Ricorre oggi, martedì 18 agosto 2020, il 74° anniversario della strage avvenuta sulla spiaggia di Vergarolla, a Pola.
Quel giorno del 1946, alle 14.15, l’esplosione non accidentale di materiale bellico accatastato sull’arenile provocò la morte di 65 persone accertate e 211 feriti, tutti italiani che stavano assistendo a una manifestazione sportiva.
I morti in effetti furono almeno un centinaio, ma i cadaveri fatti a pezzi dalla detonazione non consentirono un’identificazione certa delle vittime. Un terzo erano bambini innocenti.
“Fu la prima, e più grande, strage compiuta sul suolo italiano dopo la fine della seconda guerra mondiale – dichiara Emanuele Merlino, presidente del Comitato 10 Febbraio – un atto terroristico contro gli italiani per farli andare via da quelle terre e annetterle alla Jugoslavia comunista. Queste erano le mire del dittatore comunista Tito, che al confine orientale d’Italia attuò una pulizia etnica nei confronti degli italiani e di tutti coloro che potevano costituire un ostacolo ai suoi progetti.
A 74 anni da quegli eventi – prosegue Merlino – onoriamo le vittime e chiediamo, con forza, la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta e l’apertura di un fascicolo d’indagine da parte della Magistratura. Ricordiamo che il reato di strage non va mai in prescrizione e anche se i colpevoli sono probabilmente già morti, conoscerne i nomi è un dovere per l’Italia democratica nonché un tardivo atto di giustizia nei confronti dei nostri connazionali uccisi o costretti a scappare soltanto perché italiani.
Infine, chiediamo che il Governo Italiano faccia richiesta, alle Nazioni nate dalla dissoluzione della ex-Jugoslavia, di aprire gli archivi statali e quelli della polizia politica titina per accertare, finalmente, la verità su questa terribile strage.”
Comitato 10 Febbraio