Anche in Baviera avanza l’Afd (prendendo circa l’11%), partito populista, e perde consensi il polo conservatore, rappresentato dalla Csu. Si dimezza il dato dei socialdemocratici. L’onda anti establishment si consolida anche nelle elezioni regionali tedesche, ed evidenzia – ancora una volta – la necessità di una chiara visione governista per i partiti patriottici che si vanno affermando in Europa, anche tenendo conto dello storico degli ultimi anni.
Nel land bavarese i conservatori, per non dare ulteriore spazio alla destra di Alternativa per la Germania dovranno trovare intese o con i Verdi, movimento mondialista e pro-immigrazione, o con i Liberali o i Liberi pensatori. Ogni ipotesi di accordo con la destra è esclusa.
Il caso Front National
L’incapacità del Front National di Marine Le Pen (ora RN) di stringere alleanze alle regionali scorse e prima alle politiche ha vanificato un raccolto elettorale patriottico senza precedenti in Francia. Il risultato è stato una maggioranza parlamentare per Macron e tante regioni lasciate alle liste progressiste per la mancata sponda con i Repubblicani o ex gollisti. I lepenisti, del resto, pur primo partito transalpino alle europee, nel parlamento nazionale hanno una piccola pattuglia di eletti (complice anche la legge con il doppio turno).
Verso le europee
Il dibattito è già molto avanti nel Ppe, non abbastanza tra i populisti e sovranisti: il voto di maggio mtterà in gioco le destre per costruire una differente Europa attraverso il parlamento di Bruxelles. I popolari saranno ridimensionati ma manterranno il primato, i socialisti subiranno una cocente battuta d’arresto (a partire dall’Italia). I populisti aumenteranno considerevolmente i seggi. Da qui la visione governista da limare: sarà possibile una alleanza con i popolari per definire gli equilibri del sovrastato continentale. Ogni accorso comporta delle concessioni. Ma l’occasione per porre fine alla progressiva cancellazione delle identità da parte dell’Ue passa anche dall’assunzione di responsabilità di governo.
La palla passa alla Merkel e ai fozisti italiani, ma anche e soprattutto a Matteo Salvini e Marine Le Pen, chiamati ad una ennesima prova di maturità. Sintonie con il premier austriaco Sebastian Kurz e con quello ungherese Victor Orban sono già avviate. Ora tocca alla politica, che stavolta deve essere di respiro europeo.