Chiusa un’epoca per la città di Catania, se ne apre immediatamente un’altra. Il quattro volte sindaco per il centrosinistra, Enzo Bianco, lascia Palazzo degli Elefanti e subentra l’europarlamentare azzurro e storico esponente del Fronte della Gioventù siciliano Salvo Pogliese. Vittoria secca per quest’ultimo, che tocca quota 52% già al primo turno. L’ex ministro degli Interni dei governi D’Alema e Amato II si ferma invece al 26%. Arriva invece terza la compagine pentastellata con il 15,9%. Non è bastato infatti il bagno di folla per il vicepremier Luigi Di Maio e neanche i riflessi dell’onda gialla del 4 marzo, a consolidare sul territorio una presenza che sul piano amministrativo si conferma ancora una volta anemica per i grillini.
Sfida a due (M5S comprimario)
Quella di Catania è stata una sfida a due. Vecchio contro nuovo. Due generazioni a confronto. Due formule politiche ben codificate e nate per alternarsi. Centrosinistra versus centrodestra. La scelta strategica di Enzo Bianco di camuffare il simbolo del Pd in chiave civica, dando pieno mandato ai capi bastone locali del partito del Nazareno d’intercettare candidati e soprattutto voti, non è servita ad aggiustare la rotta. Il centrosinistra etneo patisce la medesima emorragia di voti già registrata alle Regionali e soprattutto alle scorse Politiche. Sgonfiati i fenomeni Rosario Crocetta e soprattutto Matteo Renzi, si raccolgono i cocci di un partito in piena emergenza. Enzo Bianco paga anche lo scotto tutto amministrativo sul versante del traffico. Ma anche la gestione fallimentare del comparto rifiuti, con la differenziata ferma ancora al palo.
Chi è Pogliese
Salvo Pogliese, quarantenne e volto del movimentismo tricolore, vince sulla scorta della ritrovata e consolidata unità del centrodestra siciliano. L’asse che va da Forza Italia alla Lega, passando dall’Udc di Cesa, agli autonomisti di Raffaele Lombardo all’FdI di Giorgia Meloni, conferma il trend positivo fatto già registrare con l’elezione a presidente della Regione Sicilia di Nello Musumeci, altro storico esponente della fiamma. Il “patto dell’arancino” resiste ed è ancora croccante, nonostante la ventata gialloverde a guida Giuseppe Conte. Il vecchio Movimento sociale italiano si conferma dunque fucina della classe dirigente siciliana. “Catania, pupilla dei miei occhi”, parola di Giorgio Almirante. “Per rabbia, per amore”: con l’elezione di Salvo Pogliese, il capoluogo etneo riscopre quindi la profonda e radicata vocazione nazionale.