Fra gli eterni ricorsi della storia c’è quello della più antica delle “fake news”, quel “m’intorbidi l’acqua” del lupo di Fedro, scusa per papparsi il povero agnello che si faceva i beati cavoli suoi a valle del torrente. E proprio in questi giorni di aggressioni pretestuose contro uno Stato sovrano – la Siria – si sentiva il bisogno di un ripasso della storia di tutta quella infinita catena di bugie, pretesti e balle che nel corso dei secoli è stata disseminata per giustificare guerre, invasioni e colpi di Stato. “Storia in Rete” di aprile racconta in un lunghissimo dossier la storia delle bufale, partendo dai poemi omerici per finire alla fialetta di bicarbonato con cui Colin Powell condannò a morte settecentomila iracheni nel febbraio 2003. Una disamina che va oltre i moltissimi casus belli creati a tavolino (spesso e volentieri proprio dall'”arsenale delle democrazie”, e mai la parola “arsenale” fu più azzeccata…) ma entra nel campo della propaganda e della manipolazione delle masse, per passare attraverso i casi di diffamazione storica pianificata a tavolino.
E la diffamazione attraverso bufale è il tema del secondo articolo del dossier, una intervista allo storico Giuseppe Parlato sul tema bollente delle “fake news” sul Fascismo: è vero che Mussolini inventò le pensioni? Probabilmente no, ma quello che gli “sbufalatori” di professione fanno sul Ventennio è a sua volta una pratica di disinformazione e mistificazione che si infrange davanti alla ricerca d’archivio seria. Anche perché, il sospetto che certe balle che circolano in rete siano messe in giro proprio dagli stessi “cacciatori di bufale” per poi farsi belli davanti all’internet…
Un’altra firma prestigiosa poi entra nel dibattito sulla rivista diretta da Fabio Andriola: Paolo Simoncelli riflette sull’ennesima “legge sulla memoria”, quella polacca, che pretende di dire agli storici qual è la “verità” a cui attenersi. Con il rischio che sulla ricerca storica si possa finire a votare a colpi di maggioranze su cosa è giusto e cosa è sbagliato dire. Un tema su cui è necessario tenere altissima la guardia, specialmente in un paese come il nostro dove fanatismo di fazione e ignoranza (spesso colposa) del passato storico creano una miscela micidiale che minaccia la libertà di ricerca e di espressione.
Storia in Rete di aprile unisce ai temi più scottanti anche quelli più pop: le guerre fra servizi segreti a colpi di poteri paranormali combattute tanto dagli agenti del Terzo Reich quanto dagli uffici occulti di USA e URSS. E poi la “storia coi se…” dell’ucronia: molto più che semplice fantascienza, ma un vero e proprio esercizio di comprensione dei meccanismi dell’umana avventura, che ha padri nobilissimi, come Tito Livio e frequentatori di alto livello come Winston Churchill e Niall Ferguson. Pretesto per questa divertente e interessante incursione fra libri come “L’uomo nell’Alto Castello” di Dick e “Il sole dell’Impero” di Adinolfi è la recente pubblicazione di un’antologia curata da Gianfranco de Turris, “Fantafascismi” (Bietti) in cui una ventina di autori si domandano “e se il Fascismo avesse vinto la Seconda guerra mondiale?”, immaginando scenari alternativi e ragionando con le armi della letteratura di idee, e bibliografia scientifica alla mano, sui possibili punti di svolta della storia.
E ancora, un’inedita lettera scritta da Mussolini a Padre Pio nel 1924 e la storia dei cappellani militari – a partire da Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII, cappellano e patriota nella Grande Guerra. E quindi il settantenario delle cruciali elezioni dell’aprile 1948, con la scelta di campo definitiva dell’Italia fra occidente capitalista e blocco comunista sovietico (articolo a cui strizza l’occhio un interessante approfondimento nel pezzo sulle ucronie a proposito di un racconto di fantascienza scritto proprio a ridosso di quelle elezioni per immaginare un’Italia che – come la Cecoslovacchia – lentamente scivolasse sotto il tallone staliniano, grazie a un voto di troppo preso dal PCI). Infine, gli artisti criminali: da Caravaggio a Charles Manson, quando i pennelli sono rosso sangue.