Soffia un vento populista sull’Europa, ma le prospettive di successo elettorale non si accompagnano ad una necessaria e indispensabile visione dei processi globali. I partiti nazionalisti e patriottici sono uniti dalla lotta all’immigrazione selvaggia e scriteriata ma non da un orizzonte comune che riguarda cultura, economia e sviluppo. Non è un caso che la leader dell’Afd Alice Weidel abbia dalla Germania criticato la Manovra del governo giallo-verde, al pari dell’Austria con il cancelliere della destra del Ppe, Sebastian Kurz. Che fare? E’ necessario che il fronte populista, da cartello elettorale anti establishment, divenga un fronte organizzato con una piattaforma politica di governo. E la precondizione per una futura condivisione di scelte che vadano oltre l’opposizione alle politiche immigrazioniste, è opportuno riscoprire il valore dell’Europa, come attore di Civiltà e soprattutto come strumento per competere a livello internazionale nella guerra in atto tra Usa, Cina e Russia. Per questo abbiamo tradotto un estratto di uno scritto di Dominique Venner, intellettuale francese di straordinaria levatura, nel quale si chiarisce come – già nel 2012 – l’ostilità scomposta all’Ue dei populisti correva il rischio di indebolire l’Europa come bastione di resistenza all’omologazione culturale del pensiero unico. Ecco, ripartire dall’Europa. Per disegnare un orizzonte di futuro, oltre gli sterili particolarismi nazionali.
Lo scritto di Dominique Venner
“E’ necessario notare una tendenza preoccupante, che non è solo del Fronte Nazionale, ma sembra essere comune alla maggior parte dei movimenti “populisti” europei (intendo la connotazione populista in nessun modo dispregiativa).
Come la maggior parte dei suoi emulatori europei, il Fronte nazionale soffre di una sorta di “malattia infantile”, come avrebbe detto Lenin per la sua famiglia politica. La “malattia infantile” del populismo può essere diagnosticata come un drammatico fraintendimento della realtà europea e una tentazione di ritirarsi nella vecchia, apparentemente rassicurante cornice delle vecchie nazioni, fuori dalla storia, quella della “Francia sola” (come se lo eravamo con Luigi XIV). È un’opzione difficile da sostenere in un mondo di enormi poteri e vaste aree di conflitto e con evidenti disastri all’orizzonte.
E’ comprensibile naturalmente la sfiducia legittima nelle attuali istituzioni dell’Unione europea, che hanno solo il nome europeo, e sono in realtà globaliste nella loro ideologia e nei loro disegni. Ma, con la motivazione che l’oligarchia snaturata ha instaurato un sistema aberrante (più giacobino che federale), dovremmo respingere a titolo definitivo tutte le prospettive europee che erano una prospettiva positiva (vietare una nuova guerra fratricida tra la Francia e Germania e costruire un insieme geopolitico coerente rispetto ai grandi blocchi mondiali, con la propria moneta contro il dollaro e lo yen). Non dovremmo, al contrario, disegnare un nuovo progetto di mobilitazione, quello per una nuova Europa carolingia, che implicherebbe la volontà di una revisione completa delle istituzioni, in modo che consentano una vera unione federale di popoli che sono fratelli e non lo strumento dittatoriale delle ideologie mondialiste e delle oligarchie mafiose? Infine, non dovremmo richiamare forte e chiaro, nel preambolo di tutto, la nostra appartenenza a una civiltà europea che ci legittima e affonda le sue radici nella nostra più antica tradizione comune, sia essa greca, romana, celtica e germanica?”.
E’ quello che sostiene Gabriele Adinolfi da anni proprio sulle intuizioni ” dei maestri di pensiero francesi “.
Le derive populiste potrebbero diventare il cavallo di Troia degli Stati Uniti contro l’Europa come idea imperial-federale il modello dei Carolingi e degli Svevi …
Cardini da cattolico-federalista stà sulla stessa frequenza;
il rating dei bulletti di Standard e Poor e le prese di posizione a favore del governo italiano di Trump potrebbero andare proprio in questa direzione indicata.
Favorire le derive populiste di destra per indebolire l’Idea Imperiale di Europa.
Non confondere L’Europa di mezzo dell’asse franco-germanica con gli eurocrati asserviti al mondialismo ed alla globalizzazione. Ricordatevi che i loro nonni troskysti della Trilateral hanno puntato negli anni 70 proprio sulla crescita dell’Europa e sul Giappone per rafforzare L’Occidente Neo-capitalista.
Profondità di analisi e di pensiero, azione diretta contro il potere ” reale” dovunque si muova, massimo stato d’allerta, perchè il Nemico si annida e si muove sempre sotto forme e direzioni ” recuperate ” ….
Onore a Dominique Venner …
Caro Catilina,
la retorica dei populisti a volte è catalogabile nell’infantilismo di cui scriveva Venner. Il nodo è avere una visione di governo dei processi politici. E su questo tema torneremo ancora
Vero, Federico Dezzani anche se da una prospettiva sinistroide sono anni che parlava del tema dei 5* come stampella del potere atlantista e del pericolo rappresentato da Bannon e ambienti contigui rispetto il “sovranismo” leghista ed europeo… Anche Claudio Mutti su Eurasia ha spiegato le stesse cose negli articoli sulla geo-politica giallo-verde e l’influenza atlantica per tenere ancora una volta sotto,scacco l’Europa in funziona anti eurasiatica… Se non si indirizzeranno a dovere i “populismi” purtroppo essi saranno l’ennesimo inconsistente miraggio creato dall’occidente moribondo contro i popoli e la Tradizione.
Concordo al 100% . Questo è il classico esempio di come coloro che provengono dalla cosidetta ” sponda del pensiero tradizionale ” abbiano sempre una chiave di lettura in piu’ e piu’ specifica rispetto a coloro che sono ” affetti dalla malattia del materialismo storico e agli Hegeliani di turno “…
Che siano benedetti Mutti Terracciano Murelli e tutti coloro che da metà degli anni 80′ in poi non hanno perso un passo, su come nell’ oggi, va ” Cavalcata la Tigre ” …
E Che SIANO Benedetti Paola Borboni e Andrea Caccamo,Che non si arrovellavano Nella peculiarita’intrinseca e soggettiva Della differenziazione sovranismo nazionalismo identitarismo immobilismo settarismo illusionismo parac..
Tradizione e sovranismo nessuno sa bene che cosa siano in termini politici attuali. Servono a sbrodolate infinite ed inutili di bla-bla pseudo filosofici…Noi siamo parte (periferia) dell’Impero occidentale-statunitense in virtù della guerra persa. Lasciamo perder Hegel ed hegeliani…Non è certo il massimo, ma le fumose alternative sono decisamente peggiori. Bisogna stare con chi ha il potere tecnologico, ancor prima che militare. Tanto le Termopili e lo spirito guerriero non tornano…
Nel Donbas e nel Sud del Libano la pensano diversamente …
Così come nella guerra del Vietnam, dove la differenza tecnologica e militare ha fatto pippa …..