Il mio articolo intitolato Il governo sarà Pd-M5s e i destro-chic rimpiangeranno il “barbaro” Salvini ha suscitato molti commenti, in genere positivi, di cui ovviamente mi compiaccio, anche se il merito credo non sia mio, ma dell’importanza e purtroppo della gravità dell’argomento. Fra di essi c’è anche quello di un lettore informato, che non concorda con la mia valutazione di Salvini, sostenendo che questi abbia “la stessa funzione imbrigliante del Msi negli anni ’60 e ‘70” e ritiene “un errore politico vedere in lui un demiurgo che ci difende dai cattivi”, aggiungendo che “la convergenza su alcuni punti non può e non deve essere condivisione, a meno che non si abbia abdicato rispetto a qualsiasi intento/speranza di affermare la nostra visione politica. Rileggere i Proscritti (il celebre romanzo di von Salomon, ndr) può essere utile per constatare come certe adesioni portino al suicidio politico.” La critica prosegue sostenendo l’esigenza di “pensare in termini di lunga marcia, di rivoluzione metapolitica, che impegni almeno due generazioni, altrimenti con questo materiale umano tutto sarà effimero. Come effimero e tragico è stato anche il Fascismo.” In particolare, si osserva che “la situazione in cui ci troviamo l’ha provocata Salvini, quindi è lui il responsabile di un eventuale governo giallorosso.”
Si tratta di considerazioni che in buona parte condivido e che potrebbero costituire l’abbrivio per un dibattito di più ampia portata, politica e, appunto, meta politica.
Per quanto riguarda le responsabilità contingenti di Salvini, è incontestabile che la crisi l’abbia provocata lui, anche se Forza Italia e Fratelli d’Italia glielo chiedevano da un anno. Si potrebbe aggiungere che fin dalla campagna elettorale delle Europee era stato provocato dai pentastellati e che la loro decisione di votare per Ursula abbia costituito il segnale di un netto cambiamento di rotta da parte di un partito che aveva sempre tenuto un atteggiamento critico nei confronti dei vertici di Strasburgo e di Bruxelles. Il vero torto di Salvini è stato di avere reagito alle provocazioni in un momento infelice, in pieno agosto, e di essersi fidato di Zingaretti che si mostrava disponibile al voto. Quando si ha voglia di fare la guerra è buona regola farsela dichiarare, come fece Bismark nel 1870 a spese di Napoleone III o Cavour nel 1859. Salvini non ha saputo falsificare i dispacci di Ems e ha fatto la figura del traditore di un’alleanza che presentava già ampie crepe. Se proprio avesse voluto rompere, avrebbe dovuto farlo su di un tema di ampio consenso, come uno scontro sull’ennesima nave delle Ong, non su questioni come la Tav o il federalismo fiscale, del quale sotto l’Appennino tosco-emiliano non importa a nessuno e che anzi sotto il Garigliano fa perdere consensi.
Il ruolo incapacitante del Msi
Su questioni come il ruolo del Msi e il fascismo posso concordare con il nostro lettore, ma il giudizio su un secolo di storia richiederebbe una riflessione ben più vasta. Mi preoccupa invece sentirlo parlare di una “lunga marcia (…) che impegni due generazioni.” Non posso fare a meno ricordare quello che diceva Keynes quando gli proponevano un investimento immobiliare, che nel lungo periodo è il più remunerativo (o meglio, lo era): non mi interessa perché nel lungo periodo non ci sarò nemmeno io. Fra due generazioni io non ci sarò, e questo ha un’importanza molto relativa; ma, se il governo giallo-rosso revocherà i decreti sicurezza e varerà lo ius soli, forse non ci sarà più nemmeno l’Italia, come noi l’abbiamo conosciuta. E rimpiangeremo un Capitano che in una notte di mezza estate si è fatto fregare dai pescicani, dagli squali e dalle verdesche della politica.
