• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
giovedì 30 Marzo 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Esteri

Libano. Palestinesi di Siria nei campi profughi tra emergenza umanitaria e pressioni salafite

by Alessia Lai
5 Giugno 2013
in Esteri, Reportage non conformi
0

DSC_6046Burj el Barajneh e Ain El hilweh sono solo due dei dodici campi palestinesi ufficiali presenti in Libano. Sono luoghi pressoché tutti uguali, perché i diritti riservati ai palestinesi nel Paese dei cedri sono ovunque gli stessi: semplicemente non esistono. “Qui non abbiamo nessun tipo di diritto civile. Nessun diritto al lavoro, sono 72 i mestieri che ci è vietato svolgere. Non possiamo possedere case” spiega Abo Taka, del movimento Fatah,  a capo del comitato popolare del campo di Burj El Barajneh, circa 10mila abitanti, situato nella parte meridionale di Beirut.

Una discriminazione determinata dal fragile equilibrio su cui si basa il sistema politico-confessionale libanese: i palestinesi sono in maggioranza musulmani sunniti, accettarli come cittadini comporterebbe lo sconvolgimento dei rapporti di forza tra comunità religiose in un Paese che si regge su istituzioni calibrate sul peso dei gruppi confessionali. Questo fa dei campi dei non-luoghi nei quali la vita scorre in continua emergenza e dai quali è purtroppo facile anche attingere manovalanza utile a incrinare gli equilibri confessionali quando qualche fazione lo ritenga conveniente. Sta succedendo anche ultimamente nei campi ulteriormente affollati dai disperati in fuga dalla Siria – palestinesi e siriani – dove pare che stiano giungendo grandi quantità di denaro in cambio della disponibilità ad agire su input del movimento sunnita al Mustaqbal, dell’ex premier Saad Hariri. Lo scopo è quello di reclutare manovalanza che conduca azioni contro il partito sciita di Hizbollah, che controlla il sud di Beirut e di tutto il Paese e le cui milizie stanno combattendo in territorio siriano al fianco delle forze governative di Bashar al Assad. Hariri è infatti apertamente filo-occidentale e schierato contro il governo di Damasco, fin dal principio della crisi siriana uomini di al Mustaqbal sono risultati coinvolti nei traffici di armi e mercenari diretti in Siria dal nord del Libano, la zona del Paese a maggioranza sunnita. Usare i palestinesi, approfittando delle condizioni di vita all’interno dei campi è fin troppo facile.

Dedali di stradine tra sporcizia, fili elettrici e tubi dell’acqua che corrono pericolosamente vicini, si intrecciano e a volte uccidono. Solo a Burj El Barajneh dall’inizio del 2013 i morti folgorati sono stati già 29, centinaia ogni anno. Scuole di fortuna messe in piedi grazie all’Onu e ad associazioni internazionali, aiuti per tutto: mangiare, curarsi. La vita normale nei campi è questa e da qualche mese è ancora più dura: l’afflusso massiccio di profughi provenienti dai campi siriani complica le cose.

Le poche strutture ricreative e comunitarie vengono messe a disposizione dei nuovi arrivati e chi non trova posto si deve arrangiare in tende e baracche, arrivando da un Paese in guerra che, al contrario del Libano, ha sempre garantito alla comunità palestinese gli stessi diritti riservati ai cittadini siriani.

DSC_6054 (1)A Burj El Barajneh il Centro degli artisti palestinesi e libanesi ospita famiglie con bambini e donne anziane fuggite lasciando tutti i loro affetti e ricordi. A Ain El Hilweh, il campo di Sidone, il più popoloso di tutto il Libano con almeno 80mila abitanti, è la “Casa Bianca”, centro sociale e scuola, ad essere diventato un rifugio. Anche due, tre famiglie per stanza e il posto non basta: poco fuori dall’edificio è nata una baraccopoli di stracci e cartone per dare un tetto a chi non ha trovato posto tra le mura.

