Mai così bene dal dopoguerra. La destra radicale, secondo gli analisti dell’Istituto Cattaneo, gode di ottima salute e raccoglie risultati che non si registravano, in Italia, dagli exploit missini e qualunquisti.
Il voto in Sardegna è stato analizzato da Marco Valbruzzi che ha ravvisato “un rafforzamento della componente autonomista” e “lo slittamento verso destra del sistema politico”.
Secondo quanto emerge dall’analisi, l’area di destra radicale, sfruttando l’indebolimento delle componenti moderate, “raccoglie all’incirca il 15% ed e’ paragonabile, per dimensioni, ai risultati ottenuti dal Msi e da altre liste minori di destra nel primo decennio dopo il secondo dopoguerra”.
Ed è interessante constatare come, alla flessione “moderata” corrisponda l’aumento dei consensi verso una destra più netta nei contenuti e nelle proposte. Non una novità nel panorama politico italiano, ma un vecchio busillis di cui ebbe ad occuparsi, in altri tempi, anche un preoccupatissimo Giulio Andreotti con la storia dei “voti in libera uscita”.
I numeri snocciolati dal Cattaneo, infatti, “nell’indiscutibile vittoria del centrodestra”, mettono in evidenza “il forte calo dei consensi per la componente moderata, rappresentata da Forza Italia, che ha perso 70mila voti, e dalla lista Pro Sardinia-Udc, che vede dimezzare i suoi consensi”.
Dove vanno quei voti “moderati”? Per gli analisti ora gli elettori premiano “partiti più ideologicamente radicali della coalizione, cioè Lega e Fdi”, oltre “alla crescita della storica formazione autonomista in Sardegna, il Partito Sardo d’Azione, che ha praticamente raddoppiato i suoi voti, passando dai 31mila del 2014 agli attuali 62mila”.
Ma un altro dato interessante è quello relativo alla tentazione autonomista che diventa sempre più forte. Se è vero che in Sardegna questa ha avuto una lunga e nobile tradizione politica è pur vero che quello raccolto alle Regionali 2019 rappresenta, con il 17,6% dei consensi, “il risultato piu’ elevato registrato in Sardegna dal 1948 a oggi”.
Se i partiti moderati avessero governato in maniera degna e nell’interesse collettivo, non avrebbero perso consensi, ed invece hanno malgovernato e pensato unicamente ai loro interessi di bottega, e giustamente le persone vanno a rivolgere le proprie speranze altrove. E la colpa maggiore che va attribuita ai partiti moderati è sicuramente quella di aver messo la politica totalmente subordinata alla finanza, e di fatti è così che nascono le crisi economiche.
Destra Radicale? Quale? Dove? Quella del doppio Reddito di Cittadinanza? Quella dell’Albero della Cuccagna?