Torno sul tema: ma perchè Salvini ha ‘dato’ ai vaffanculisti (RdC) non ricevendo nulla in cambio, solo il calcione finale? Siccome ciò era intuibile, non poteva, s’egli fosse buon politico, aver capito e accelerato l’andata alle urne dopo le Europee, senza dar tempo ai pidioti di affinare la loro strategia, anzi nel loro momento di massima confusione? O svincolarsi comunque da ‘vincente’ e non da perdente (mozione di sfiducia poi ritirata)? Adesso la Lega perde consensi e lui non sta più in vetrina….
Felice il RdC era una concessione inevitabile, soprattutto quando sei azionista di minoranza del governo, in cambio hai avuto cose come la legittima difesa, quota 100 , flat tax sulle partite iva etc, poi è normale che è più quello che ha dato che quello che ha ricevuto in termini di riforme, ma in termini di consenso è stato il contrario quindi finchè la cosa è durata non era così male… Sui tempi della crisi mi sono espresso più volte e confermo, farla prima sarebbe stato addirittura peggio perchè avevano tutto il tempo di arrivare a quello a cui sono arrivati ora, farla dopo non era possibile perchè non si sarebbe potuti andare ad elezioni ed il cappio attorno a Salvini si stava stringendo sempre di più ed a ottobre sarebbe stato l’agnello sacrificale della manovra, così si è salvato in tempo e anche se ha parso (così dicono) un paio di punti conserva il fatto di essere ancora punto di proiezione di speranze inesaudite, se avesse contibuito ad una manovra senza riduzione delle tasse non avrebbe avuto via di scampo… Quindi i tempi sono stati giusti e la crisi inevitabile, metterlo in dubbio significa o non aver presente tutti i fattori(come mi pare sia il caso dell’utente citato nell’articolo) o essere in malafede… Per il resto sono più o meno daccordo, ma dire che abbia rotto fidandosi di Zingaretti è secondo me un altra cosa inverosimile, un leader che porta un partito dal 4% al 40% non si fida di un mollusco come Zingaretti, sapeva bene Salvini che avrebbero provato a fare l’accordo e che c’era la possibilità di non andare ad elezioni, non possiamo pensare che non si siano messe in conto queste cose a quei livelli… Poi certo ormai “ha stato Salvini” è un must fra certi destrorsi…
P.s. Ovviamente l’ultima battuta non è riferita all’autore dell’articolo che invece coglie spesso nel segno, giusto per essere chiari…
Quel 40% purtroppo è destinato a dimezzarsi presto… Spero di sbagliarmi…
Aggiungo solo un ultima cosa, sono secoli che sento frasi come quelle dell’utente, ovvero “pensare in termini di lunga marcia, rivoluzione metapolitica che impegni almeno due generazioni… etc etc” e ammetto di averli fatti anch’io questi ragionamenti, ma dato che queste identiche parole si dicevano già 30 anni fa vuol dire o che non si è fatto niente fino ad adesso o che quello che si è fatto è stato inutile… Ecco io inizierei ad analizzare questo, ovvero non sarà per caso che si è completamente sbagliato il tipo di lotta? non sarà che riproporre certi schemi sia assolutamente inutile e controproducente? Non sarà che ormai porsi con connotati riconoscibili e ormai bruciati sia buono solo per qualche sfilata di dubbio gusto? Eppure queste considerazioni anche sono già vecchie, tutto è già vecchio in realtà…
Nelle ultime vicende politiche, se vi è una certa convergenza di opinioni, è certamente sui modi e sui tempi con i quali Salvini ha posto fine al governo di cui faceva parte. Che l’accordo di governo fosse destinato a finire è innegabile e dettato da tanti motivi, certamente non ultimo il fatto che il Movimento 5 stelle stava perdendo voti e la Lega ne stava guadagnando. Da qui l’atteggiamento ostruzionistico e conflittuale lamentato da Salvini. Ciò che più lascia perplessi è invece il suo successivo comportamento: possibile che Salvini non abbia intuito che l’atteggiamento provocatorio messo in atto contro di lui non fosse altro che la ricerca di un motivo per “fargli perdere la pazienza” e indurlo a fare proprio quello che i suoi avversari si aspettavano, ovvero lasciare a lui la responsabilità di un atto ostile che li avrebbe lasciati liberi di fare quello che già prefiguravano, vale a dire cambiare l’alleato per il proprio interesse, ma salvando le apparenze?
