Nonostante le preziose opere di storici come Renzo De Felice, Anthony J. Gregor, Marco Tarchi e Giuseppe Parlato per citarne solo alcuni, ancora oggi sembra impossibile accostarsi al Ventennio fascista senza scatenare polemiche e accuse politiche. Su quell’epoca lontana continua ad aleggiare la damnatio memoriae, e chi ne parla senza seguire il “politicamente corretto” deve essere messo alla berlina, come le proposte di commissioni parlamentari “contro l’odio” o i ban dei social network verso partiti e personaggi di “destra” sembrano suggerire. Sfidando il rischio di discriminazioni e violenze morali, un gruppo di giovani studiosi ha affrontato con rigore alcuni temi dell’epoca fascista, cercando di restituire alla storia patria una pagina strappata, con tutte le sue luci ed ombre.
Il volume è strutturato in due parti: una ha ad oggetto alcune questioni storiche, l’altra ha ad oggetto “ritratti” di talune personalità che hanno caratterizzato l’epoca fascista con la loro azione ed i loro studi. Si va dal sindacalismo rivoluzionario alla democrazia organica; dall’impegno in guerra a quello nella vita civile; dalla sfida al comunismo come al capitalismo, marcando in tal modo profili e contenuti della cosiddetta «terza via» carica di aspetti moderni. La seconda parte comprende anche ritratti di personalità attive nel dopo-Fascismo: Adriano Olivetti ed Enrico Mattei, che dalla riflessione del Ventennio trassero lo spirito della comunità e della solidarietà e lo spirito della difesa intransigente dei legittimi interessi e della dignità nazionale. D’altra parte, non è un caso che la stessa vigente Costituzione repubblicana del 1948 riprenda molto della politica sociale ed economica del Fascismo operando una scelta più rivolta al “comunitarismo” che all’individualismo, esaltando il lavoro e favorendo il risparmio, promuovendo la classe lavoratrice fino a prevederne la presenza negli organi di gestione delle imprese e, tra le altre cose ancora, sottolineando la funzione sociale della proprietà privata e dell’impresa che tuttavia non significa negazione della proprietà o della libertà.
Le questioni storiche presenti nel volume partono dal Risorgimento e dalla Prima guerra mondiale per arrivare fino ai temi portanti che caratterizzarono il Fascismo: economia programmatica, Carta del Lavoro e Codice Civile, demografia, lotta alla mafia, geopolitica, tutti carichi di aspetti controversi e moderni allo stesso tempo. Successivamente vengono rievocate alcune figure del Ventennio sconosciute ai più: da Nicola Bombacci, il fondatore del Partito Comunista d’Italia che morirà accanto a Mussolini nel 1945 fino a Carlo Alberto Biggini, costituzionalista della Rsi, passando per Berto Ricci, Aurelio Padovani, Sergio Panunzio e Giuseppe Tassinari, “l’agronomo corporativo”. Uomini il cui contributo culturale viene ripercorso in maniera semplice e profonda, nel tentativo di stimolare dibattiti storici e rivisitare criticamente un’intera epoca, senza sterili nostalgismi ma anche senza il timore di urtare i “padroni del discorso” che dominano la cultura italiana. Perché, come insegnano gli storici elencati in apertura, la ricerca della verità dovrebbe procedere attraverso continue revisioni e confronti, i quali non possono essere imbavagliati da leggi e censure.
*Damnatio memorie. Italia e fascismo, scritti storici sui tabù del nostro tempo a cura di Francesco Carlesi, Eclettica edizioni, Massa, 2019, pp.228, euro 16