Da studioso di Mishima penso – e il poster ce l’ho avuto in camera per anni e sta nella mia collezione di poster, e ora è ben messo in una apposita sede – che non è così “banale” ciò che dice Mishima.
Ecco, lo scrivo e dico da sempre. Anche nel mio prossimo libro, ripeto questo: leggere Mishima con immediatezza è sbagliato. Mishima non era affatto un impulsivo, anzi, è vero il contrario, il suo suicidio lo ha persino scritto in Letteratura!
Da, anche, mishimiano, mi interessa, sia dal punto di vista accademico, ma ancor più per la conoscenza, chiedersi sempre: “Ma cosa intendeva veramente Mishima?”.
Di quale “lealtà” parlava lui? Giacché Mishima è sempre stato cielo e notte, questo, anche se lui a un certo punto lo ha negato – del resto quante bugie disse Lovecraft nelle sue lettere? – è sempre stato vero nella sua vita.
Di quale “lealtà” parlava? Prendere un uomo di cotanto spessore in superficie è offensivo.