Si potrebbe anche dire, più prosaicamente, che Salvini ha commesso un fallo di reazione che lo ha portato all’espulsione dal campo e dalla partita che, politicamente, stava giocando.
Salvini avrà anche agito per nobili motivi politici e per coerenza, ma in pratica ha fatto il gioco dell’avversario ed è proprio questo forse il danno maggiore che ha arrecato all’Italia e alla sua stessa immagine: quello di non essere stato sufficientemente avveduto e questo purtroppo anche agli occhi di molti di coloro che lo hanno sempre ritenuto un politico “navigato”. Certamente non gli ha giovato neppure la ramanzina che ha dovuto subire da Conte in Parlamento, alla stregua di uno scolaro poco diligente e neppure il fatto di avere sempre assicurato che il suo governo sarebbe durato anni e neppure i rosari di cui era dotato.
Difficilmente la sua immagine non ne risentirà e altrettanto difficilmente le cose torneranno come prima: ha dato l’impressione (spero sinceramente di sbagliarmi) che tutto il suo impetuoso attivismo alle fine non abbia portato ad altro che al ritorno della sinistra al potere e al ritorno delle cose allo stato di partenza ed il perseverare coi toni e con i temi usati finora potrebbe apparire come quegli spettacoli che un tempo hanno avuto grande successo, ma che riproposti troppo a lungo, non attirano più il pubblico.
Non resta che augurarsi che Salvini stesso e tutti i dirigenti della Lega agiscano ora con maggiore razionalità e collegialità, rifuggendo dagli impulsi e dalle decisioni improvvise.
Il ruolo del Msi e il fascismo è un capitolo a parte, molto importante nella storia politica italiana, ma forse non sufficientemente analizzato, soprattutto all’interno della destra stessa. La marginalità che spesso ha avuto il MSI, a parte il cordone sanitario messo in atto dai partiti “costituzionali” è spesso derivata dalla sua stessa storia: chi ormai non è più giovane ed ha avuto modo di frequentare qualche sede missina fino agli anni 60 avrà certamente notato come la componente prevalente allora era quelle reducistica, che, cresciuta in altri tempi, difficilmente si adattava a quelli successivi. Vi furono tentativi di integrazione e di adattamento, ma si risolsero solamente in dolorose e inefficaci scissioni e se Almirante riuscì sempre a tenere saldo il partito è proprio perché aveva capito che il MSI non poteva essere diverso: più testimonianza e principi che partecipazioni e alleanze. Gli anni sono poi trascorsi, anni 70, 80, 90 ecc. e alle generazioni che avevano vissuto un’altra epoca sono seguite le generazioni successive che quell’epoca non l’avevano vissuta. Certe idee e principi sono rimasti, quello che forse è in parte mancata è una revisione storica del Fascismo fatta all’interno della Destra stessa che evidenziasse in modo obiettivo quelli che ne furono i meriti, ma anche purtroppo gli errori, la distinzione tra le persone che diedero un contributo intellettuale e culturale da quelle che privilegiavano gli aspetti esteriori e formali. Forse anche per questo la destra ha spesso assunto la connotazione immeritata di un passato cristallizzato , che ha anch’essa contribuito a mantenerla isolata. Ora che i tempi sono totalmente cambiati e che anche nella destra si stanno affermando le nuove generazioni, certamente l’immagine che si delineerà non sarà più quella “imbrigliante” attribuita al MSI degli anni 60 e 70.
