Il proibizionismo colpisce anche chi mangia il gelato in una metropoli: la trovata è del primo cittadino di Milano Giuliano Pisapia. Ogni anno, del resto. in estate si parla dei divieti più strani imposti per limitare i comportamenti più o meno fastidiosi. Sindaci che vietano di fare buche nella sabbia o di girare in bichini nei posti di mare, di usare gli zoccoli o di sedersi sulle scalinate di qualche monumento.
Le stravaganti ordinanze estive sono ormai un fenomeno di costume e spesso provocano vespai di polemiche, come sta succedendo in questi giorni a Milano, dove la giunta ha imposto di non mangiare il gelato in strada, nei luoghi della movida, dopo la mezzanotte. Va detto che nel capoluogo lombardo non è la prima volta che vengono imposti divieti del genere, ma quello del gelato è sembrato subito, a larga parte della popolazione, ai commercianti e alle opposizioni in consiglio comunale, abbastanza eccessivo.
Le proteste non si sono fatte attendere e, su twitter, dopo poche ore dalla notizia divieto, spopolava già l’hashtag #piugrommenorom. A Palazzo Marino non sono rimasti indifferenti e hanno fatto sapere che la limitazione servirà a limitare gli assembramenti di persone, giustificazione che ha attirato ancora più ironie riguardo le adunate sediziose e I divieti sovietici.
In prima fila nella protesta ci sono Nicolò Mardegan e Giulio Gallera, rispettivamente di Fratelli d’Italia e Popolo della libertà, che per protesta hanno organizzato anche un GelatoMob (#occupygelato), domani sera alle 23 e 50 davanti alla famosa gelateria Grom di Corso di Porta Ticinese, dove interverrà anche un big come Riccardo de Corato, ex vicesindaco sceriffo. “per protestare contro l’ordinanza farsa di Pisapia che vieta di consumare gelati nelle zone della movida».
Pisapia comunque non è intenzionato a fare passi indietro, sostenendo che il divieto non è di mangiare il gelato, ma di mangiarlo in strada e in piedi (a un tavolino di un bar si può) e dichiara che “già da domani verrà chiarito ogni equivoco sull’ordinanza sintesi di un percorso partecipato con i commercianti, i residenti e i consigli di zona coinvolti”.