Aveva vinto tre ori olimpici nella stessa disciplina, i pesi massimi, a Monaco 1972, Montreal 1976 e Mosca 1980. Un primato eguagliato solo da altri due pugili nella storia. Teofilo Stevenson è morto a 60 anni a l’Avana, stroncato da un infarto. Per Cuba era una icona. Aveva donato al piccolo stato socialista caraibico un primato sportivo mondiale nel pugilato, demolendo l’egemonia americana nella categoria dei massimi. Ma soprattutto aveva rinunciato a una montagna di dollari per rimanere nell’isola con Fidel Castro, restando dilettante a vita. Nel 1978 avrebbe dovuto affrontare in tre mini-match negli Usa Muhammad Ali, ma dopo aver firmato un contratto con borse milionarie, il gigante di Louisville rinunciò per timore di una sonora sconfitta. Nel 1982 fu sconfitto ai mondiali dilettanti a Monaco di Baviera dall’azzurro Francesco Damiani.
Stevenson era ritornato un nome noto per i radioascoltatori italiani grazie alle gag di Fiorello a Viva Radio2: era uno dei convitati fissi dei racconti di Gianni Minà, quando il giornalista imitato dall’artista siciliani attaccava con “eravamo in pochi. Io, Fidel, Paco Pena, Sotomayor, Teofilo Stevenson…”.
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