I componenti di tanti noti complessi musicali sono tornati sul palcoscenico. Chi li ha visti giovani, è felice che siano ancora vivi, nonostante abitudini spesso insalubri, ma è triste per le rughe che solcano quei visi. Perfino chi, davanti a una vetrina, si chiede chi vi sia riflesso e poi riconosce malinconicamente se stesso, vorrebbe che ai suoi idoli di un tempo ciò fosse risparmiato.
Ne La mia banda suona il pop di Fausto Brizzi è questo il caso del magnate russo (Rinat Kismatouline), che invita per il proprio compleanno a Mosca il gruppo Pop Corn. Da giovani – quando li interpretano Filippo Bianco, Elisa Nardini, Leonardo Ghini e Michele De Gerolamo – sono stati famosi partecipanti al Cantagiro e al Disco per l’estate e i loro rapporti sentimentali sono stati tumultuosi per quasi tutti. Da adulti – quando li interpretano Christian De Sica, Angela Finocchiaro, Massimo Ghini e Paolo Rossi – ognuno ha preso la sua strada, reciprocamente risentiti e ormai irriconoscibili l’uno per l’altro. Nessuno se la passa bene, quindi la prospettiva di guadagnare molto con una sola esibizione, offerta dal manager di un tempo (Diego Abatantuono), li induce a riconciliarsi.
La trovata del ritrovarsi invecchiati risale almeno ai Tre Moschettieri – Vent’anni dopo di Dumas. Al cinema i precedenti sono innumerevoli (Il grande freddo, Compagni di scuola, ecc.). La sceneggiatura (di Brizzi, Marco Martani, Edoardo Falcone, Alessandro Bardani), non può dunque essere insolita, ma Brizzi ha l’astuzia di puntare sulla cattiveria, specie sulle infedeltà di massa della cantante del gruppo. Non mancano riferimenti a fatti realmente accaduti e a persone realmente esistenti. Ma, quando si è personaggi pubblici, è difficile che qualcosa resti in privato.
La prima metà del film ha i toni della commedia brillante e scorre bene. Si scivola nella farsa con l’altra metà, quella della trasferta a Mosca (in realtà Praga) e del risvolto criminale. L’intrattenimento non è più per gli adulti vintage, ma per i ragazzini, considerati sensibili al lessico sconveniente. Facce color nostalgia (Abatantuono ha un’abbronzatura e un colore di occhi che non sono quelli avuti da madre natura) finiscono per coabitare con battute da avanspettacolo. Va inoltre sprecata la luminosità di Elisa Nardini, mentre si tira in lungo il disagio di due sessantenni immersi nel liquame. Il quintetto di attori di testa fa comunque il suo dovere. Chissà che cosa saprebbero fare interpreti simili se non si offrissero loro personaggi sempre uguali. (dal Messaggero del 20 febbraio)
*La mia banda suona il pop*** – Commedia, Italia, 92‘ – Regia di Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Diego Abatantuono, Massimo Ghini, Angela Finocchiaro, Paolo Rossi, Natasha Stefanenko