dal twitter di Bagnai:
“salvini sapeva perfettamente che le probabilità di ottenere il voto erano scarse, non a caso ha aperto la crisi a ferragosto, l’alternativa era lasciarsi cucinare a fuoco lento fra finanziaria suicida e attacchi di magistrati e ong”, ed io ci aggiungo anche il non detto, ovvero la pressione internazionale gigantesca e intimidatoria. Esempi ce ne sono stati, ci si ricorda della fine che fece Haider? Ecco Salvini poteva fare quella stessa fine… Da molti ho sentito dire che a Salvini manca la cultura di un Boris Johnson, ecco appunto si guardi che fine stanno facendo fare al biondo inglese, la stessa fine di Salvini se non peggio, costretto a dimettersi o lasciar perdere la brexit, e li siamo in Inghilterra che un pochino di sovranità in più ce l’ha rispetto a noi… La controffensiva globalista è stata paurosa, stanno usando tutto il potere a loro disposizione per eliminare qualsiasi soggetto pericoloso dalla scena, quando poi sei solo contro tutti non rischi la vita per un popolo di venticinqueluglisti a oltranza… Se si pensa che si trovi di meglio sulla piazza sono sempre qui pronto ad ascoltare. Cito un amico:” Il tempo dei “moderatini” e degli “intriganti dottori ” ( e dei preti loro maestri) è finito per sempre.”
Dando per scontato che nessuno possegga la verità (o tutta la verità) io mi chiedo se quel finale non era scontato dall’inizio, cioè da quando lo ‘strano connubio’ gialloverde ebbe inizio. Inutile citare singoli casi. I vaffanculisti sono eminentemente comunistoidi (di vecchio tipo, con una punta anarcoide), i leghisti dei destrorsi conservatori, per semplificare. Salvini ci ha visto l’utilità a breve, pagando il salato RdC, ma aumentando i propri consensi con una martellante campagna mediatica specialmente contro l’immigrazionismo stolto e masochista. Però, a mio avviso, il suo grande errore è stato di non capire che non doveva toccare lo scacchiere europeo ed internazionale, neppure a livello di esternazioni, anche perchè i nostri sinistri, da sempre vendipatria, non aspettavano altro…Rischia di aver visto il valore delle proprie azioni crescere rapidamente e vertiginosamente, ma, non avendo venduto quando era l’ora, rischia adesso il tracollo… Il problema è che lui ha confuso le ‘sue’ piazze essenzialmente semplici (se non becere), con i ‘luoghi’ della vera politica, specialmente atlantica ed europea. Lì la faciloneria presenzialista, scamiciata, goliardica (non sovranista), pronta a cavalcare disinvoltamente twitter, rosari e chiappe in spiaggia, non poteva che uscirne con le ossa rotte…
…e contraddizioni evidenti e cambi di marcia…
Bagnai può dire ciò che vuole. Ma Salvini se l’è preso in saccoccia e l’elettorato italiano di oggi è quello che è!
Il vero problema di Bagnai è che sta nello schieramento sbagliato. Lui è un sinistrorso populista. Se ne vada con la Boldrini!
Felice daje perchè devi scadere in queste iperboli assurde, Bagnai è una delle migliori intelligenze disponibili nella politica italiana, lontanissimo tra l’altro dagli stereotipi del populismo becero, coerente e fedele al partito ed al suo capo e soprattutto competente e con una vastissima cultura… Dobbiamo imparare invece noi da lui un pò di sano “leninismo” che ci farebbe bene, il suo intervento al Senato dove ha distrutto Conte in 10 minuti è stata una boccata di ossigeno nell’asfissia di mediocrità generale e se Salvini saprà umilmente ascoltarlo non potrà che fargli bene, se c’è qualcuno in grado di distruggere la sinistra non a livello di piazze e comizi ma a livello di discussione tecnica quello è proprio Bagnai, poi è chiaro che i voti li prendono i capi popolo, ma i buoni capi popolo hanno l’intelligenza di circondarsi di persone in grado di capire trattati, documenti etc per conto loro e agire di conseguenza…
Ho sempre odiato il comunismo marxista-leninista. Un Bagnai puzza di bolscevico lontano 5 miglia!
