Se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’edizione 2019 del Gran Premio del Messico dimostra una volta di più quanto le strategie e gli pneumatici siano il perno della F1 contemporanea. Non bastano infatti i risultati delle prove o delle qualifiche per elaborare dei pronostici astratti che poi effettivamente si realizzino. E così accade che anche la macchina che sul passo gara si dimostra la più equilibrata, ovvero la Mercedes, debba ricorrere ad una tattica estremamente rischiosa per ottenere la centesima vittoria in Formula 1; tattica questa, incentrata anche e soprattutto sulla capacità di gestione del suo pilota di punta. Ma procediamo come al solito con ordine.
Al venerdì, le prove libere vengono capeggiate da Hamilton e Vettel, rispettivamente in 1’17”327 e 1’16”607. Al sabato mattina, invece, tocca a Leclerc: il suo tempo, 1’16”145.
Come spesso accade, lo stesso sabato mattina è premonitore: in pochi dunque si stupiscono quando al termine delle qualifiche la prima fila si tinge tutta di rosso, con Leclerc in pole position, ottenuta con l’ 1’15″024 del primo tentativo. In realtà, questo scenario da sogno è frutto di un giallo: sul campo infatti la prima posizione se la prenderebbe uno straordinario Max Verstappen (1’14″758 ) che però viene poi penalizzato di tre posizioni per non aver rallentato, dopo che il brutto incidente di Bottas all’ultima curva aveva causato l’esposizione delle bandiere gialle. Il 33 si vede così risucchiato in quarta posizione, dietro pure a Lewis Hamilton e davanti al compagno Albon e allo stesso Bottas.
E’ domenica e sulla pista messicana dedicata ai Fratelli Rodriguez l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: Hamilton potrebbe addirittura già aggiudicarsi il titolo mondiale.
Al via Charles Leclerc mantiene la testa, mentre Hamilton prova subito a passare Vettel che gli resiste, stringendolo a sinistra. Prova allora ad approfittarne Verstappen che va in duello con l’inglese: alla prima staccata i due si toccano, scivolando rispettivamente ottavo e quinto. Male anche Bottas, che alla fine del primo giro è solo settimo. Già al quarto giro Hamilton torna dietro al terzetto di testa, chiuso da Albon, dopo aver passato Sainz. Per l’olandese invece le sventure non finiscono qui, visto che un giro dopo si ritrova con la posteriore destra bucata, complice un leggerissimo contatto con Bottas nel duello ingaggiato il giro precedente. L’alfiere della Red Bull è così costretto ai box, per poi attuare una gara tutta in rimonta che lo vedrà sesto alla fine dopo tanti bei sorpassi.
Mentre al termine del primo settimo di gara cominciano le soste, i due ferraristi in testa conducono sereni, sebbene Vettel debba in un primo momento gestire un Alexander Albon apparso in ottima forma con l’altra vettura del team austriaco. Il thailandese però è anche il primo dei “grandi” a fermarsi, già alla fine del quattordicesimo giro: per lui medie. Stessa sorte tocca a Leclerc, fermatosi al passaggio successivo. Per il monegasco comincia però un secondo stint davvero complicato che complice una resa non ottimale del proprio treno di pneumatici, lo vede scivolare fuori dalla lotta per la vittoria. Molti anche i duelli a centro gruppo, come quello che vede coinvolti l’idolo di gara Perez e i due alfieri della Renault.
Al termine del giro 23, ecco l’azione che poi si rivelerà decisiva: Hamilton ripara ai box e nel tentativo di fare undercut su Vettel monta le gomme dure. Sia Bottas che Vettel si fermeranno invece per le hard molto più tardi, rispettivamente tredici e quattordici tornate dopo, tornando in pista entrambi dietro l’inglese, in terza e seconda posizione. Per il tedesco poi, l’aver perso quattro secondi poco prima di fermarsi, bloccato dietro al bellissimo e durissimo duello tra Sainz e Gasly, doppiati, costituirà un altro momento di ripensamento, visto che i giri che avevano preceduto la sosta si erano contraddistinti per un ritmo tanto veloce quanto regolare.
Verstappen intanto prosegue furioso la sua rincorsa e tra un sorpasso al limite, un lungo ed un bloccaggio, la zona punti viene piano piano riconquistata al trentesimo passaggio, dopo un corpo a corpo senza esclusione di colpi con Carlos Sainz, messosi in mostra durante il fine settimana per una grinta mai venuta meno, nonostante una McLaren molto al di sotto delle aspettative, confermate solo fino alle qualifiche, dove le vetture inglese avevano monopolizzato la quarta fila. Il loro ex pilota, Lewis Hamilton, continua intanto a tessere la trama di un capolavoro visto che nonostante una sosta così anticipata, la guida in punta di dita gli fa preservare alla grandissima il proprio mezzo. Tutto ciò risulta fondamentale perché quando questi nel finale vedrà appropinquarsi Vettel e Bottas, con gomme assai più fresche, riuscirà a controllarli senza dover fare numeri di particolare caratura. Tra il giro 43 il 44, si fermano per gli ultimi pit anche Leclerc e Albon. Il ferrarista riesce così con la mescola più fresca ad aggiudicarsi il punto bonus, con l’1’19”232 al giro 53.
L’ultima porzione di corsa lascia gli appassionati con il fiato sospeso a domandarsi se a Hamilton sarebbe servito un ulteriore pit stop; quando però appare chiaro il contrario, così come che la maestosa condotta di gara dell’inglese avrebbe dato i suoi frutti, resta solo da concentrarsi sulle battaglie in pista. Nonostante i distacchi in testa tendano costantemente ad assottigliarsi, il 44 è bravo a non farsi mai pressare sotto il livello di guardia. Più indietro lo stesso gravoso compito riesce con qualche affanno in più a Perez su Ricciardo: l’australiano, ottavo alla fine, corre tutti i 71 giri con il coltello tra i denti, riscattando così un pessimo sabato pomeriggio.
Prima della bandiera a scacchi c’e ancora tempo per il contatto tra Kvyat e Hulkenberg che costa al primo una penalità di 10” che lo fa scivolare dal nono all’undicesimo posto finale.
Vittoria dunque per Hamilton che nonostante il fondo danneggiato, riesce ad imporsi grazie alla strategia e all’ottima gestione degli pneumatici. Sul podio con lui un solido Vettel e Bottas, bravo a valorizzare una domenica che dopo il brutto incidente di sabato appariva piena di incognite. Punti per Leclerc, piuttosto in chiaroscuro per via dei problemi avuti soprattutto a metà gara, Albon, Verstappen, Perez, Ricciardo, Gasly e Hulkenberg.
Prossimo appuntamento la domenica ventura, sul circuito di Austin per una gara che con ogni probabilità consacrerà Hamilton campione del mondo per la sesta volta.
Un’altra volta..Povero ferrarista Leclerc, un’altra volta partito in pole in Messico ed un’altra volta arrivato quarto! Tappe della raffinata strategia Ferrari: 1. doppio cambio pneumatici (condito da erroraccio il secondo): 2. uso medium-medium-hard; bastava imitare i tedeschi della Mercedes (un solo cambio, medium-hard) e forse si vinceva….. o qualcuno vuol far pagare a Leclerc chissà quali colpe (ma allora perchè pagarlo profumatamente?)? Più probabilmente solo… immensi, smisurati polli di Maranello.
Cambi gomme. Stolte e pericolose corse pazze ai box! Basterebbe indicare 5 secondi obbligatori per tutti e chi sfora paga il supplemento…