Molti dei nuovi profughi sono fuggiti dal campo di Yarmouk, il più grande della Siria. Gli ospiti di Burj El Barajneh sono più loquaci di quelli di Ain El Hilweh. Nel primo, situato nella parte meridionale di Beirut dove predomina la comunità sciita, gli integralisti islamici trovano poco spazio e i profughi raccontano senza timore chi e cosa li ha fatti fuggire dalla Siria: i salafiti “sparavano all’esercito siriano in mezzo alla gente” usando le persone come scudi umani, racconta un padre fuggito con il proprio bambino. “Ci dicevano che dovevamo scegliere: combattere con loro contro l’esercito regolare o essere uccisi” dice un altro capofamiglia che in Siria era un impiegato statale e ora si trova a dover dividere la vita con altre famiglie in uno stanzone separato da teli di fortuna.

A Sidone, nel campo di Ain El Hilweh, invece, le risposte sono sfuggenti, alle domande lo sguardo si abbassa. Qui gli integralisti sono tanti, li si vede girare per le vie dell’enclave e si scontrano spesso con la sicurezza del campo. Qui i profughi si portano dietro la stessa paura vissuta a Yarmouk o a Sbayna. Meglio tacere. E sopravvivere.

@barbadilloit

Alessia Lai

Alessia Lai

Alessia Lai su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0

Related Posts

L’asse Russia-Cina e la marginalità dell’Europa

L’asse Russia-Cina e la marginalità dell’Europa

29 Marzo 2023
La geopolitica anglo-americana e il mare

La geopolitica anglo-americana e il mare

26 Marzo 2023

Si fa presto a dire “piano Mattei”: lo sguardo dell’Italia verso Sud

Focus (di M.Lavezzo). Il mandato per Putin: la corte penale internazionale ovvero le disavventure della virtù

Le lacune delle forze armate del Regno Unito e le critiche Usa

La guerra dei “ballons” e l’innocenza perduta dei cieli

Focus. “Niente di nuovo sul fronte occidentale” (e l’uomo non apprende nulla dall’esperienza)

Il Regno Unito alle prese con gli effetti collaterali della Brexit

Un’Europa in cui credere e il gruppo di Vanenburg

Più letti

  • L’intervista. Cabona: “Sigonella? Craxi con ‘no’ alle ingerenze Usa voleva chiudere il dopoguerra italiano”

    Viaggi&Patrie/10. Cabona: “Ma non abbiate lo sguardo dei neo-colonizzatori, dei maestrini dell’Occidente”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “La questione identitaria e la modernità”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • StorieDi#Calcio. Pietro Michesi il romano de Roma che castigò la Lazio (col Catanzaro)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “Distinguere l’Ue dall’Europa e sognare un Nomos della terra multipolare”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Giornale di bordo. Fenomenologia di Elly Schlein (farà del Pd un partito radicale di massa)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La maledizione dei centurioni e Algeri nel 1958

La maledizione dei centurioni e Algeri nel 1958

29 Marzo 2023
“No time to die”: la debolezza di Bond al tempo della cancel culture

Il pensiero unico contro i classici: e ora, un James Bond woke?

29 Marzo 2023
F1. La Ferrari in Australia per cercare la riscossa

F1. La Ferrari in Australia per cercare la riscossa

29 Marzo 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Amintore Fanfani e il sovranismo cattolico
  • Guidobono su Chiesa cattolica. Mobilitazione per la “Messa in Latino” a Roma
  • Guidobono su Le piroette ideologiche di Silone e Piovene
  • Luca su Segnalibro. Un intero popolo sotto accusa. La forte risposta di Ernst von Salomon
  • Guidobono su Giorgia Meloni al congresso Cgil: l’attenzione al lavoro cardine della destra sociale
  • Luca su Chiesa cattolica. Mobilitazione per la “Messa in Latino” a Roma
  • Redazione su Amintore Fanfani e il sovranismo cattolico

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più