Dove va l’Argentina con il nuovo corso di Alberto Fernandez? Dei nuovi scenari del paese sudamericano e del ritorno del peronismo ne abbiamo parlato con Marco Ciriello, scrittore e reporter internazionale, firma de Il Messaggero e de Il Mattino, nonché autore della biografia «Maradona è amico mio» (pg.185, euro 16, 66thand2nd).
Ciriello, in Argentina le elezioni politiche segnano un cambio di passo. Sconfitto Macri, con grandi appoggi internazionali, il nuovo presidente è Fernandez. Cosa cambierà nel Paese?
“L’Argentina è il paese dei paradossi, dove tra questi, c’è una ciclicità di crisi economiche, a dispetto di risorse pazzesche. Intanto ci sarà un governo in pace col paese che non è poco in un contesto che vede l’economia in apnea. Poi, se ci saranno capacità, ci potrà essere una ripresa. Alberto Fernández è stato capo di gabinetto di Cristina Kirchner – che sarà sua vice–, quindi dovrebbe evitare il periodo di esplorazione del potere conoscendo la – nenniana – stanza dei bottoni, ha dalla sua un patto sociale, la massiccia volontà di esportare e la voglia di liberare il paese dalla sofferenza, che per ora ha creduto a questa promessa di tregua. Mantenere la promessa è molto difficile – rinegoziare il debito, far partire il piano per i poveri, e provare qualche grande riforma strutturale – ma non impossibile, proprio perché l’Argentina è il paese dei paradossi, e non tanto Fernández ma Cristina sa arrivare al cuore dei poveri, che poi riesca-no anche a sfamarli è tutto da vedere, anche perché il contesto del continente è molto diverso da quello della presidenza Kirchner. C’è una timida possibilità che il cambio di linguaggio e le esperienze precedenti possano s-muovere l’Argentina dallo stallo”.
Anche Diego Armando Maradona, a cui ha dedicato un saggio mirabile, ha partecipato – alla sua maniera – alle presidenziali…
“Maradona è uno dei pochi sportivi che si può permettere una opinione, prende parte, dice per chi vota, non teme conseguenze, e persino ora che vive il suo autunno da reliquia: che va in giro per i campi argentini a raccogliere l’affetto della gente che ha fatto sognare, trova il tempo per schierarsi, per sperare, e per preoccuparsi sempre degli ultimi. Poi avversa Macri da anni, quindi era facile scegliere per lui, fin da quando l’ex presidente argentino era a capo del Boca Juniors, una vecchia inimicizia, che poi ha dato ragione a Maradona, che odia i fighetti, e riesce a sentire sempre i bugiardi, infatti, quando Macri era in luna di miele con l’Argentina, annunciando «Pobreza zero», Maradona già maradoneggiava sulle sue incapacità”.
Il ritorno del peronismo è una terza via tra i paesi postmarxisti e la destra filoccidentalista e reazionaria di Bolsonaro?
“Sì, è un tentativo, hai presente Lucio Battisti: a quest’ora mi va bene pure lei? Così va per l’Argentina, messi così male da accettare anche il ritorno di Cristina Fernández de Kirchner, che ha saputo perdere e tornare al potere, cadere e rialzarsi, sopportare accuse di corruzione e lontananza dal potere. E anche se sembra uscita da una soap con dei canoni estetici discutibili ha dalla sua una grande carica umana da Evita: è una donna resistente, con una idea di paese, poi certo dietro e intorno a lei c’è molta gente riprovevole, ma per quanto mi riguarda è un primo argine alla deriva brasiliana, se Bolsonaro si preoccupa io già sono contento, se poi uscisse anche Lula di galera lo sarei molto di più, quello che hanno fatto a lui e a Dilma Rousseff è assurdo, un golpe bianco, e soprattutto quello che han fatto al Brasile è terribile, c’è uno smarrimento collettivo della memoria che preoccupa, in questo l’America Latina ha gli stessi problemi dell’Europa”.
Fernandez avrà un canale privilegiato di intesa con Papa Francesco?
“È probabile, anche se Bergoglio sull’Argentina si tiene a zona, non marca nessuno e i corridoi che apre sono più imprevedibili di quelli di Messi con la Selección, che, infatti, nessuno capisce. Se non sei sveglio ti perdi il passaggio per segnare”.
Il campionato argentino darà soddisfazioni (calcistiche) al neopresidente Fernandez?
“Per ora sì, visto che la sua squadra, l’Argentinos Juniors, è prima in classifica con tre punti sul River Plate, c’è speranza, come per tutto il resto, bisogna vedere se dura”.
Analisi a mio avviso totalmente errata. Fernandez affonderà l’Argentina.
Non mi piace leggere delle ‘idee politiche” di Maradona come dello chef Rubio. A ognuno il suo mestiere. In ogni caso, in tutti i campi, la credibilità del castrista (!) Maradona è zero assoluto…
Più che al “cuore dei poveri” beneficamente al proprio portafoglio!
Già è abbastanza affondata l’Argentina, non c’è bisogno lo faccia Fernandez, dal quale personalmente sono anni luce distante sul piano ideologico. Purtroppo la destra conservatrice, o che si dichiara tale, in tutto il mondo commette l’errore di appoggiare il modello economico neoliberista, che va apertamente in contrasto con i valori del conservatorismo politico, quali ordine, tradizione, identità e autorità. E così facendo, la destra permette alla sinistra liberale (di cui Fernandez e il defunto Kirchner sono esponenti), che é peggiore di quella marxista, specie sul piano culturale. Sono convinto infatti che il nuovo governo argentino di sinistra, farà come il PD in Italia, ovvero, che invece di occuparsi delle cose serie e reali (economia e lavoro), si occuperà dei cosiddetti “diritti civili” e e farà politiche antiproibizioniste sui temi etico-sociali.
Kirchner e soci di liberale non hanno proprio nulla!!!!
Fa vomitare solo a guardarlo!