Riciclaggio, chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini. Depositate le richieste dei pubblici ministeri della Dda della Procura di Roma nell’ambito del procedimento penale che vede indagati tra gli altri, oltre Fini, anche la moglie Elisabetta Tulliani, il cognato Giancarlo (che ora risulta libero su cauzione a Dubai), il suocero Sergio e l’imprenditore Francesco Corallo insieme ad altre cinque persone.
La vicenda, che risale al 2008, riguarda i presunti affari illeciti dell’imprenditore delle Slot Machine, Corallo, accusato di aver allestito una rete dedica al riciclaggio di ingenti capitali (triangolati sull’asse Italia-Olanda-Antille-Santa Lucia-Montecarlo), pari a decine e decine di milioni di euro, riutilizzati poi per attività economiche tra cui l’acquisto di beni immobili (tra cui la famosa compravendita della casa di Montecarlo, donata dalla contessa Annamaria Colleoni al partito di An). Sia Fini che i Tulliani non rispondono che dell’ipotesi di reato di concorso in riciclaggio, rimanendo estranei all’associazione a delinquere.
L’ex presidente della Camera non si scompone e ribadisce la fiducia negli organi inquirenti. Subito dopo la notizia, Gianfranco Fini ha commentato, con una nota ufficiale, la decisione dei pm romani: “La richiesta degli inquirenti era prevedibile, ribadisco la mia innocenza e confermo piena fiducia nell’operato della magistratura”.