Giovane con gusti d’epoca (“nato vecchio”, direbbe un invidioso) e un nome scolpito nella storia della letteratura americana, Gatsby (Timothée Chalamet) è il personaggio principale di Un giorno di pioggia a New York. Veste sobriamente come la classe alta per censo e cultura. E’ insomma l’ennesimo alter ego di Woody Allen da quando il regista non interpreta più se stesso.
Gatsby non è ancora “grande”, ma è benestante e ha una famiglia mondana a New York che non frequenta volentieri. Da tempo ha una fidanzata, Ashleigh (Elle Fanning), nata più benestante di lui, ma da una famiglia dell’Arizona – quindi “provinciale”. Lei è tanto appariscente quanto inconsistente. Lui e lei sono dunque una coppia che funziona nella cittadina universitaria dove i due studiano. Lui, quando è con lei, le parla ora di un libro, ora di un film, così riempie i silenzi attoniti della fidanzata, immunizzandosi dalla solitudine peggiore: quella in compagnia. Insomma: il loro è un equilibrio preservato dall’ambiente ristretto. Uscendone, lui ne vuole verificare la tenuta.
Basta che un sabato i due vadano insieme a New York perché lei trovi continue occasioni per essere ammirata: prima un regista a corto d’ispirazione (Liev Schreiber), poi il suo sceneggiatore di fiducia (Jude Law), infine un attore messicano (Diego Luna) sottraggono tutte le ore della giornata, e anche le prime della notte, al fine settimana pre-coniugale dei fidanzati.
Chalamet e la Fanning hanno dalla loro la gioventù, ma non sempre essa basta. I loro personaggi non si desiderano reciprocamente. Al massimo desiderano l’accoppiamento per l’accoppiamento. E mostrarlo riesce loro abbastanza facile. Ciò però sposta altrove l’attenzione dello spettatore, avvezzo alla consuetudine che una coppia deve pur esserci in un film.
Selena Gomez interviene per colmare questa lacuna. Non è bionda, non è alta, non è Wasp (“nessuno è perfetto”, insegnava Billy Wilder), ma il suo personaggio è intelligente e Gatsby finisce con l’accorgersene. Il pubblico italiano invece forse non baderà alla citazione di Ludwig Bemelmans, meranese (1898-1962), formatosi negli Stati Uniti alla letteratura e all’illustrazione, mentre lavorava nei grandi alberghi: i suoi libri sono stati popolari anche in Italia.
Questo film ha infine trovato una distribuzione in Italia, nonostante il boicottaggio che lo ha colpito negli Stati Uniti per i trascorsi erotico-scorretti di Allen. Lo spettatore, per il quale il ‘900 non sarà mai il “secolo scorso”, ha di che rallegrarsene. (da Il Messaggero di giovedì 28 novembre)
*Un giorno di pioggia a New York ***1/2 – Commedia, Usa, 92 – Regia di Woody Allen, con Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, Elle Fanning, Jude Law, Diego Luna, Liev Schreiber
Non sono un ammiratore di Woody Allen ma dalla trama questo film sembra interessante