Dopo alcuni anni di “letargo” tornano in pista le Edizioni Settecolori, una delle case editrici più importanti della cultura non conformista degli ultimi quarant’anni. E lo fanno in grande stile, con un assetto societario nuovo e un catalogo, per ora soltanto virtuale, di grande respiro.
La rinnovata casa editrice di Vibo Valentia (ora con sede principale a Milano), fondata nel 1978 da Pino Grillo e portata avanti in tempi più recenti dal figlio Manuel, è stata presentata in occasione del festival Libropolis di Pietrasanta. Oltre a Manuel Grillo ne fanno parte una dozzina di professionisti di vario genere e provenienza geografica, tra i quali spicca Stenio Solinas, amico personale di Manuel (e a suo tempo del padre Pino) e da sempre “nume tutelare” di Settecolori.
In passato, oltre a pubblicare gli scritti dello stesso Solinas, l’editore calabrese ha fatto conoscere in Italia i libri di Brasillach, Jean Cau, Langendorf, De Benoist, Drieu La Rochelle e ha pubblicato testi di Giuseppe Berto, Alberto Pasolini Zanelli, Nico Perrone e Maurizio Serra. “Il nostro intento – dicono gli editori – è dar vita a un catalogo lontano dalla modernità di massa e dai suoi riti: un invito al viaggio, il piacere della lettura come antidoto alla fatica di vivere, il gusto della scoperta, della spregiudicatezza, della contaminazione intelligente”.
Come detto il catalogo è di assoluto livello. E si partirà con il botto, all’inizio del 2021, con la traduzione del romanzo-monstre “Les deux étendards”, scritto in carcere da Lucien Rebatet dopo la condanna per collaborazionismo e pubblicato in Francia nel 1951. “Lo ritengo uno dei capolavori segreti della letteratura moderna – ha scritto George Steiner – superiore a qualsiasi libro di Céline, eccetto forse il Voyage”. Un romanzo maledetto, inedito in Italia, che verrà proposto nella traduzione di Marco Settimini. Al monumentale volume di Rebatet (oltre 1.300 pagine) seguiranno un romanzo inedito di Ernst Jünger (“La fionda”), “Il questionario” di Ernst von Salomon e volumi di autori come Jorge Semprùn, Victoria Ocampo, Paul Morand, Peter Fleming, Giuseppe Berto, Henry de Montherlant, Francisco Umbral e Peter Hopkirk.
Per sostenere l’operazione editoriale, Settecolori presenta anche ai lettori una formula abbonamento ordinario da 150 euro, che darà diritto a sette titoli dei quattordici che verranno pubblicati nel biennio 2021-2022, oppure un abbonamento sostenitore (250 euro) che comprende l’intero catalogo. In entrambi i casi per gli abbonati verrà stampata un’edizione limitata con tiratura numerata.
Giorgio Ballario
Ottima iniziativa. Les deux étendards è un’opera eccezionale, di livello quasi inarrivabile (e non solo perchè lo confermò François Mitterand…)
Un’anticipazione importante, la traduzione di un grande classico contemporaneo, al di là della damnatio memoriae subita dall’autore. Peccato che nessuno commenti. Rebatet non vi dice nulla? Si parla sempre di deficit di cultura della destra e quando una casa editrice ‘osa’ fare qualcosa , proporre opere da discutere ecc. solo silenzio? Le bravate di Salvini erano commentate da molti amici… peccato….
Ottima iniziativa! Ben venga la pubblicazione del libro “I due stendardi” di Rebatet. Certamente per la qualità del libro, ma soprattutto perché era IL PROGETTO principale del mai dimenticato Pino Grillo. A distanza di anni e anni, il progetto si compie.
Con i migliori auspici.
Il libro viene scritto da Lucien Rebatet a partire dal 1937. Lavora alacremente sul manoscritto introdotto dalla moglie Véronique in carcere in quanto desidera concluderlo prima della fucilazione alla quale è stato condannato come collaborazionista. Per le sue idee, alle quali ha deciso di essere fedele, anche quando attorno tutto sta crollando e ne è ben cosciente. Graziato dal Presidente Auriol nel 1947 (ma condannato ai lavori forzati a vita) termina l’opera, consegnata a Gallimard, prima della sua scarcerazione nel 1952. Vivrà fino alla morte , nel 1972, un’esistenza quasi miserabile, simile a quella di Céline, isolato (nei primi anni dopo la scarcerazione gli è proibito risiedere a Parigi) e sbarcando il lunario come critico cinematografico (destino comune a molti scrittori d’area), firmando gli articoli con uno pseudonimo.