Stefano. Populismo, anticonsumismo falso e pseudoaccattone, globalismo impotente e provincialotto, nazionalismi anacronistici, nostalgismi da cena reduci, ecologismi ‘gretini’ ecc. ecc. sono lontanissimi dalla mia mentalità di vecchio liberal conservatore subalpino modernizzante. Accetto, sul piano politico, non culturale, sociale, del costume, essendo molto più vasti e sfuggenti, identitarismi sedimentati, l’humus della nostra (o nostre) passate Heimat. In nome di esse io credo a valori antichi e perenni, ad altri storici ed ideali, alla difesa delle frontiere, alla legalità da ricostruire ben lontana da ogni suggestione anarcoide o fascistoide o comunistoide; rifiuto con forza ogni buonismo facilone, l’idea di miscelazione etnica, ogni immigrazionismo deleterio e distruttore ecc. Ma non scagliamoci contro la ‘globalizzazione’ che è un fenomeno che riguarda tutti i Paesi, tranne qualche sventurata enclaves marginale. Così come continuo a sperare in una Europa Confederale con un forte Esercito, di vecchia mentalità elvetica. Bisogna cavalcare la tigre! Saluti!
Felice condivido l’idea di Europa confederale ed anche il modello elvetico inteso in una certa maniera, non capisco però come riesci a conciliare alcune idee che per me sono assolutamente antitetiche fra loro, la globalizzazione è vero che è un fenomeno globale appunto ma questo non significa che sia un fenomeno positivo tutt’altro proprio rispetto a quella Heimat di cui parli, alla difesa delle frontiere e la difesa degli antichi valori… Condivido l’opposizione a nazionalismi fuoritempo e gretinismi vari, ma non ho mai capito e magari è un problema mio come si possa conciliare conservatorismo e liberalismo in un solo credo politico soprattutto quando proprio grazie al liberalismo non c’è più niente da conservare…
p.s. Comunque sappi che nonostante il tuo scetticismo Bagnai condividerebbe molto più di me il tuo credo politico, ha dichiarato più volte che il paese oggi c’è bisogno di politiche conservatrici e che lui in fin dei conti adesso è un conservatore post-keynesiano(in fondo è stato un allievo di Federico Caffè), son sicuro che metterebbe la firma su molte tue affermazioni al contrario di quello che potresti pensare forse non conoscendo a dovere il personaggio(che secondo me apprezzeresti anche in altri aspetti del suo carattere e della sua raffinata cultura)…
I liberal conservatori sono una categoria politica europea oggi purtroppo desueta, ma ancora esistono e, per me, dovrebbero essere molti di più! La globalizzazione può non piacere, ma indietro non si torna, come non si ritorna al 1789 o ai lumini a petrolio o agli spadoni…Urgente è tornare alla legalità nel suo significato più alto ed ampio, senza giacobinismi, ma con il giusto rigore. Lotta alle droghe ed al crimine organizzato in primis. C’è troppa compiacenza verso ogni forma di criminalità, mentre s’inventano ogni giorno ‘delitti’ di oinione legati al deteriore ‘politically correct’ idiota d’oggi. Io personalmente sono a favore della pena capitale. Saluti!
Stefano. Keynesiano o postkeynesiano nell’Italia di oggi è statalismo sinistroide inefficiente. Buono per pidioti e vaffanculisti. Viva il libero mercato con le sue durezze, la vita è aspra, la gioventù rammollita va presa a calci in culo, impicchiamo marcotrafficanti piccoli e grandi, indulgenza per nessuno, solidarietà solo per chi, italiano,se la merita sul serio… chiudiamo il carnevale! Tanto per cominciare…
Di tutta questa vicenda ci sarebbe da dire una cosa molto importante: Salvini facendo cadere questo governo, a cui ha fatto seguito il ribaltone con il Conte bis sostenuto da M5S e PD, ha fatto resuscitare un defunto politico come Renzi.
