Da ieri mattina anche la Spagna ha i suoi sovranisti. Si tratta di Vox, un partito di fondazione abbastanza recente, che raccoglie le tematiche identitarie nella terra che fu di Francisco Franco.
La consistenza elettorale di Vox, guidato da Santiago Abascal, è stata certificata in Andalusia, dove per la prima volta i populisti di destra eleggono 12 rappresentanti al parlamento locale, mentre il Partito Socialista esce fortemente ridimensionato dalle urne, in quello che era un territorio storicamente favorevole, mettendo in difficoltà il governo nazionale di Sanchez.
Il Partido Popular ha quindi ora a che fare con una formazione a destra, eventualità che era sempre riuscito a scongiurare. Molti si chiedevano fino a quando la Spagna sarebbe stata immune dal “contagio” e individuavano, come causa del ritardo sovranista iberico, lo spettro del Caudillo, al potere incontrastato fino al 1975. In realtà di spettri ce n’erano ben pochi, dato che il PP aveva raccolto fra le proprie file tutta la classe dirigente franchista, movimenti giovanili inclusi.
Probabilmente da un lato è venuta meno la capacità dei popolari di rappresentare un elettorato che andasse dalla destra più nazionale al centro moderato, mentre dall’altro le politiche deliranti dei socialisti, più occupati a ricollocare la tomba di Franco e a cancellare i simboli della falange dai muri che a risolvere problemi pressanti, hanno aperto uno spazio insperato a Vox. Partito di destra, pro life, contro i matrimoni gay, contro il multiculturalismo, contro le autonomie regionali e in parte euroscettico.
Analisi molto corretta. In Spagna la democrazia è nata da un patto di pacificazione che ha permesso ad uno schieramento politico molto più ampio che in Italia di riconoscersi nello Stato democratico. Sono stati inclusi ovviamente i monarchici, ma anche i franchisti che non hanno avuto nessun motivo di opporsi alla transizione, apparte frange estreme dell’esercito che tentarono il golpe. Fu rigorosamente rispettato sia dagli ex franchisti che dai vecchi socialisti e persino dal partito comunista. Ebbero l’intelligenza di capire che era più importante dimenticare la guerra civile e costruire la democrazia che regolare vecchi conti. Sono i nuovi socialisti alla Zapatero e alla Sanchez, assieme all’estrema sinistra repubblicana e ai secessionisti, a cercare di sovvertire il patto tra spagnoli su cui si è basata la transizione e una stabile democrazia. Sono loro che provocano la rinascita dell’estrema destra attuando politiche inutilmente provocatorie come la legge della memoria storica, la distruzione di monumenti e la esumazione di morti, peraltro non facendo nessuna politica sociale
Per uscirne bisogna schiacciare questa nuova sinistra più faziosa, intollerante, ipocrita, inutile della vecchia. In termini spagnoli la sinistra sta finendo di demolire lo Stato unitario, ha infangato e poi rimosso decenni problematici, ma anche di pace, ordine autoritario, ma non ottuso, crescita economica e civile.