I risultati deludenti del centrodestra ai ballottaggi sono figli della sua incapacità di amministrare il consenso. Quando la sinistra vince in un Comune, in una Provincia, in una Regione occupa sistematicamente tutti i posti disponibili, emargina o epura chi considera non compatibile con i suoi obiettivi, stabilisce una rete clientelare che si traduce poi in suffragi. Quando il centrodestra vince, di solito fa annunci bellicosi di cambiamento, ma poi lascia ai vertici le stesse persone, che in genere ne sabotano l’operato, magari suscitando un’apparente condiscendenza. Quella della destra è una politica all’apparenza delle mani nette, in realtà delle mani inette, dettata spesso più da insipienza che da onestà. Ricordo ancora la risposta che mi diede nei primi anni Novanta il sindaco post-missino di Orbetello, quando gli suggerii di abbonare la biblioteca comunale al Secolo d’Italia e a riviste di destra: “Non lo farò mai, perché queste cose le facevano i socialisti, quando erano al governo”. Fui tentato di rispondergli: “Così noi lo prendiamo in tasca due volte, quando siamo in maggioranza e quando siamo all’opposizione”. Ma preferii mordermi la lingua e tacere, perché quel sindaco era un galantuomo.
Il risultato è che più il voto è politico, quindi d’opinione, maggiori sono i consensi per il centrodestra; più il voto è locale, più è favorevole alla sinistra. Succede un po’ quello che avveniva nella prima Repubblica, quando alle elezioni amministrative il Msi raccoglieva i maggiori consensi alla Provincia, un ente che contava relativamente poco, perché non pesava il fattore clientelare.
Il caso Cascina
Quanto al risultato di Cascina, credo che sulla sconfitta del centrodestra abbia pesato la delusione (e un po’ l’invidia) degli elettori per la Ceccardi, che prima si è fatta eleggere sindaco, poi è passata al Parlamento Europeo. Sono cose che succedono soprattutto nei piccoli centri, dove il voto è molto personalizzato, anche se obiettivamente si è trattato di uno schiaffo morale.
E’ pure vero, vedi le ultime elezioni, che molte persone, anziché essere indignate per lo stato a dir poco caotico in cui tutti viviamo per colpa della sinistra, la approvano quasi fossero ipnotizzate e insensibili a ogni argomentazione portata avanti dalla opposizione di destra. Molto ovviamente dipende dai soverchianti mezzi di informazione di cui dispone la sinistra, ma ciò non è sufficiente a spiegare la cosa. Viene addirittura da pensare che la maggioranza delle persone ami talmente vivere in pace e tranquillità da essere più ben disposta a seguire personaggi politici anche mediocri o addirittura scarsi, ma che si mostrano rassicuranti e sorridenti, dicendo che tutto va bene, piuttosto che quei politici che sollevano o evidenziano problemi o situazioni in grado di turbare la loro intima pace. Forse è anche per questo motivo che i partiti di opposizione pensano di modificare le loro strategie, forse perché hanno constatato che più si mostrano in contrasto col potere dominante con candidati decisi e critici, più vengono alla fine penalizzati, anche se tutto ciò può apparire assurdo. Questo spiegherebbe anche, almeno in parte, il motivo per cui, nonostante tutto ciò che accedesse durante la cosiddetta prima repubblica, c’era un partito che, nonostante tutto ciò di cui veniva accusato dalle opposizioni, alla fine riusciva sempre a prevalere alle elezioni politiche; chi riuscì ad abbatterlo non furono i vari patriti di opposizione, ma qualcosa di ben diverso e complesso.