In questo sovrabbondare di populismo la destra s’è fatta sfilare il qualunquismo.
Il genericamente disprezzabile qualunquismo guadagna, infatti, i galloni della rispettabilità sociale per rinnovare, con Tito Boeri e Roberto Saviano, la sinistra.
La parabola che da Guglielmo Giannini – il fondatore del Fronte dell’Uomo Qualunque – arriva Cetto La Qualunque trova un rimbalzo nel presidente dell’Inps e nel più grande scrittore contemporaneo diventati leader di fatto dell’opposizione in Italia senza l’incomodo di farne un partito del loro stesso urto o, per dire, un comitato elettorale.
Uno capisce di numeri – e le cifre, si sa, non si fanno intimidire – l’altro è un’autorità civile come mai nessuno è riuscito a essere nella storia; hanno voce in capitolo, audience e argomenti e oggi i due – forti di buonissima stampa, di visibilità e marketing – sono i “qualcuno” in cerca dei “qualunque”.
Non c’è niente di più “qualunque” del conformista mediamente acculturato e questi due nuovi leader – sempre in tono con l’indignazione che si porta molto – parlano all’italiano del ceto medio “qualmente” riflessivo privo di ruolo ormai, in un’Italia a trazione “popolare”.
La paura del “demos” alimenta la rabbia individuale nei domicili delle Ztl ed è per conto di questi che i due, armati di ragione, verità e argomenti, alzano il tiro contro gli u.p.p., ovvero gli uomini politici professionali, responsabili della sopravvenuta stagione di “popolo”.
Appunto, la demofobia. Tutti gli “ismi” dati per spacciati – le ideologie novecentesche – sono state resuscitate dall’orgia sovranista.
A Washington c’è Donald Trump, a Mosca c’è Vladimir Putin, a Roma trionfa la diarchia Penta-leghista.
I brutti, sporchi & cattivi, nell’orizzonte mentale dei “qualunque”, da cui rifuggire alimentano “il Demos” al guinzaglio degli uomini politici professionali, due in particolare contro cui Boeri e Saviano ingaggiano battaglia.
Eccoli: è Luigi Di Maio – per il primo – e Matteo Salvini per il secondo.
E’ contro di loro che i neo-qualunquisti, con Boeri e Saviano, ministri ombra – uno al Lavoro, l’altro al Viminale – organizzano la controinformazione altolocata: disoccupati e naufraghi che già, come nell’emblema di Giannini – l’omino nel torchio – sono strozzati dai populisti ma che nell’epoca del qualunquismo demofobo sono un algoritmo emozionale ed esponenziale.
Esempio.
Il Decreto Dignità non toglie dalla strada i disoccupati, anzi: li decuplica, li centuplica, li qualunque, insomma. E se lo dice l’aritmetica demofoba di Boeri, sarà così.
Ipse dixit.
Il qualunquismo, oggi come ieri, è narrazione. Ma oggi, più di ieri, ha trovato cattedra. Con Boeri è diventato Dottrina del Lavoro, con Saviano, manco a dirlo, Letteratura. (da Il Fatto Quotidiano del 23 luglio 2018)