Mai risultato fu “ammesso” con tanta celerità. Non sono trascorsi nemmeno quindici minuti dalla chiusura ufficiale dei seggi che Andrea Augello – al capo dell’ufficio comunicazione del comitato di Gianni Alemanno – ha ammesso: “Il dato politico è che ha vinto Ignazio Marino. Gliene diamo atto”. Si preannuncia un risultato tondo – 60% contro 40% – che testimonia come il divario tra i due sia stato netto e irrecuperabile.
Certo il dato dell’astensione testimonia come siano stati pochissimi i romani a recarsi ai seggi (Marino sarà sindaco eletto da meno della metà dei romani). Ma allo stesso certifica il divorzio proprio tra l’elettorato di centrodestra e il sindaco uscente. Rispetto a questo la chiave di lettura che si ripete nello staff – “Alemanno non è stato bocciato. E’ stato non votato” – sembra davvero fare il verso della “non vittoria” di Pier Luigi Bersani.
Il dato romano certifica invece come nella sua città più importante del Paese – conquistata con una cavalcata entusiasmante appena cinque anni fa – la destra esca pesantemente ridimensionata: e ciò non può non aprire un dibattito non più rinviabile. Sempre Augello, davanti ai dati, ha parlato allora di “fase nuova” per il centrodestra romano. Il dato nazionale, però – perché i primi dati darebbero il centrosinistra avanti quasi ovunque – consiglierebbe a tutto il centrodestra di capire il da farsi.