La luce della luna sul mare siciliano, si vedono pure le stelle. L’idea di sporcarmi la mano con lo zucchero del cannolo, il profumo del pane dei forni di Gela, perché il pane come lo fanno da noi non lo fanno da nessuna parte. Soffiare sull’arancina ancora calda. Il rumore della parlata della gente, che è teatro ed è casa. Questo mi manca.
L’idea di non poter tornare, questo è terribile: non avere nemmeno la libertà di pensarlo.