Artisti, raccontate la bellezza. Negli occhi abbiamo ancora i camion pieni di bare. L’arte non può trasformare il mondo e non lo salverà; però le parole e le immagini hanno la potenza del conforto inesauribile. Non è retorico scrivere che l’immaginario chiede la speranza di un nuovo senso sociale. Durante la tragedia, la Seconda guerra mondiale, il governo americano chiese agli artisti (Pollock, Rothko e altri) di creare opere per la comunità, domandò di aiutare il cuore dei cittadini. Nella modulazione dei linguaggi, da sempre, l’artista genera un percorso per affermare che i sentimenti vanno raccolti e difesi.
Ora che le mostre saranno progettate considerando affluenze limitate; i cinema dovranno accogliere il pubblico con rigidi sistemi organizzativi; l’editoria, insieme alle librerie, avrà difficoltà per proporre le sue pubblicazioni; saranno indispensabili nuovi progetti con tanta sincerità. E attendiamo la sincerità di narrazioni non più vuote, non solo ingranaggi narrativi da entertainment. Negli ultimi dieci anni, troppe volte, la narrativa ha messo da parte la sensibilità civile e la proposta di una visione della vita.
Le storie degli eroi
Oggi, dagli scrittori, il pubblico attende le storie degli eroi, l’epica dei vinti e vincitori sbattuti dal vento della pandemia. Siamo tutti alla finestra in attesa di leggere le vicende di mascherine e quarantene, giacché, come in una rifondata stagione neo-realistica, non si potrà prescindere dall’infezione mondiale che devasta i paesi. Nel 1945 il romanzo neorealista enunciò una priorità: non ignorare mai la devastazione della guerra. I temi della narrativa neorealista furono la povertà, la paura e la disoccupazione, ossia le battaglie dei reduci. In questa prospettiva, i racconti della contemporaneità come accoglieranno il senso di sopravvivenza che stiamo vivendo?
La ricerca di finestre sulla nuova realtà è appena iniziata. Per gli attori, ai registi, agli autori della televisione, che stanno penando, vi è l’urgenza di narrare la vita al tempo del Covid-19. E scriviamo quindi che il Fondo per le emergenze, dedicato allo spettacolo e al cinema, va aumentato significativamente. Inoltre bisogna fare presto per costituire un altro Fondo finanziario al fine di sostenere editoria e mostre museali.
La ricerca della bellezza
L’arte ha di continuo risposto agli appelli della storia. Naturalmente l’artista fa quello che vuole; ma, in questi giorni, la sua opera potrà essere attendibile, se guarderà dentro la voragine che si è aperta davanti a tutti. Allora è il momento per cercare la bellezza. Quella vera, nuova, sincera. Oltre le stagioni stereotipate del romanzo giallo italiano. Oltre quelle sperimentazioni, tanto individualistiche, ormai divenute mode. Per creare sapendo che viviamo in un presente che domanda i paradigmi che allontanino la creatività da ciò che è stato visto e scritto, che avvicinino il pubblico verso ciò che non è stato fatto.
Durante la tragedia, la Seconda guerra mondiale, il governo americano chiese agli artisti (Pollock, Rothko e altri) di creare opere per la comunità, domandò di aiutare il cuore dei cittadini. COSA EGREGIA. FARLO IN ITALIA… NON CI SONO I SOLDI