La sconfitta di Donald Trump non induce la Meloni a prendere in considerazione l’idea che una certa declinazione del sovranismo e del populismo siano stati sconfitti. E, anzi, rilancia sulla contrapposizione rispetto alla sinistra che, invece, gode della vittoria di Joe Biden.
Intervistata dal Corriere della Sera, Meloni rivendica il ruolo di avversario al modello lib-finanziario e l’impegno a favore delle classi subalterne, emarginate dai grandi processi economici in atto nell’evo contemporaneo:
“Sento gridare al pericolo populista e sovranista da molto prima dell’elezione di Trump. E da ancora prima si pronostica la nostra scomparsa. Ma gli analisti di sinistra confondono spesso la realtà con i loro desiderata. L’ideologia globalista, quella delle frontiere aperte, della finanza che vince sull’economia reale, del politicamente corretto è lontana dalla gente e questo pone in capo a noi il dovere di rappresentare al meglio una visione del mondo antitetica”.
La leader conservatrice ha inoltre messo sul tavolo alcuni dei punti decisivi del modello politico propugnato che unirebbero destra italiana a “trumpismo” atlantico. Una ricetta non proprio rivoluzionaria ma incastonata, almeno dall’epopea berlusconiana, nell’agenda del centrodestra nazionale:
“Chi ha votato per Trump, in numeri persino maggiori rispetto al 2016, ha dimostrato che esiste una larga parte della popolazione Usa che non si riconosce nel pensiero caro al mainstream. Gente che condivide il modello fatto di meno tasse, difesa della produzione nazionale, più sicurezza e rivendicazione dell’orgoglio nazionale di fronte a chi vuole abbatterne i simboli, come le statue del nostro Cristoforo Colombo. Con questi principi e con questi elettori tutti dovranno fare i conti per molto tempo ancora”.
Infine ha riferito di sentirsi “preoccupata” su due fronti caldissimi per la geopolitica internazionale. In particolare Cina e Medio Oriente:
“Sono preoccupata su due dossier: Cina e Medio Oriente. Sul primo perché Biden ha una storia di vicinanza alla Cina, mentre io ritengo che Trump abbia fatto bene a porre i temi di un mercato globale equo e della sicurezza dei nostri dati e delle nostre infrastrutture. E sul secondo perché Biden era il vice di Obama ai tempi del sostegno acritico alle primavere arabe, che ci hanno regalato fondamentalismo islamico e immigrazione incontrollata”.