Il Front National sta diventando sempre più un esperimento populista riuscito, distante dagli stereotipi delle destre estreme europee. Ne scrive il politologo Marco Tarchi sul Fatto quotidiano, e in Francia si registra l’apertura di Marine Le Pen che disegna un partito “alleabile” con altri soggetti politici di destra. Per la figlia del Mehnir, dunque, si guarda ad un modello che ha qualche similitudine con il centrodestra italiano, al fine di non congelare all’opposizione e quindi nell’irrilevanza i milioni di voti patriottici raccolti dai lepenisti.
L’opposizione dei gollisti
Il passaggio della Le Pen non avrà, al momento, effetti immediati: il 69 per cento dei francesi, secondo un sondaggio de “Le Figaro”, è contrario ad alleanza tra Front National e Repubblicani. Le rilevazioni sono state realizzate dagli istituti Odoxa-Dentsu Consulting.
I frontisti sono per il cambio di nome e di strategie
Il cambiamento di nome da Front National a Rassemblement National, proposto da Marine Le Pen ai congressisti di Lione, è giudicato come un errore dal 55 per cento degli intervistati. Tra i simpatizzanti del Front National la scelta è stata giudicata positivamente dal 78 per cento delle persone: insomma l’operazione di dediabolizzazione realizzata dalla Le Pen ha avuto l’effetto di generare una visione in prospettiva governista tra iscritti e quadri della Fiamma francese. Di sicuro se gollisti e lepenisti avessero stretto una alleanza, non ci sarebbe Macron all’Eliseo, e nelle regioni i governi sarebbero tutti schierati a destra. Al momento, però, è vera fantapolitica e in Europa i governi vicini al Ppe, per frenare l’emorragia di voti verso le destre patriottiche, hanno adottato le stesse ricette dei populisti su identità e immigrazione.