Il dibattito “a destra” è come un cocktail: poche parole ad effetto, una spruzzatina di banalità, una scorzetta di luoghi comuni ed il gioco è fatto. Parole magiche, per il politico in cerca di qualche facile stordimento, sono “liberale”, “moderato” ed “occidentale”. Aggiungete a questi termini “la mia destra”, mescolate con cura, ed il gioco è fatto: “la mia destra è liberale, moderata ed occidentale”. Gli amici applaudono. Gli avversari si tranquillizzano. Qualcuno ancora la beve. Gli elettori chinano gli occhi, non capendo. Che cosa mai sia questa “destra liberale, moderata ed occidentale” sfugge ai più.
Essere liberali vuole dire abbracciare l’indifferentismo etico ? Essere cultori dell’individualismo assoluto, del mercantilismo, dell’anti-Stato ? Accontentarsi delle “regole”, del formalismo giuridico, dei diritti-per-i-diritti ?
Dalle “regole” siamo soffocanti, mentre “di regole” muoiono, letteralmente muoiono gli uomini e le comunità.
Essere moderati vuole dire essere “cerchiobottisti” (per tradurre cercare di non scontentare nessuno evitando di prendere una posizione chiaramente identificabile) ? Occupare la zona grigia dello schieramento politico? Vuole dire essere “uomini d’ordine”? Ma quale “ordine”?
Qui, oggi, di decisione c’è bisogno, di politica alta ed autentica, di volontà e di competenze, non di falsa retorica “democratica”.
Ed essere “occidentali”, che cosa significa? Ammantarsi di “stars and strips”? Preferire il burro d’arachidi all’olio d’oliva? Mangiare pop corns e tacchino farcito?
L’Oceano Atlantico è sempre più largo, mentre il vecchio ordine internazionale mostra tutte le sue smagliature, fatte di finanza drogata, di ingiustizie aberranti, di inquietudini esistenziali.
E’ giunto il tempo di liberarsi da certi nominalismi. Soprattutto di guardare la realtà per quella che è, iniziando ad ripensarsi “nuovi”, cioè capaci di rispondere efficacemente alla crisi contemporanea, mettendo da parte ogni facile slogan.
Oggi, dichiararsi “liberali”, “moderati” ed “occidentali” non vuole dire niente. Soprattutto per un’opinione pubblica che cerca sempre di più riferimenti certi, parole chiare, orientamenti non equivocabili per provare ad uscire dal tunnel cupo in cui è stata cacciata.
@barbadilloit