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Home Politica

Il punto. Il ceto dirigente figlio del web e della finanza ignora il ruolo di campagne e industria

by Michele De Feudis
9 Aprile 2020
in Politica
10
L’industria dell’acciaio

La lentezza con cui la politica sta mettendo in sicurezza le produzioni in vista di una possibile riapertura post Coronavirus fa riflettere e rivela – ancora una volta – i limiti delle attuali classi dirigenti italiane: una parte di questo ceto (al momento immobile) è figlio dell’idolatria dell’economia finanziaria, l’altra è una proiezione dell’ologramma utopico dell’ideologia del “tutto nel web, nulla fuori dal web”. Eppure presto scopriranno, le classi dirigenti, che le forchette o le viti dei computer o le scocche dei server vengono dalle pellicole prodotte nelle acciaierie e che la filiera agroalimentare si regge sulla manualità che cadenza i raccolti e la vita in campagna. Grano, frutta ortaggi non si raccolgono con le videochiamate su Zoom. Per questo, nonostante le sciocchezze di quella scrittrice dal nome assonante con le colline pugliesi, è consolatorio in queste giornate riascoltare “Povera patria” di Franco Battiato.

@barbadilloit

Michele De Feudis

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Tags: agricolturaBarbadillocoronavirusfinanzaindustriamichele de feudisweb

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Comments 10

  1. Mariella Ceglie says:
    3 anni ago

    Splendido articolo!
    La decadenza è in atto.
    Non tutto è possibile online.
    Io direi che niente è possibile virtualmente. Vita di illusioni è la nostra di noi sopravvissuti! Andare avanti per non perire o rischiare di perire o far danni ad altri. Questo è il dilemma.

  2. La vendetta di Catilina says:
    3 anni ago

    Quello che stanno mettendo in atto è un vero e proprio “esperimento sociale” di massa ; dopo aver distrutto l’economia stanno sperimentando per quanto tempo riescono a tenere a bada le masse inebbettite ed ipnotizzate in uno stato di cattività senza precedenti ; altro che “Andrà tutto bene ” …. ?!

    Qui stanno sperimentandp come addomesticare ancora di piu’ il popolo imbelle senza che vi siano reazioni , preparando una economia da dopo-guerra , dove i ricchi ” apolidi” saranno sempre ricchi; ed i poveri ” specifici e radicati ” sempre piu’ poveri … morto il Lavoro ci si dovrà accontentare delle loro briciole a nostro debito chissà per quanto tempo …

    O si reagisce subito ( prescindendo dall’epidemia, che va avanti secondo leggi di natura ed in modo abbastanza “onesto” direi … ) o con questo ” esperimento sociale di massa ” si rischia solo un l’addomesticamento bovino senza precedenti …

    Spettacolo , Informazione , vendite on line , e la solita politica …; avete visto come tutto ciò che è ” virtuale” ha circolato liberamente in questo mese e mezzo e non hanno subito conseguenze nè di natura economica nè antropologica , anzi sembrano loro i campioni della solidarietà e della responsabilità sostenibile …

    … Vogliono distruggere tutto ciò che è ” reale” a beneficio di tutto quello quello che è “virtuale ed astratto ” e hanno in Burioni e nei virologi la loro Santa Inquisizione

    … Riaprire ora, tutto, e subito ….

    Tana libera tutti; e prima che sia troppo tardi …

  3. Werner says:
    3 anni ago

    Lo sanno che senza l’industria e l’agricoltura non avremmo nulla, il fatto é che essendo liberisti e ricardiani, ritengono che debbano averle altri paesi da cui poi dobbiamo importare i prodotti finiti. Invece noi non dobbiamo produrre nulla e “vivere” solo di servizi e finanza.

  4. Tommaso Bisi Griffini (lodi) tel. 348 32 27 606 says:
    3 anni ago

    Analisi perfetta. Non sarà il caso di mettere fuori legge i computer e i telefonini? (per salvare il cervello degli uomini).

  5. guidobono says:
    3 anni ago

    Werner. Non produciamo perchè ci siamo impigriti ed i governi ed i sindacati castigano l’iniziativa privata…

  6. guidobono says:
    3 anni ago

    I computer non distruggono nulla! Alibi di chi il cervello l’ha già mandato all’ammasso!

  7. guidobono says:
    3 anni ago

    Il ceto dirigente è piuttosto, a mio avviso, figlio dell’ignoranza e della cattiva politica parassitaria, prebendaria e furbastra. Questo mi sembra un ballon d’essai ed io rispondo con la mia solita sincerità!

  8. guidobono says:
    3 anni ago

    Però bene o male si vota ancora (ogni tanto). A Cuba e in tanti altri posti, per lo più comunistoidi, sempre a lista unica da oltre 60 anni. Cioè non si vota mai. Perchè da noi molti votano i Di Maio ed i 5 stalle e poi si lamentano?

  9. Werner says:
    3 anni ago

    @Guidobono
    Che ci siamo impigriti è senz’altro vero, ed è colpa del Sistema che si è instaurato col Sessantotto. Indubbiamente lo Stato tartassa le imprese soffocandole, e per cosa tra l’altro, non per finanziare servizi per la collettività quali sanità, trasporti, sicurezza, ecc., ma per mantenere una burocrazia inefficiente e parassitaria. Che mai come oggi con l’emergenza Covid-19 ha mostrato le sue inefficienze, come nel caso delle mascherine prodotte dalle aziende italiane che hanno convertito la loro produzione, che però non possono commercializzarle perché manca l’autorizzazione dell’ISS. Troppo potere dei sindacati nel difendere i fannulloni? Vero pure, ma non possiamo accusare solo loro. La scuola di massa voluta e ottenuta dai sessantottardi, quella per cui tutti (asini compresi) devono studiare e laurearsi, ha sottratto manodopera all’agricoltura, all’artigianato e all’industria, settori vitali per qualsiasi nazione. E la classe dirigente che abbiamo è figlia di tutto ciò.

  10. Giovanni says:
    3 anni ago

    Vorrei capire se negli altri paesi hanno bloccato la produzione industriale oppure no

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Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

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