Non credo all’equazione Keynesismo=Statalismo. In realtà la dottrina di Keynes è certamente per una presenza forte dello Stato in economia, ma non per la sua onnipresenza come nei regimi comunisti. Diamo il giusto peso alle cose, la presenza dello Stato in economia non minaccia la proprietà privata, né la libera concorrenza, che semmai viene regolamentata, non come nel liberismo dove prevale una forma di anarchia capitalistico-finanziaria, in cui non esiste alcun limite di natura etica e morale. Limite che solo lo Stato può imporre, perché favorisce una più giusta redistribuzione dei redditi. Con il regime attuale neoliberista sono solo i furbi e i disonesti ad avere la meglio, e domina la concorrenza sleale.
Werner purtroppo Renzi non è mai stato defunto veramente perché al di al delle idee è uno ddi politici più svegli sulla scena italiana almeno a livello tattico, aveva comunque la gran parte dei gruppi parlamentari del PD e alla fine ha giocato di sponda con grillo obbligando Zingaretti il mollusco ad abbassare la testa, forse dovremmo tifare paradossalmente proprio per Renzi che quando vedrà la possibilità romperà questo governo, alla fine lui ormai vuole prendersi il centro moderato , non è mai stato di sinistra e ereditera probabilmente anche quello che resta di Berlusconi , lui odia i 5* e appena potrà se ne tirerà fuori portandosi dietro una parte del PD, si tornerà magari ad un tripolarismo con 5* e sinistre varie da una parte, moderati in mezzo e destre dall’altra,non so dire se questo scenario potrebbe essere migliore o peggiore di quello attuale ma se ci fai caso sia Meloni che Salvini hanno sempre visto in Renzi il nemico principale nn a caso , è lui l’unica vera volpe da portare in pellicceria perché gli altri sono solo delle scartine…
Werner. Ma ti pare che in Italia l’economia attuale sia liberal-liberista? Qui lo Stato (burocrazia e tasse) ed il sindicato (difensore di inefficienza e poltronaggine) soffocano tutto…. Qui Keynes, infeudato al politicume, viene applicato, con esiti disastrosi, da decenni! Magari si tornasse al liberalismo di Giolitti o a quello di Einaudi…
Concordo con te Werner su Keynes che in realtà fa comunque parte della famiglia liberale seppur di un liberalismo regolamentato dallo stato e quindi non liberista, infatti io che invece ho una visione che si rifà al distributismo cooperativo e quindi corporativo non approvo in toto quelle teorie che comunque secondo me non subordinano abbastanza l’impresa privata alla funzione sociale che dovrebbe essere invece basata sul principio di sussidiarietà e solidarietà in un ideale stato organico…far si che più persone possibili siano proprietarie dei mezzi di produzione , coso si evita sia statalismo che capitalismo… In definita però oggi il Keynesismo è ciò che più si avvicina a questa visione ecco perché posso sostenerlo seppur con riserva…
Comunque, credo che Calenda potrebbe essere in futuro un buon lider, e politicamente presentabile, del ‘moderatismo’ italiano… Vedremo…
@Stefano
Hai ragione, più che un defunto, Renzi é stato volontariamente in letargo, ed appena ne ha avuto l’occasione, con la crisi del governo giallo-verde, ha approfittato della situazione per tornare alla ribalta e fare il nuovo governo giallo-fucsia. Concordo con le tue osservazioni sul Fiorentino, che rimane il vero capo del PD, e che il Fratello di Montalbano quale segretario, sia solo una figura di facciata. Però rimango dell’idea che se Salvini non si fosse montato troppo la testa per i risultati ottenuti alle Europee, non avrebbe causato la crisi di governo e consentire a Renzi di tornare nuovamente sulla scena. In economia, neppure a me dispiace il corporativismo, perché rappresenta la vera Terza Via economica alternativa sia al capitalismo che al collettivismo.
@Guidobono
Lo é assolutamente, che poi le imprese siano oppresse dalla burocrazia e dal fisco, é un altro paio di maniche. Il liberismo all’italiana favorisce esclusivamente i grandi gruppi a danno della piccola e media impresa, che costituisce la spina dorsale della nostra economia.