello scenario mondiale dell’Unione europea lo mostra bene. Thiriart scrisse che “chi collabora con gli Usa è un nemico dell’Europa”. Così avanzò delle opzioni di liberazione del continente rivoluzionarie e negli anni Sessanta previde anche intese con gli altri continenti per bloccare e battere l’imperialismo Usa nel mondo. Incontrò molti uomini politici di primo piano in vari paesi asiatici e del Nord Africa. Il suo sogno – e progetto – era quello di un’Europa fino a Vladivostok, in cui si configura in linee generali quale dovrebbe essere la forma della nuova Europa. Alla base c’era la concezione di uno Stato costruito su base continentale e armato.

Thiriart fu chiarissimo nel dire che l’Europa dall’Atlantico agli Urali è un’”asineria”: “Bisogna in primo luogo fare la Grande Europa fino a Bucarest. Poi bisognerà auspicare la grandissima Europa coi Russi guariti dalla loro pretesa egemonica all’interno dell’Europa. E questa grandissima Europa andrà fino a Vladivostok, non fino agli Urali, come vorrebbe quel pessimo studente di geografia che risponde al nome di De Gaulle”.

Questa visione inclusiva della Russia nell’Europa prese corpo dopo lo sgretolamento dell’Urss. Il comunismo era marcio in sé, già ideologicamente, e i paesi del Patto di Varsavia appena divenuti indipendenti si sono subito assoggettati agli Usa. A questo punto Thiriart applica le sue teorie a tutto il continente, comprendendo anche la Russia fino a Vladivostok. Definisce così i nuovi contorni dell’Imperium: dalla Grande Europa che si estende da Brest a Bucarest passa a concepire la grandissima Europa che si estende da Dublino a Vladivostok.

Insomma, per Thiriart la strategia deve seguire un progetto rivoluzionario per l’Eurasia che garantirà un’unione continentale spirituale, politica, economica e militare dei popoli europei dall’Atlantico al Pacifico.

Thiriart, L’impero euro-sovietico da Vladivostok a Dublino (Edizioni all’Insegna del Veltro, pagg. 265, euro 25,00). Ordini: insegnadelveltro.it

Disogra, L’Europa come rivoluzione. Pensiero e azione di Jean Thiriart (Edizioni

all’Insegna del Veltro, pagg. 109, euro 15,00)

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani

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Tags: BarbadilloeuropaJean Thiriartmanlio triggiani

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Comments 3

  1. Guidobono says:
    5 anni ago

    Per contare molto meno che il classico ‘vaso di coccio’…

  2. Guidobono says:
    5 anni ago

    ‘Nazionalismo europeo’? Con la Russia e tutta l’Asia? Ma neanche con una sbornia terrificante da nebbiolo…

  3. Guidobono says:
    5 anni ago

    Pure peggio di Gaulle che ‘solo’ voleva un’Europa dall’Atlantico agli Urali…

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