L’ex deputata del Front National (oggi Rassemblement National), Marion Marechal Le Pen, e l’ex ministro del Lavoro, Xavier Bertrand, vengono considerati dai francesi come Le due figure politiche capaci di rappresentare meglio il “futuro della destra”: ecco il risultato di un sondaggio del quotidiano francese “Liberation” (realizzato dall’istituto Viavoice).
I numeri
La Le Pen ha avuto il 31% di giudizi favorevoli, Bertrand il 34 per cento. Tra i simpatizzanti della destra, la nipote di Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, sale al 40 per cento, mentre l’ex ministro arriva al 61 per cento. Solo loro quindi i due volti della destra transalpina del domani. Bertrand è il presidente del consiglio regionale dell’Hauts-de-France, e ha interrotto i rapporti con i Repubblicani nel 2017 denunciando una deriva troppo estremista, mentre Marion Le Pen cura una fondazione che ha l’obiettivo di formare le nuove classi dirigenti della destra.
Fermo restando l’affetto ormai decennale per Jean-Marie, e fermo restando la simpatia per la pur brava Marine, per le idee che ho io spero che Marion sia il futuro. Dico questo perché, da quel che ho letto, Marion è meno socialista in economia rispetto a Marine, e inoltre avrebbe un afflato cattolico tradizionale, mentre Marine sembra carente dal punto di vista spirituale. Insomma Marion parrebbe una vera destrorsa, una “sporca reazionaria”, per cui le auguro un futuro roseo.
Io continuo a preferire il buon Jean-Marie, però devo dire che preferisco sicuramente Marion a Marine… Tra l’altro, e qui vado nel gossip amoroso, la bella Marion è molto vicina all’Italia vista la sua relazione sentimentale da qualche tempo con il nostro Vincenzo Sofo della Lega, un bel colpo per le virili virtù dell’italica stirpe!
Certo che queste ‘ragazze Le Pen’ cambiano gli uomini come le mutandine… Molto francese…Il ‘padre biologico’ della ragazzuola aveva pure una madre comunista e fu agente del Mossad… Mah…
Concordo con Stefano (riguardo Jean-Marie: naturalmente volevo scrivere “ultra-decennale”). Comunque ammetto che Marine ha nerbo, ha spina dorsale: ricordo un faccia a faccia con D’Alema in cui non cessava di guardarlo negli occhi, tranquilla, serena, olimpica, di chi sa di essere dalla parte del giusto, D’Alema era fortemente intimorito. Quando vedo certe cose inizio a mettere in dubbio lo iato netto e incolmabile che Evola prefigura tra maschile e femminile, tra indole solare e indole demetrico-lunare.
La donna è prevalentemente più forte dell’uomo; se riesce a compensare l’emotività (che in parte era culturale) diventa facilmente dominatrice. L’uomo, ovunque, per secoli l’ha ingabbiata con le maternità e la forza muscolare. Essendo esse ora meno condizionanti che in passato, nel prossimo futuro l’uomo dovrà resistere e combattere per non farsi schiacciare…
Paleolibertario sono sostanzialmente daccordo su quello che hai detto però attenzione a materializzare le asserzioni di Evola su solare e lunare che sono fatte su un piano più “sottile” e simbolico, lo stesso Evola sostenne infatti che l’elemento mascolineo e femmineo sono in ognuno di noi, sia maschi che femmine, e che l’aspetto biologico è solo una predominanza di una parte rispetto all’altra(queste considerazioni sono attualissime tra l’altro se rapportate al problema del gender).. Si può intendere il dualismo solare/lunare insomma più come lo yin/yang estremo-orientale o come l’apollineo e il dionisiaco della nascita della tragedia di Nietzsche, infatti quel dualismo che non è mai irriducibile(infatti si traduce su un piano di sintesi superiore nell’archetipo dell’androgino primordiale) viene applicato da Evola(in modo a volte troppo manicheo a mio modesto avviso e che induce a delle letture dualistiche) alla morfologia delle società tradizionali così come affrontate soprattutto in Rivolta, distinguendo suddette civiltà appunto in solari-olimpiche e in lunari-ctonie, insomma si tratta come di due tendenze, di due forze presenti nel corso di tutta la storia e della realtà sia spirituale, sia sociale che individuale che si scontrano e si compenetrano a vicenda… Pensa che molti di questi concetti furono ripresi dal Bachofen che invece pone proprio l’elemento femminile come primigenio rispetto al maschile nel suo fondamentale libro “Le Madri e la virilità olimpica. Studi sulla storia segreta dell’antico mondo mediterraneo” che fu curato e tradotto da Evola stesso per la prima volta in Italia!(se non ricordo male). Con ciò ti prego di scusarmi se posso sembrare pedante ma è proprio seguendo il tuo giusto ragionamento che ho trovato necessario rettificare questa interpretazione di un concetto fondamentale in Evola che è facile venga frainteso… Un ultima cosa voglio però aggiungere, in un epoca che appunto vede nel femmineo l’elemento predominante, è chiaro che anche una certa “virilità” si manifesti più nella donna che nell’uomo, ma questo più che un elemento positivo lo vedrei come uno dei segni dei tempi rovesciati che viviamo… Cordiali saluti e mi scuso ancora per quella che può sembrare inutile “pignoleria”…
p.s. A proposito di quello che diceva Felice, la guerra è femmina si affermava una volta… e guardando alle tendenze che contraddistinguono più l’occidente che l’oriente(e non da oggi), si potrebbe affermare allargando un po i concetti espressi che l’occidente è femmina nelle sue tendenze principali(democraticismo,egualitarismo,sentimentalismo etc etc) ed in questo anche un certo tipo di cristianesimo devozionale ha avuto, bisogna ammetterlo, una parte di responsabilità(anche se minore e solo in tempi relativamente recenti secondo me rispetto a quanto sostiene un certo settarismo anti-cristiano, su questo basterebbe guardare all’odierna Chiesa Ortodossa o al nostro ghibellinismo cattolico per smussare certe spigolose interpretazioni)…
Le donne, votando DC, hanno impedito ai comunisti di vincere nel ’48 e ciò nessuno lo cancella…Viva le donne!!!
