Ignazio Marino, neosindaco di Roma, utilizza la bicicletta per muoversi in città. E, come spesso accade per i rappresentanti delle istituzioni, godrà della scorta personale. Che, dovendo seguire lo scortato, lo farà, molto probabilmente, in bicicletta.
Adesso, per fugare immediatamente ogni dubbio ed ogni critica sulla mancanza di serietà di questa riflessione, urge a chi scrive sottolineare che no, non c’è nulla di male nel muoversi in bicicletta, anzi: si rispetta l’ambiente, ci si muove con più agilità nell’infernale traffico di Roma e, non ultimo, si combattono anche i chili di troppo, cruccio di ogni uomo di mezza età. E inoltre no, non c’è nulla nei confronti del neosindaco Marino, che ha appena avuto il tempo di salire gli scalini del Campidoglio per cominciare a svolgere il suo compito di amministratore della Capitale.
Il problema è un altro, e va dagli ormai famosi scontrini dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle alla suddetta bicicletta – con scorta – di Ignazio Marino. Il problema è allora quello dell’ostentazione della normalità, una malattia di cui questa politica – arrivata ormai all’ultima spiaggia – è affetta. La classe politica infatti, avendo ormai raggiunto ogni tipo di capolinea possibile, non sa più cosa inventarsi per riprendere la scena, per tornare ad essere ascoltata, per riempire, se non le piazze, perlomeno le giornate dei cittadini che, ça va sans dire, sono anche elettori (e le urne vuote di queste ultime amministrative non sono certo un caso). Questa classe politica ha ormai compreso di aver perso la credibilità e con essa l’attenzione dei cittadini, e sta diventando – se non lo è già diventata – una goffa e manifesta forzatura caricaturale.
@barbadilloit