Felice però non esageriamo nell’alimentare una certa retorica proto-femminista, se l’albero si giudicherà dai frutti staremo a vedere dove ci porterà questa inversione dei ruoli tradizionali che tanto piace a progressisti e sinistrati, le donne che votavano DC non erano di certo come quelle di oggi semmai ne erano il contrario, la continua mascolinizzazione delle donne corrispondente alla de-virilizzazione dell’uomo non fa bene a nessuno, ne alle donne ne all’uomo, quello da perseguire dovrebbe essere un ideale di Donna Assoluta e di Uomo Assoluto e non di una donna maschile e di un uomo femminile che tra l’altro va a discapito anche di una normale e sana tensione sessuale generando le mostruosità che tutti sappiamo se non peggio in un asessualità indistinta che si traduce nel modello ultra-liberale del consumatore unisex …
Stefano. Chi in Europa emerge politicamente? Non importa quello che noi pensiamo o che cosa sarebbe forse meglio in linea teorica. Se l’uomo si deviralizza forse la colpa è sua, se cede troppi spazi anche… Certe cose non si decidono a tavolino, non le decide neppure una centrale operativa, sono il risultato di una lunga e complessa catena di concause storico-socio-culturali… Ti ricordi chi si mise al volante dell’auto, nel 1930, dopo il ricevimento per le nozze di Galeazzo ed Edda a Roma? È un piccolissimo esempio, ma rivelatore… Saluti!
Di assoluto c’è solo la certezza della morte…
Felice ma infatti non ho detto assolutamente che la colpa sia del gentil sesso, anzi più passa il tempo e più penso il contrario…
Sì Stefano, la colpa è di noi uomini che abbiamo scelto di ritirarci e di contare sempre meno…
Maledetti sempre siano il Sessantotto e il Femminismo!
Stefano, Evola l’ho citato in modo sintetico-scherzoso… Saluto sia te, che Felice, che Werner. Le analisi più stimolanti e condivisibili, riguardo la dicotomia maschile-femminile, paradossalmente le ho trovate leggendo la post-femminista Ida Magli. Tra l’altro nel suo bellissimo “La dittatura europea” si parla proprio della Francia come possibile nazione che avrebbe la forza e le ragioni per opporsi alla globalizzazione; nel libro suddetto, che io vi consiglio di leggere, si analizza il significato della cancellazione della differenza tra maschile e femminile. È un testo *purtroppo* profetico e attualizzante (si parla positivamente anche della Russia odierna e poi di argomenti quali il sedevacantismo cattolico).
Werner. Il femminismo è maturato con l’inurbamento, la pillola anticoncezionale ed il ruolo della donna nei totalitarismi ed a causa dei due conflitti mondiali. Ha fatto più per il femminismo il fascismo di 100 anni di liberalismo italico. Il ’68 è stata l’esplosione di quanto stava maturanto dall’inizio degli anni ’60, dalla fine della ricostruzione. In Europa, negli USA con la guerra del Vietnam, le droghe ecc. Maledire non serve, occorre capire e cavalcar la tigre! Anche perchè, come già con il giacobinismo rivoluzionario, non tutto è da buttare… Se pensi che quando ero piccolo in molte famiglie italiane prendevano a schiaffi le cameriere (come ancora nei Paesi araba) e le obbligavano a far la ‘nave scuola’ sessuale per i signorini… indietro non si torna…Saluti.
@Guidobono
Non bisogna tornare indietro, ma recuperare il meglio di ieri – smantellato dalle predette rivoluzioni – e gettare nel cesso il peggio di oggi. Facile a dirsi che a farsi, ma é la strada maestra per una società migliore.
L’equivoco di fondo è denominare ‘globalismo’ una tendenza diffusa che non ci piace…ma che non ha alternative a portata di mano o di scheda elettorale…